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- 4 mar 2025
- 40 ore
- Online
- Italiano
Gestire il prodotto in ogni fase del suo ciclo di vita, bilanciare le esigenze dei clienti e garantire la redditività aziendale.
Anche in Italia si è sviluppato il fenomeno degli influencer “più maturi”, certamente conseguenza della mutazione dei pubblici dei social media e, tra questi ultimi, quelli più “frequentati” - ad evidenza anche Instagram, da sempre presentato come il “territorio dei giovani!” – evidenziano una composizione demografica molto diversa rispetto ai loro albori e/o alla progressiva affermazione.
Si potrebbe, semplicisticamente, concludere che questo fenomeno è scontato e strettamente connesso alla maturità stessa del mezzo.
Forse però …
Nel 2050 si stima che nel mondo ci saranno più di 2 miliardi di persone con oltre i 60 anni di età (Report IPSOS Mori Perennials) che, a livello globale passeranno dal rappresentare il 13% della popolazione (dato 2017) al 21% (dato 2050); l’incremento sarà ancora più marcato in Paesi sviluppati come la Germania (dal 28% del 2017 al 38% del 2050), il Giappone (dal 33% al 42%) e l’Italia (dal 30% al 40%). E se oggi se ne osservasse il livello di capacità di spesa, la popolazione “over-50” potrebbe costituire una nazione a sé e la terza economia a livello globale.
Secondo le definizioni ad oggi ufficialmente adottate, una persona rientra tra gli “anziani” quando appartenente a una fascia di età o rientrante nella coorte della popolazione tra i 65 e i 75 anni (gli “over 65”). Ma chiamare oggi anziana una persona può suonare distonico (e talvolta offensivo!), considerando evoluzione socio-demografica, allungamento medio della vita-media, reddito medio e capacità di spesa, ma soprattutto capacità cognitiva ed emotiva, partecipazione alla vita sociale, etc.. In un interessante editoriale, del Corriere della Sera, Federico Fubini suggerisce:
“…smettiamo di chiamare «anziani» le signore e i signori fino ai 75 anni di età. Facciamo come raccomanda l’Istituto di Gerontologia dell’Università di Tokyo (lì se ne intendono) e chiamiamoli «pre-anziani». Quel «pre» segnala al resto del mondo che non devono essere necessariamente inattivi, non devono essere fatti sentire un peso per la società…”
Del resto chi oggi si trova ad avere 60 anni, o qualche anno di più, tende a mantenersi progressivamente più giovane tanto che sempre più spesso si sente dire: “i sessantenni sono i nuovi cinquantenni della generazione precedente”; “ma sei nella tua seconda giovinezza!”; “hai la pelle di una ragazzina”; “ma che stile…” etc.. Insomma, si cura l’aspetto fisico, si segue uno stile di vita (più sano), tanto da non considerare più l’età anagrafica; basta riflettere su come ci si comporta, ci si veste, ci si diverte e …si “chatti” o si “posti”!
Ecco perché sono stati progressivamente coniati termini come “grey panther” (la pantera grigia), “silver surfer” (il navigatore argentato del web) “perennial” (i perenni millennial, per cui rimando ad un interessate focus sull’argomento del collega Gabriele Troilo
per indicare quelle persone “over 65” che hanno - in alcuni casi, ma non necessariamente - “solo” i capelli bianchi come prova dell’età anagrafica, ma che sono in realtà molto prestanti e per nulla emarginati; “surfano” sul web come chi ha 20 o 30 anni di meno e ...svolgono influencing!
Oggi, quindi, si ravvisa una “popolazione” sempre più spostata verso gli adulti o gli anziani che, in specifico, si mostrano quali fruitori dei social media o influencer, con un’ampia schiera di follower di tutte le età! In Italia non sono ancora molti gli influencer âgée, ma alcuni tra loro, occupandosi di temi legati alla moda, al costume, agli stili di vita, al food, al sociale, alla diversity e alla sostenibilità, vengono annoverati e identificati come micro o nano influencer, divenendo un punto di riferimento rilevante e …non solo per gli utenti più maturi.
Ringrazio Buzzoole per avermi fornito dati e informazioni su Influencer “over” nel mondo; ne condivido alcuni, italiani e stranieri, uomini o donne, dedicati a temi diversi e impegnati socialmente, con un numero di follower impressionante, se si pensa agli “anziani”!!! Alcuni di loro hanno più di ottanta anni e altri raggiungono anche i novanta (giusto come ulteriore evidenza: Iris Apfel ha appena compiuto 99 anni!).
A livello globale gli influencer âgée evidenziano molti più generi e varietà nella proposta di argomenti e nei canali impiegati: beauty, fashion e gamer versus canali come Youtube, TikTok e Twitch; ma anche un elevato numero di follower nonché di contenuti sovente piuttosto ironici.
«Ciao Instagram, c’è posto per una ragazza di 88 anni?».
Questo è stato l’esordio nel settembre del 2018 di Licia Fertz, che ha conquistato il popolo social; dopo qualche secondo dal suo primo post, una pioggia di like, condivisioni e commenti l’hanno lanciata verso il successo.
Non lavora da sola ma in “squadra” con il nipote, inseparabile, che l’assiste, la consiglia e la riprende per foto e video da postare.
Influencer per gioco? Inizialmente l’apertura del profilo doveva essere un modo per “aiutare” la nonna - a seguito della dipartita del nonno Aldo, marito e compagno di vita per oltre sessant’anni – a distrarsi e tirarsi un po’ su, come se fosse un gioco. Ma in seguito se ne è dimostrata la sua efficacia non solo per la nonna, scandendo un secondo tempo della sua vita professionale (la stessa Fertz ha dichiarato che: «il mestiere più bello arriva a 90 anni») ma, soprattutto, per l’esplosione di consensi e la crescita di follower.
Foto dei follower. L’età dei follower “spazia” dai 18 agli over 65, tra cui più dell’80% è costituito da donne. Tra i Paesi, oltre l’Italia si ritrovano seguaci in Stati Uniti, Brasile, Russia, Inghilterra, Francia, Germania, Australia e Canada. Sono anche molti gli “under 30” che la seguono, sfatando la leggenda che giovani e anziani siano due mondi lontani e, per certi versi, opposti. Oltre ad ascoltare i giovani, cercare di comprenderli a fondo e aiutarli a risparmiare “le sofferenze e le delusioni” della vita, Fertz riesce a trasferire “quel” modello di vecchiaia positivo di una “terza età” che non sta appartata, triste e inattiva ma, al contrario, ne rappresenta una fase piena di colori e divertente…il modo che piace tanto ai giovani.
È una influencer over 90, che sente il bello della sua età proprio nell’avere “nuove” idee, nel “perseguire” propositi e intenti e, soprattutto, nel poter essere e sentirsi utile agli altri attraverso trattazioni e temi di varia natura - perorando cause sociali - raccontati, argomentati, “scambiati” e sviluppati con esperienza, impegno, capacità e simpatia, affatto personali.
Forse se ne comprende l’approccio pensando alla vita precedente e alle parole spesso impiegate per descrivere ciò che fa. L’infermiera è stato il lavoro della sua vita: «una scelta connessa alla volontà di essere vicina a tante persone e, al contempo, per aiutarle e supportarle». Instagram le ha permesso di essere in contatto con il mondo, di creare nel tempo una comunità che si scambia consigli, esperienze, opinioni. Il “supporto” tra le parti è reciproco. E da tale relazione nasce la voglia di molti, anzi tantissimi, follower a scriverle.
Analizzando il “tone of voice” della sua comunicazione se ne percepisce la sua autenticità (rilevante per tutti gli influencer...ma non solo per loro!
sottolineata durante una delle poche interviste rilasciate in cui ha dichiarato: «…dico sempre cosa penso, con spontaneità. Mi propongo come sono, non c’è niente di studiato…molti follower conoscono la mia storia. Nella vita ne ho passate un bel po’».
Influencer, opinionista tv, modella, supporter di cause benefiche e autrice, insieme al nipote, del libro: “Non c’è tempo per essere tristi” (che titolo!).