
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 7 Mar 2025
- 20 giorni
- Class
- Italiano
Rafforzare la capacità di analisi a 360 gradi e di pensiero critico per cogliere tutte le implicazioni dell’agire manageriale e migliorare l'efficacia del proprio ruolo.
In un recente corso sulla leadership, si parlava di futuro del lavoro e modi diversi di interpretare il ruolo di leader e un partecipante ha posto agli altri suoi colleghi e a me una domanda provocatoria: “Chi ci dice che il mondo di domani avrà bisogno delle soft skills?” Una domanda che, più che mettere in discussione l'importanza delle competenze trasversali, apre un dibattito cruciale sul rapporto tra generazioni, futuro del lavoro e cambiamenti culturali.
Le soft skills, come comunicazione, empatia, collaborazione e capacità di gestione dei conflitti, sono state a lungo considerate essenziali nel mondo professionale. Tuttavia, con l'avvento di tecnologie avanzate, l’automazione e il lavoro sempre più ibrido, ci si domanda se queste competenze saranno altrettanto rilevanti in un futuro dominato dall’intelligenza artificiale e da processi sempre più digitalizzati.
Questa riflessione sembra essere ancor più necessaria alla luce del fatto che le nuove generazioni, in particolare i Gen Z, si trovano spesso accusate di mancanza di soft skills. Si dice che preferiscano interazioni digitali rispetto a quelle faccia a faccia, che trovino difficile affrontare conversazioni difficili o gestire situazioni di conflitto. Questo scenario può essere attribuito, almeno in parte, al cambiamento dei contesti educativi e sociali: molta comunicazione avviene tramite messaggi istantanei, riducendo le opportunità di sviluppare empatia e ascolto attivo. Inoltre, le carriere tecniche e le cosiddette hard skills (come la programmazione o l’analisi dati) vengono sempre più valorizzate dai mercati del lavoro, relegando le competenze relazionali in secondo piano.
Questa tendenza rischia di consolidare l'idea che le soft skills siano opzionali, anziché fondamentali.
Eppure, molte ricerche indicano che il futuro del lavoro richiederà più soft skills, non meno. Uno studio del World Economic Forum sottolinea che le competenze chiave per il 2030 includono il pensiero critico, la creatività, la leadership collaborativa e l'intelligenza emotiva. In un mondo dove le macchine saranno in grado di svolgere compiti sempre più complessi, ciò che differenzierà i professionisti sarà la capacità di lavorare in team, comprendere contesti complessi e costruire relazioni significative.
Ma tornando alla domanda del partecipante: e se davvero il mondo di domani non avesse bisogno di queste competenze? Potremmo immaginare un futuro in cui tutto il lavoro venga eseguito da macchine, dove le decisioni vengano prese algoritmicamente e dove le relazioni interpersonali siano sostituite da interazioni virtuali? Anche qualora riuscissimo ad immaginarci questo scenario distopico, non potremmo ignorare il fatto che siamo esseri umani, guidati da emozioni, motivazioni e relazioni. Le soft skills non sono semplicemente “strumenti professionali”; sono il fondamento del vivere umano. Vari filosofi e psicologi, oltre che pedagogici, hanno studiato e verificato il principio della relazione, ovvero che l'"Io" esiste nella misura in cui entra in relazione con un "Tu", l'identità e il senso di sé si sviluppano attraverso l'interazione autentica con gli altri. Per questo, le soft skills sono competenze che rispondono a bisogni universali dell’essere umano: comprendere gli altri, comunicare in modo efficace, risolvere conflitti e collaborare verso obiettivi comuni. Che il futuro del lavoro sia più o meno automatizzato, queste capacità rimarranno il cuore di ciò che ci rende umani. La vera sfida, quindi, non è chiedersi se il mondo di domani avrà bisogno di soft skills o meno, ma come le generazioni future potranno svilupparle e adattarle a un contesto in continua evoluzione. La risposta non sta nel sostituirle, ma nel reinventarle.