- Data inizio
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- 3 mar 2025
- 5 giorni
- Blended
- Italiano
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La tassazione del tabacco può salvare migliaia di vite e aiuta soprattutto i più giovani e chi dispone di meno risorse.
Bonus: non fa crescere il contrabbando
L’Organizzazione mondiale della Sanità stima 6 milioni di decessi ogni anno per il fumo e le stime del Ministero della Salute per l’Italia si attestano tra le 70.000 e le 83.000 vittime. L’evidenza inoltre mostra come in Italia il consumo di tabacco sia decresciuto dopo l’introduzione del divieto di fumare nei luoghi pubblici (legge Sirchia) per poi ricominciare a crescere con l’introduzione delle sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato.
Uno degli interventi periodicamente invocato per ridurre il tabagismo è l’aumento delle accise sulle sigarette e gli altri prodotti del tabacco. Poiché si tratta di un intervento impopolare, è importante chiedersi se sia efficace. Con i colleghi Michela Meregaglia, Laura Giudice e Simone Ghislandi del CeRGAS (Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale), abbiamo condotto una rassegna dell’abbondante letteratura scientifica esistente, in uno studio condotto per Fondazione Umberto Veronesi ETS, che da anni è impegnata in progetti contro il tabagismo.
A costo di svelare l’assassino, preferisco chiarirlo subito: sì, l’aumento della tassazione sul tabacco è una misura capace di contrastare il tabagismo. Secondo la gran parte della letteratura scientifica, l’aumento genera diminuzioni della domanda di tabacco, del consumo e della percentuale di popolazione utilizzatrice. Una recente metanalisi che riunisce tutta l’evidenza scientifica fino ad ora prodotta mostra che un aumento del prezzo del 10% può produrre effetti rilevanti quali la diminuzione della domanda di tabacco del 5,4%, dei fumatori dell’1,3%/2,4%, anche nella popolazione più giovane. Detta altrimenti, aumentare il prezzo di un pacchetto di sigarette da 5,4 euro a 5,94 euro porta a fumare una sigaretta in meno per pacchetto. Si comincia anche ad accumulare evidenza che questo porti a benefici in termine di salute e anni di vita. Ad esempio, negli Stati Uniti è stata osservata una correlazione tra l’aumento della tassazione sul tabacco e la riduzione non solo della mortalità per tumore, ma anche della mortalità generale e di quella infantile.
Un’analisi approfondita della letteratura scientifica evidenzia, inoltre, che alcune delle obiezioni più comuni all’aumento delle accise risultano inconsistenti alla prova dei fatti. Una di queste è la preoccupazione che un aumento della tassazione possa incentivare il commercio illegale di sigarette. In realtà, si è osservato che il prezzo del tabacco illegale tende a seguire quello del tabacco legale. Se il prezzo delle sigarette aumenta per via di un’accisa più alta, i contrabbandieri non mirano a guadagnare quote di mercato, ma a guadagnare di più a parità di quantità venduta. In alcuni casi (e specificamente in Australia e Vietnam) si è addirittura osservato che a un aumento delle accise è seguita una diminuzione delle vendite di sigarette illegali.
Non è neppure vero che accise e prezzi più alti penalizzino le persone con reddito più basso, esacerbando così problemi di equità. Anzi, sono proprio queste persone che, riducendo di più i consumi, ne traggono i maggiori benefici in termini di salute.
La terza obiezione è che l’aumento della tassazione penalizzi il settore della coltivazione del tabacco e l’economia del Paese produttore. Anche in questo caso, l’evidenza scientifica prodotta dalla Banca Mondiale mostra il contrario. La coltivazione del tabacco è tra le meno redditizie per gli agricoltori, è facilmente automatizzabile e porta con sé importanti rischi ambientali. Anche se la tassazione portasse gli agricoltori a convertirsi ad altre colture, questo non sarebbe perciò uno svantaggio.
Rispetto ad altri Paesi, l'Italia è stata fino ad ora timida nell’applicare politiche di tassazione del tabacco con un chiaro obiettivo di prevenzione e salute pubblica. Abbiamo applicato incrementi modesti delle accise che non modificano i comportamenti delle persone e rimangono principalmente un modo per aumentare gli introiti dello Stato. L’Italia mostra accise inferiori alla media europea e prezzi delle sigarette che sono quasi la metà di quelli francesi e un terzo di quelli irlandesi. Abbiamo quindi ancora molto spazio di manovra per adottare provvedimenti finalizzati a migliorare la salute della popolazione e a salvare vite umane.
Pubblicato originariamente su Fortune Italia