Cantieri di ricerca

Cinque professioni della Long Term Care destinate a cambiare per sempre con la digitalizzazione

Il settore della Long Term Care (LTC), già sotto pressione per l'invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche e la carenza di personale, sta trovando nelle innovazioni digitali un'ancora di salvezza. Un nostro studio per il Centre for Research on Health and Social Care Management (CERGAS SDA Bocconi), in collaborazione con Umana, mostra che l'adozione di tecnologie quali teleriabilitazione, piattaforme intelligenti, sensoristica e robotica sta migliorando la qualità dell’assistenza e offre nuove opportunità sia per i pazienti che per gli operatori.

 

Ma i risultati vanno oltre: la digitalizzazione sta rimodellando i profili professionali e ridefinendo le competenze necessarie per chi lavora nel settore, rendendolo più attrattivo per le nuove generazioni.

Le domande

La ricerca si concentra su come la digitalizzazione stia influenzando le pratiche e i processi nel settore LTC. Fino a questo momento, gran parte degli studi si era focalizzata sulla prospettiva degli anziani o dei caregiver, tralasciando gli effetti sulle organizzazioni che forniscono assistenza.

 

Le analisi degli anni scorsi avevano, inoltre, evidenziato che la digitalizzazione nei servizi socio-sanitari per gli anziani stava procedendo più lentamente di quella di altri settori della sanità.

 

Con lo studio, abbiamo cercato di rispondere a due domande: In che modo le tecnologie digitali influenzano attori, pratiche, relazioni e ruoli nel settore? E quali competenze e profili professionali sono necessari per gestire questa trasformazione? La ricerca si propone di colmare questa lacuna, esplorando se e come queste tecnologie ridefiniscano le modalità operative, migliorino la produttività e impattino sul benessere degli operatori e degli utenti.

Lavoro sul campo

È stata condotta un'analisi approfondita di 30 casi studio, utilizzando un approccio misto che combina interviste, mappatura delle tecnologie esistenti attraverso contatti con i provider, analisi desk e scouting di innovazioni tecnologiche in contesti di assistenza residenziale, domiciliare e semi-residenziale.

 

Ne sono emerse interessanti evidenze di un’accelerazione del processo di digitalizzazione, che interessa soprattutto l’assistenza residenziale. Nel setting domiciliare esiste, invece, un maggior potenziale di crescita e di progettazione di nuovi modelli di servizio che contemplino l’utilizzo delle tecnologie.

 

Tra le tecnologie domiciliari analizzate, e presentate in un recente convegno in SDA Bocconi, possiamo ricordare:

 

  • La teleriabilitazione per persone con il Parkinson, tramite strumenti di realtà aumentata e realtà virtuale. Il paziente, opportunamente dotato di un visore e di alcuni sensori, può procedere in autonomia o in collegamento con un professionista in remoto.

 

  • Apporta vantaggi in ambito domiciliare anche una piattaforma intelligente, capace di ricomporre la frammentazione dei servizi: integra e gestisce in un solo luogo virtuale i dati dell’assistenza socio-sanitaria fornita dalle Asl, di quella socio-assistenziale dei Comuni e dei servizi a pagamento. I provider di servizi possono così coordinarsi e gestire in modo “digitalizzato” tutte le fasi del processo di erogazione del servizio, dalla definizione del piano che individua bisogni e risposte integrate necessarie per l’utente, alla raccolta dati e monitoraggio attraverso la cartella elettronica.

 

  • In ambito residenziale, sta apportando benefici significativi l’utilizzo di sensori collocati nelle stanze degli ospiti per monitorare movimenti e situazioni critiche come le cadute, soprattutto durante il turno di notte. I pazienti possono mantenere una maggiore autonomia e il monitoraggio continuo riduce il carico di lavoro degli operatori e migliora la qualità complessiva dell’assistenza.

 

  • Le RSA più avanzate stanno sperimentando sistemi che utilizzano i big data per migliorare la programmazione (comprensione dei bisogni degli ospiti attuali e previsione delle esigenze future). I dati vengono raccolti da diverse fonti informative, a partire da cartella clinica elettronica degli ospiti, per usarli a supporto di decisioni manageriali.

 

L’adozione delle tecnologie ha portato cambiamenti nelle dinamiche lavorative: molti operatori hanno visto migliorare la qualità della loro vita professionale, potendo dedicare più tempo ad attività a maggiore valore aggiunto, come l’interazione diretta con i pazienti, invece di mansioni meccaniche e ripetitive.

Guardando avanti

Le tecnologie digitali richiedono un ripensamento dei profili professionali e una revisione delle competenze necessarie per operare efficacemente nel settore. Il personale deve essere formato non solo per utilizzare le nuove tecnologie, ma anche per gestire le interazioni con i caregiver e i pazienti in modo più integrato e collaborativo.

 

L’adozione di soluzioni digitali richiede una stretta collaborazione tra i fornitori di tecnologia, i provider del settore socio-sanitario e le famiglie. L’approccio orientato alla co-creazione del valore e al coinvolgimento di più attori (utenti, caregiver, operatori) si sta dimostrando essenziale per il successo di queste innovazioni.

 

L’intera organizzazione delle aziende del settore LTC viene impattata dal cambiamento, con il top e middle management che dovrà curare soprattutto la supervisione e guida del processo di cambiamento, cercando di abbattere le barriere culturali che lo ostacolano. I professionisti della cura dovranno essere in grado di capire quali strumenti sono adatti a quali utenti e alcuni di loro dovranno acquisire la capacità di formare i caregiver all’utilizzo delle nuove tecnologie.

 

Tra le professioni e i ruoli da rinforzare (o creare) che saranno più arricchiti dal cambiamento, abbiamo individuato:

 

  • Il care manager: grazie alle tecnologie digitali, la figura che funge da punto di riferimento per utenti e caregiver nell’organizzazione dell’assistenza avrà a disposizione nuovi strumenti e più dati. Questo aprirà la strada per servizi ancor più personalizzati, ma richiederà da parte dei care manager la capacità di analizzare i dati e usarli per creare priorità di intervento più puntuali, ridisegnare il percorso degli utenti integrando diversi provider e setting assistenziali, formare all’utilizzo delle tecnologie utenti e caregiver.

 

  • Il data analyst. È necessario qualcuno che a livello aggregato sappia leggere, utilizzare e rendere fruibili le informazioni ottenute per via elettronica.

 

  • L’IT manager. Deve cambiare pelle ed essere in grado di fare scouting delle tecnologie disponibili, promuovendo il dialogo tra chi le fornisce e chi le utilizza. Il compito è talmente complesso che, nelle organizzazioni più grandi, potrebbe necessitare di un’intera unità operativa e non di un singolo professionista.

 

  • L’advocacy manager. In una realtà regolamentare complessa come quella del settore socio-sanitario, l’introduzione delle nuove tecnologie potrebbe essere accelerata anche dalla volontà delle Regioni, dall’adattamento delle norme di tariffazione e rimborso, dall’introduzione di standard e requisiti diversi per i provider che usano le innovazioni digitali. È necessario rendere visibili queste esigenze agli interlocutori istituzionali e agli altri stakeholder.

 

  • Il marketing manager. È un’attività non sempre sviluppata in ambito socio-sanitario. Le nuove tecnologie, però, dovranno essere correttamente comunicate, come elemento differenziante e di attrazione degli utenti e del personale.

 

In sintesi, la digitalizzazione del settore LTC rappresenta un cambiamento profondo e necessario, che richiede non solo innovazioni tecnologiche, ma anche un investimento significativo nello sviluppo delle competenze professionali e nella gestione del cambiamento organizzativo.

 

Futuri campi di ricerca potranno esplorare come, e attraverso quali modelli gestionali, le tecnologie emergenti e l’analisi dei big data, possano migliorare ulteriormente l’assistenza personalizzata e predittiva per gli anziani. Saranno, inoltre, opportuni ulteriori approfondimenti su come debbano evolvere le competenze del middle e top management.

 

Francesco Longo, Andrea Rotolo, Maria Vittoria Bufali. La digitalizzazione del settore Long Term Care. Fabbisogni manageriali e nuovi portafogli di competenze per le aziende e i professionisti. Ricerca CERGAS SDA Bocconi.

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