C’è una dottoressa internista americana, Rita Charon, che è anche una studiosa di letteratura, che all’incrocio delle due grandi passioni della sua vita ha fatto nascere una cosa nuova: la medicina narrativa.
Guardare ai pazienti non solo come alla somma dei valori delle loro analisi del sangue, radiografie e lista di sintomi, ma come a storie che devono essere raccolte con attenzione per comprendere meglio il contesto clinico; raccontare ai pazienti con parole comprensibili, senza che siano superficiali, ma nemmeno fredde, distanti, spaventose, la loro malattia e i trattamenti che stanno per ricevere per sostenere la loro esperienza di cura: questi sono alcuni dei principi che Rita Charon ha cominciato non solo ad esercitare nella sua attività, ma a trasformare in metodo di lavoro clinico. Oggi questa pratica è diffusa largamente negli Stati Uniti (soprattutto grazie al lavoro della stessa Charon alla Columbia University, che ha aperto un corso di studi sul tema) e in Europa.