Bene, anche se è un po’ presto per dare un giudizio. L’anno di introduzione sperimentale è ancora in corso e il primo ciclo si conclude con la valutazione finale, che verrà effettuata ad inizio 2024. Ma i passi fatti fino ad ora sono positivi. Ad esempio, la valutazione intermedia, che nel nostro sistema rimane facoltativa, sta procedendo in modo fluido. Il nuovo applicativo informatico che supporta l’intero processo è entrato in uso e sta funzionando, permettendoci di superare la modalità cartacea, che mi appariva davvero fuori dal tempo e che non permetteva di effettuare analisi e confronti in tempi brevi.
Penso che se per ora le cose stanno funzionando, è anche perché il nuovo sistema è frutto di una gestazione non improvvisata né breve e di una condivisione con le parti sindacali, che è servita anche a calibrare meglio alcuni passaggi.
Naturalmente desta grande curiosità l’introduzione della valutazione bottom-up (in realtà una delle poche nell’intero panorama nazionale delle aziende sanitarie pubbliche), della quale -sono certo- verrà fatto un uso intelligente e responsabile.
Segnalo inoltre che, oltre alle due principali novità che tu hai citato, ve ne sono anche delle altre: su tutte l’introduzione dell’autovalutazione e della fase di calibrazione dei punteggi, che consente una cultura di responsabilità diffusa rispetto agli esiti organizzativi della valutazione.
Certo, capita –e credo sia normale- che la semplificazione implicita nel nuovo sistema faccia oggi fatica ad essere colta fino in fondo: nei giorni scorsi stavo discutendo con i colleghi delle Risorse umane di una scheda di valutazione di fine incarico e mi accorgevo come i retaggi del passato (schede diverse per valutazioni con fini differenti, che non si “parlavano” tra loro) ogni tanto riemergano. Ma credo sia normale e, con il tempo, tutti si sintonizzeranno sulle novità. Che -per inciso- semplificano in realtà il lavoro di tutti.
C’è un aspetto su cui ci è capitato di confrontarci spesso: i sistemi di gestione delle persone sono cruciali nelle organizzazioni ad alta intensità di capitale umano, come in sanità. Ma, allo stesso tempo, i mezzi a disposizione sono sovente limitati dal fatto che la natura professionale del lavoro dei medici è spesso difficilmente gestibile dentro i sistemi HR. Penso, ad esempio, agli aspetti retributivi: talvolta i compensi della libera professione superano lo stipendio ‘pubblico’. È sempre più il mercato a guidare i comportamenti.