
- Data inizio
- Durata
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- 2 Apr 2025
- 16 giorni
- Class
- Italiano
Acquisirai le competenze manageriali necessarie a svolgere il tuo ruolo organizzativo e gestionale e a governare il cambiamento del sistema socio-sanitario.
Il contributo del settore sanitario alla sostenibilità ambientale non è da sottovalutare, alla luce del fatto che, a livello globale, è considerato responsabile del 4-5% delle emissioni di gas serra.
Eppure, la gran parte delle aziende sanitarie, in assenza di una regolamentazione nazionale e in carenza di indicazioni regionali, ancora non include la sostenibilità ambientale tra i propri obiettivi principali. Esistono però, sia nel pubblico che nel privato, alcuni campioni, che potrebbero servire da stimolo al progresso dell’intero settore.
Dall’uso di energie rinnovabili al monitoraggio dei consumi, passando per i modelli di governance, alcune aziende sanitarie dimostrano che l’impegno per la sostenibilità ambientale non solo migliora la qualità della vita delle comunità, ma riduce anche i costi operativi.
Uno dei capitoli del Rapporto OASI 2024 si chiede come possano le aziende sanitarie integrare la sostenibilità ambientale nelle proprie pratiche quotidiane ponendosi, per la prima volta in Italia, alcuni interrogativi relativi alla strategia e agli strumenti adottati dalle aziende sanitarie più avanzate.
Lo studio analizza anche come il contesto istituzionale influenzi la capacità delle aziende di implementare pratiche sostenibili, evidenziando le differenze tra un sistema con una politica nazionale centralizzata come quello inglese e un approccio che al momento lascia alle aziende maggiore autonomia nelle scelte in Italia.
Per esplorare come le aziende sanitarie italiane stiano iniziando a incorporare strategie e pratiche di sostenibilità all’interno delle loro organizzazioni, la ricerca ha approfondito il collegamento tra pianificazione strategica, modelli di governance e sistemi di performance management.
Il lavoro è stato condotto attraverso interviste semi-strutturate al top management di sei aziende sanitarie pubbliche e private in Italia, integrate con un’analisi documentale approfondita dei Green Plans di 94 organizzazioni sanitarie (trust ospedalieri) inglesi.
In Italia, l’assenza di standard nazionali ha portato a un’ampia varietà di approcci, mentre in Inghilterra il coordinamento è facilitato da linee guida chiare e obblighi normativi. I Green Plans, in particolare, sono documenti strategici sviluppati dai trust per pianificare e implementare azioni concrete volte alla sostenibilità ambientale, allineandosi agli obiettivi nazionali di Net Zero (emissioni nette zero di carbonio) entro il 2040. Le iniziative devono essere specifiche, misurabili, realizzabili, rilevanti e tempificate, garantendo così monitoraggio e risultati tangibili.
Le motivazioni che hanno spinto alcune aziende sanitarie italiane ad attivarsi in termini di sostenibilità sono inizialmente di natura economica, tanto che l’aspetto più curato è quello dell’efficientamento energetico. Questo tipo di intervento ha il pregio di essere facilmente misurabile e di offrire il miglior rapporto tra sforzo necessario e impatto verificabile. Un altro ambito di interesse diffuso è quello della gestione e dello smaltimento dei rifiuti.
Le aziende private, che godono di una maggiore flessibilità di spesa e sono più esposte agli obblighi europei di rendicontazione della sostenibilità tramite la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), riescono a muoversi più rapidamente e tendono a utilizzare i risultati raggiunti anche come strumento di comunicazione con il pubblico.
L’emanazione di linee guida nazionali rappresenterebbe un passo avanti significativo per la sostenibilità ambientale delle aziende sanitarie italiane, spingendo all’azione anche chi, finora, non si è preoccupato di questi aspetti. Data l’estrema varietà dimensionale e organizzativa che si registra in Italia, sarebbe tuttavia opportuno che le linee guida identificassero obiettivi comuni di sistema e potenziali modalità di misurazione, lasciando alle aziende la libertà di scegliere gli specifici obiettivi da perseguire.
In un quadro normativo ancora poco strutturato, e che perciò non definisce chiare priorità ambientali, le aziende dovrebbero definirne di proprie, tenendo conto anche delle specificità del territorio in cui operano. Una volta definite le priorità, gli sforzi di miglioramento dovrebbero andare in quattro direzioni:
Possibili sviluppi di ricerca includono l’esplorazione di come scalare le best practice a livello sistemico e la valutazione dell’impatto delle politiche nazionali nel lungo termine. Con il progresso delle tecnologie verdi e l’evoluzione delle normative, il settore sanitario ha l’opportunità di diventare un buon esempio di sostenibilità e innovazione.
Michela Bobini, Amelia Compagni, Andrea Rotolo, “La sostenibilità ambientale in sanità: strategie, modelli di governance e strumenti di management a confronto tra Italia e Inghilterra,” in Rapporto OASI 2024, pp. 585-628.
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