- Data inizio
- Durata
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- 4 mar 2025
- 40 ore
- Online
- Italiano
Gestire il prodotto in ogni fase del suo ciclo di vita, bilanciare le esigenze dei clienti e garantire la redditività aziendale.
Era pronto un altro “pezzo” per questa settimana che titolava (anzi titola, perché lo trasferiremo a tempo debito): “Pensiamo positivo: I BRAND DELLA FELICITA’”, però poi, di comune accordo con il Comitato editoriale di SDA Bocconi-Insight, abbiamo pensato che proprio attraverso la solidarietà si può dare e ricevere felicità.
Prima di evidenziare cosa e come le marche in Italia stanno reagendo e si stanno prodigando in questo momento affatto particolare, vorrei partire con un racconto che, nella sua semplicità, chiarisce l’idea sottesa ai BRAND DELLA SOLIDARIETA'.
George Shearing, cieco dalla nascita, è senza dubbio uno dei più grandi musicisti jazz; il suo successo è ancora più degno di considerazione visti gli ostacoli personali e gli svantaggi che ha dovuto superare. Dal Regno Unito arrivò negli Stati Uniti, dove trovò la notorietà che l’ha portato ad essere tutt’oggi sinonimo di "cool", raffinatezza, ingegno, talento e innovazione. Uno dei brani che lo contraddistingue per la sua vena compositiva e il suo stile è Lullaby of Birdland. Il pezzo divenne rapidamente popolare, generando innumerevoli versioni da quelle strumentali di Erroll Garner e Coleman Hawkins, alle interpretazioni vocali di Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Eartha Kitt e, in tempi più recenti, Chaka Khan, Amy Winehouse e, in Italia, Mina.
Un giorno, durante la rush-hour – l’ora di punta – a New York, Shearing si trovò ad un incrocio affollato di Manhattan, in attesa che qualcuno lo aiutasse ad attraversare la strada. Dopo aver atteso un po' di tempo, finalmente si sentì picchiettare sulla spalla. Sfortunatamente era un altro cieco, con il bisogno di attraversare.
Cosa fece Shearing? L’ha ricordato all’interno della sua autobiografia: “Lo aiutai ad attraversare, e fu il momento più emozionante della mia vita!”
Solidarietà è una parola che in questi giorni rompe l’assordante silenzio delle città, degli uffici, delle aule e certamente non di casa. E’ una parola inespressa che circola tra i messaggi scherzosi o seriosi inviati tra amici e conoscenti (es. all’interno dei social media come Whatsapp). E’ una parola che ritroviamo nei comunicati, nei titoli degli articoli e in numerosi contenuti che ci raggiungono in questa “pausa forzata” che tutti stiamo cercando di rendere operativa.
E’ una parola usata sempre più spesso negli ultimi anni perché in varie parti del mondo e per diversi soggetti c’è un crescente fabbisogno di solidarietà: poveri, migranti, persone che chiedono asilo o senza lavoro e senza casa, anziani soli o senza mezzi di sussistenza, malati, ricoverati e tanti altri.
Solidarietà non va confusa con carità, non va confusa con responsabilità sociale, non va confusa con sostenibilità e non va confusa con il (green) washing.
Essere solidari o solidali con gli altri indica la volontà di realizzare un rapporto di unione (fratellanza la chiama l’Enciclopedia Treccani) e di reciproco sostegno, costruendo, collegando, rafforzando ed esprimendo un legame che unisce i singoli componenti di una collettività nel sentimento di appartenenza, di condivisione di idee, interessi, propositi e responsabilità.
Le diverse industry e le marche con differenti forme, modalità e strumenti sono state in grado di denotare o connotare i benefici di marca in modo concreto e funzionale rispetto ad attività svolte e prodotti/servizi offerti - creando in alcuni casi una dissonanza cognitiva “ingaggiante” e agendo per paradossi (avete mai sentito banche che facciano donazioni? O retailer che allievino i fornitori mettendo a disposizione affidamenti destinati alle anticipazioni di pagamento dei crediti commerciali?) - ma anche in modo simbolico, agendo su nazionalità, territorio, vicinanza, connettività, rinuncia ecc., e rivolgendosi a target o stakeholder più “bisognosi di solidarietà”.
I BRAND che si non mossi, chi prima chi dopo, chi grande chi piccolo, chi a livello mondiale chi a livello locale, l’importante è che questo sostegno si faccia sentire in questo silenzio assordante.
In ambito Finance: Goldman Sachs, BofA e UBS si sono unite con donazioni sostanziose agli sforzi per combattere la diffusione della malattia. Secondo il Financial Times, già a fine gennaio erano stati raccolti fondi per 1,4 milioni di dollari, oltre che materiale come le mascherine volte ad arginare il contagio. Ubi Banca e Bnl gruppo Bnp Paribas hanno fornito agevolazioni per gli abitanti delle zone rosse, cominciando dalla sospensione dei pagamenti delle rate di rimborso dei finanziamenti a famiglie e imprese in difficoltà. Intesa Sanpaolo, ha donato 100 milioni di euro per rafforzare le strutture di terapia intensiva, portando i posti letto da 5.000 a 7.500, ma anche per creare ospedali da campo e acquistare apparecchiature mediche. Unicredit, ha illuminato il suo grattacielo con il tricolore e ha donato, con Unicredit Foundation, 2 milioni di euro alla Protezione Civile per comprare mascherine, materiale sanitario e dispositivi medici. Nel campo assicurativo, Unipol ha esteso come gratuità le polizze sanitarie e ha messo a disposizione la sua centrale operativa (UniSalute), aperta 24 ore al giorno. Allo stesso modo, Reale ha esteso le coperture assicurative alle quarantene.
In ambito Big Hi-Tech: Bill Gates, da anni è impegnato con la sua Fondazione nel risolvere i problemi legati a malattie più banali, ma non per questo meno pericolose, come la malaria e dissenteria, ha offerto 6 milioni di Renmimbi - la moneta avente corso legale nella Repubblica Popolare Cinese – e 1 milione attraverso rispettivamente Microsoft e 5 con la Fondazione. Tim Cook della Apple ha annunciato via twitter che da Cupertino non avrebbero fatto mancare il sostengo contro l’epidemia, ma anche Mark Zuckerberg, che già aveva fatto una donazione per l’ebola, ha dato un contributo a titolo personale.
Nelle telecomunicazioni i grandi gruppi si sono attivati per aiutare i clienti a lavorare e comunicare in queste settimane difficili. Vodafone ha offerto agli utenti delle zone rosse giga e minuti illimitati per tenersi in contatto con i propri cari. Per i clienti business, invece, si offre un mese di giga illimitati. Azioni simili da Tim, che ha previsto anche pacchetti specifici per la rete fissa dei residenti nelle zone sottoposte a restrizioni a causa del coronavirus. Marzo gratuito anche per i contenuti di Timvision, la televisione del gruppo telefonico, e niente canone per due mesi per il Tim Smart Work, il pacchetto di servizi per supportare tecnologicamente il lavoro a distanza. Wind Tre ha invece attivato un bonus da cento giga di traffico e sospeso i solleciti di pagamento per i morosi.
Nel Fashion System: Giorgio Armani ha preso parte attiva alla lotta al coronavirus donando 1 milione e 250 mila euro, per supportare la Protezione Civile e gli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e l’Istituto dei Tumori di Milano e l’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma. Bulgari, si è impegnato affinché l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive di Roma si dotasse di un sistema microscopico di acquisizione delle immagini all’avanguardia. Il gruppo Kering, di cui fa parte Gucci, effettuerà una donazione di due milioni di euro ad alcune principali fondazioni e strutture sanitarie in Italia, per sostenere gli sforzi per i servizi in ambito sanitario.
Nel Retail: Esselunga, con l’obiettivo della donazione è fornire supporto agli istituti nell’assistenza dei pazienti e nella ricerca scientifica, ha donato 2,5 milioni di euro all’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, alla Fondazione Irccs San Matteo di Pavia, all’Ospedale Luigi Sacco di Milano, all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, all’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza e alla Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. Esselunga ha anche pensato ai fornitori, potenziando l’accordo con Unicredit che agevola i pagamenti per alleviarne la tensione finanziaria; inoltre, fino a Pasqua tutte le consegne agli over 65 anni saranno gratuite, per incentivare le persone potenzialmente più esposte a rimanere nelle proprie case. Eurospin, azienda del canale discount, contribuirà alla lotta con una donazione da 100 mila euro da dividere tra l’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma e l’Ospedale Luigi Sacco di Milano.
Altre aziende come Eataly, Manila Grace, Carpisa e Yamamay hanno deciso di donare alla ricerca una quota degli incassi di questi giorni. Acquaflex di Milano produrrà 20 mila flaconi di detergente da regalare alla Croce Rossa per le zone calde. Angelini, che produce l’ormai introvabile Amuchina, ha donato 40 mila flaconi alla Protezione Civile con destinazione Veneto e Lombardia.Milano Ristorazione sta alleviando le pene in Ospedali e Onlus consegnando i pasti gratuitamente. Tutte le aziende del settore turismo del Trentino potranno accedere da subito al Fondo di solidarietà per fare fronte al calo di attività, servizi e prenotazioni.
Bayer, Dell, Immunotec Global, IBM, L'Oreal, Michelin, PepsiCo, P&G, Xianomi e tante altre sono solidali con il mondo.
Come affermato da Angelina Jolie durante una delle sue innumerevoli interviste: “un gesto di solidarietà è spesso una goccia nel mare. Ma a forza di versare gocce, il mare si può anche riempire”.
La nostra Italia è una penisola attorniata dal mare che con le gocce infinite offerte dai BRAND può ricevere e donare tanta SOLIDARIETA’.