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- 4 mar 2025
- 40 ore
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- Italiano
Gestire il prodotto in ogni fase del suo ciclo di vita, bilanciare le esigenze dei clienti e garantire la redditività aziendale.
Ridurre la misurazione della customer loyalty all’analisi di un comportamento ripetitivo, come l’acquisto ripetuto, nasconde un limite importante: non catturare il vero valore della relazione tra azienda e consumatore. Una ricerca del Loyalty Promotion Monitor evidenzia che un approccio integrato, che consideri sia la componente comportamentale che quella attitudinale, può trasformare la loyalty in una leva strategica per migliorare il valore economico e relazionale di un’impresa.
Questo cambiamento di prospettiva non è solo teorico, ma offre alle aziende una chiave per ridurre la vulnerabilità a cambiamenti di mercato e garantire relazioni più durature con i clienti.
Il tema della customer loyalty ha acquisito un ruolo cruciale negli studi manageriali, quale fattore strategico in grado di supportare la crescita aziendale e la sostenibilità del business nel tempo. La nostra ricerca si è concentrata su un tema fondamentale: la misurazione della fedeltà dei clienti è troppo spesso limitata ai soli aspetti comportamentali, come la frequenza di acquisto o la quota di spesa destinata a un punto vendita. Tuttavia, la customer loyalty presenta anche una componente attitudinale, ovvero una cognizione o un appagamento piacevole che favorisce un’entità rispetto ad un’altra, espressione di un commitment di lungo termine.
L’attenzione al solo aspetto comportamentale riflette una pratica aziendale diffusa, che sottovaluta le possibilità che il comportamento stesso dipenda da vincoli situazionali, e che porta a ignorare fattori fondamentali, come ad esempio le percezioni, le emozioni, o la fiducia che legano un cliente all’azienda e che agiscono nello sviluppo di relazioni di lungo termine. D’altro canto, la letteratura accademica aveva già suggerito modelli multidimensionali volti ad analizzare in modo integrato la natura comportamentale e attitudinale della loyalty.
La ricerca è stata quindi guidata da alcune domande chiave.
Per colmare il gap tra teoria e pratica, la ricerca ha integrato una revisione sistematica della letteratura accademica e un’indagine empirica sulle pratiche aziendali.
Lo studio delle precedenti review sul tema, e l’analisi di quasi 200 articoli empirici, ha consentito di identificare come la customer loyalty sia stata concettualizzata e misurata nel tempo. In sintesi, la loyalty si configura come un insieme di attitudini allineate con una serie di comportamenti di acquisto che favoriscono sistematicamente un’impresa rispetto alle imprese concorrenti. Solo approcci integrati permettono una comprensione più accurata della loyalty e del suo impatto sul valore generato per l’azienda.
La loyalty attitudinale può essere analizzata nella sua dimensione:
La loyalty comportamentale si concretizza in acquisti ripetuti, e nella scelta di una specifica product offering rispetto alle alternative disponibili sul mercato; questa dimensione può essere analizzata alla luce del riacquisto, della retention, della frequenza delle visite o della quota di spesa.
Parallelamente, un’analisi sul campo ha coinvolto un campione di 43 manager appartenenti a 37 organizzazioni dell’industria e della distribuzione, per indagare gli approcci aziendali alla misurazione dei Key Performance Indicator (KPI) della loyalty e al miglioramento delle performance aziendali.
La ricerca ha evidenziato come la loyalty sia considerata una leva strategica. Le imprese, tuttavia, rimangono focalizzate principalmente sul monitoraggio dei tradizionali KPI transazionali di natura economica, come le vendite incrementali derivanti dai loyalty program, utilizzandoli per valutare la redditività delle operazioni. L’approccio è teso a una misurazione di breve periodo legata all’investimento (come lo scontrino medio o il numero di acquisti) e agli aspetti comportamentali (come la redemption, la partecipazione ai programmi o la frequenza delle visite).
A queste pratiche iniziano ad affiancarsi misurazioni di lungo periodo, connesse allo studio del Customer Lifetime Value, o dell’Unique Customer View, che permettono di valutare l’intero ciclo di vita del cliente. Di conseguenza, anche i loyalty program iniziano a essere basati su approcci più complessi e customer-centric, allontanandosi dalla sola logica transazionale, e volti a creare legame emotivo e relazionale.
La ricerca apre prospettive significative per manager e policy maker, evidenziando la necessità di evolvere verso modelli di misurazione più completi e predittivi della customer loyalty. Tra gli sviluppi futuri, emergono diverse implicazioni rilevanti.
Investire in queste aree permetterebbe non solo di migliorare la gestione della loyalty, ma anche di costruire una base di conoscenze che posizioni l’impresa per cogliere le opportunità future, rafforzando il proprio vantaggio competitivo.
Castaldo, S. (2024). La fedeltà del cliente. Teoria, misurazione e gestione. EGEA, Milano. EAN 9788823847804.
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