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- 5 mag 2025
- 6 giorni
- Class
- Italiano
Progettare strategie di marketing efficaci integrando l'approccio tradizionale e quello digital per valorizzare e personalizzare l'esperienza del cliente.
Potrebbe apparire strano che il pezzo di Branded World si dedichi agli emoji, ma dopo aver affrontato il tema del doomscrolling, perché non parlare degli emoji? Ad onor del vero ne faccio un grande impiego, soprattutto quando in modo sintetico e veloce voglio esprimere ciò che sento o a cui desidero o non preferisco dare seguito, attraverso mail, sms e social media, rigorosamente con il device che porto sempre con me: lo smartphone.
Non credo di descrivere una situazione dissimile da ciò che facciamo un po’ tutti.
Gli emoji (o faccette) sono dei simboli grafici/pittogrammi - inventati dal designer di interfacce Shigetaka Kurita per un operatore telefonico giapponese, considerato il precursore degli emoji dei giorni nostri - utilizzati e divenuti popolari inizialmente proprio in Giappone, e che hanno acquisito importanza nel mondo a partire dal 2010, quando Unicode Consortium ne ha rilasciati oltre 1.000 per adattarsi ad una tendenza in forte crescita.
Ma la prepotente diffusione e il crescente impiego si sono avuti soprattutto a partire dal 2011, quando Apple li ha inseriti all’interno della tastiera virtuale di iOS, il sistema operativo degli iPhone e degli iPad. Nei due anni successivi gli emoji sono stati via via introdotti su diverse versioni di Android, contribuendo ulteriormente alla loro diffusione (e successo).
Gli emoji che compaiono sui telefoni e sulle piattaforme di social media non sono arbitrari, ma sono stati approvati dall'Unicode Consortium, organizzazione senza scopo di lucro, fondata verso la fine degli anni Ottanta. Quest’ultima supervisiona l'inventario dei caratteri dell'elaborazione del testo elettronico dal 1991 e stabilisce uno standard per simboli e caratteri in diversi script. Il Consortium veglia e controlla affinché gli emoji siano codificati in modo uniforme e venga mantenuto un sistema comune standard di scrittura dei caratteri su sistemi operativi e piattaforme diverse. Attraverso il sistema di codifica Unicode ogni lettera, numero, simbolo o segno di interpunzione/punteggiatura ha un codice univoco e comune per la rappresentazione delle lettere e dei simboli.
In altre parole, è il consorzio a decidere quali emoji diventeranno lo standard per chi realizza i sistemi operativi, che poi, a loro volta, hanno la facoltà di adeguarsi introducendo o meno i nuovi simboli all’interno dei propri sistemi: iOS, Android etc...
Si stima che ogni giorno vengano utilizzati ben 5 miliardi di emoji; quello più utilizzato su Twitter e Facebook è l'emoji “che ride con lacrime di gioia”, mentre il cuore è il più popolare su Instagram.
Dal 1996, anno in cui si "ravvisano" in modo ufficiale i primi Emoji (76 in totale), le “faccette” e i popolari pittogrammi divengono ad oggi 3.136 (+ 117 rispetto all’anno precedente) ed entro il 2021 si stima che raggiungano le 3.352 unità (Statista, settembre 2020).
Nel 2010 tra gli emoji si potevano trovare pittogrammi raffiguranti coppie e famiglie dello stesso genere; nel 2014 è stato rilasciato l'emoji anti-bullismo in collaborazione con The Ad Council, che realizza comunicazioni per il servizio pubblico statunitense e dal 2015 sono disponibili emoji con diversi colori della pelle. I nuovi emoji del 2019 hanno incluso, tra gli altri, un cuore marrone e due "persone che si tengono per mano" per rappresentare le coppie di razza mista.
Tra i 117 nuovi emoji del 2020 ci sono il bubble tea, il cartello e la bandiera transgender; mentre i 217, pronti per il rilascio nel 2021, rappresentano un cuore in fiamme, una donna barbuta e coppie interrazziali.
E per non perdersi nella miriade di simboli e pittogrammi, dal 2014, esiste Emojipedia, un sito-enciclopedia che documenta il significato e l'uso comune degli emoji in Unicode Standard. Emojipedia pubblica anche articoli e fornisce strumenti per tracciare i new emoji, le modifiche apportate nel design e le tendenze di utilizzo. I pittogrammi così raccolti vengono suddivisi in macro-categorie (people, nature, objects, places, new, ecc.). Esiste anche un "World Emoji Day" nel mese di luglio.
I principali social network come Facebook, Twitter e IG li hanno integrati all’interno dei loro sistemi, dopo essersi resi conto del crescente utilizzo da parte degli utenti.
Insomma, emoji molto attuali che dipingono e rappresentano un sistema sociale molto variegato e in continua evoluzione. Entrano nelle vite e nel quotidiano, e vengono "consumati" perché rappresentano la possibilità di esprimere, comunicare o scambiare rapidamente uno stato d’animo, un’idea, una valutazione o un giudizio attraverso gli smartphone.
Un tempo erano le faccette preferite dagli adolescenti, oggi sono appannaggio di politici, celebrità e brand famosi; persino nei Tribunali inglesi e statunitensi – secondo il Times e il New York Times – si esortano i giudici ad essere preparati nell’interpretazione degli emoji, sempre più presenti durante le udienze di diritto penale, della famiglia e del lavoro perché impiegati dalle persone diversamente coinvolte.
L'emoji, in quanto rappresentazione, possiede intrinsecamente due elementi: il signficante e il significato. Il primo è la sua componente fisica: la faccetta tonda, il cuore, insomma i tratti dell'emoji, che devono seguire i dettami e gli standard di Unicode. Il secondo elmento, il significato, fa riferimento all'immagine che si crea nella mente dell'osservatore dell'emoij e delle sue "sfaccettature o mille facette". Ma, considerando come tali rappresentazioni siano parte integrante della nostra vita, potremmo dire che abbiano raggiunto la dignità di segno, al punto di essere considerate un linguaggio comune, che ci aiuta a pianificare, comunicare e orientare le nostre azioni.
Gli emoji, utilizzati per comunicare messaggi e trasferire significati, superano persino le barriere linguistiche. Lo sapevate che nel mondo ci sono 7.000 lingue diverse?
Last but not least: gli emoji possono essere personalizzati. Nel guardare le diverse modalità per sopperire alla standardizzazione e superare le "solite" rappresentazioni, esiste anche la possibilità di raffigurarsi e disegnare le propie sembianze attraverso alcune app (es. sticker Memoji). All'interno del sistema iOS, ad esempio, è possibile ritrovare una funzioneche permette di creare ed inviare sticker di Memoji personalizzati in applicazioni come WhatsApp e Telegram. Successo sicuro. E' applicato il concetto della mass-customization: basta impiegare e integrare le diverse opzioni, per rappresentare se stessi e il proprio stato d'animo. Chissà quante volte ci si è sentiti dire: “ma sei proprio tu!”.
Se ripartiamo dalle origini e dalla definizione di emoji: "una piccola immagine o icona digitale utilizzata per esprimere un'idea o un'emozione", cogliamo il senso di queste minuscole immagini che vengono utilizzate per relazionarsi e comunicare - anche in modo abbreviato - divenendo parte integrante della vita quotidiana di quasi tutti noi.
E’ proprio vero che abbiamo bisogno di significare e di attribuire un senso a ciò che si è e che si fa, attraverso simboli e anche personalizzando gli emoij con i memoji per se stessi, per i brand…allora, come smentire l’adagio che “un simbolo vale più di 1000 parole” nonostante le 7000 lingue diverse.