Il Welfare Aziendale come motore di crescita economica e sociale

Presentazione della ricerca annuale del Corporate Welfare Lab

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“Il welfare aziendale rappresenta una leva fondamentale per migliorare le performance economiche e sociali, non solo a livello aziendale ma anche a beneficio delle comunità locali.” Apre così Paola Cillo, Dean for Research – Claudio Demattè Research Division, l’evento annuale di presentazione dei risultati della ricerca del Corporate Welfare Lab.

Alberto Dell’Acqua, Direttore del Corporate Welfare Lab, introduce l'obiettivo principale della ricerca: studiare le politiche di welfare aziendale e i loro impatti, sia per le imprese che per l'economia locale. Impatti misurati attraverso lo studio di cinque dimensioni: la mobilità, la parità di genere, l'engagement, il people care e l'employee saving, dimostrando come queste politiche migliorino la qualità della vita e promuovano la salute e il benessere delle comunità, favorendo anche la crescita economica e la creazione di nuovi servizi.

Il welfare aziendale nel panorama odierno: politiche, performance aziendali e impatti sistemici

Lo studio presentato dal team di ricerca, condotto su un campione di 400 aziende italiane di medie e grandi dimensioni, evidenzia come le pratiche di welfare influiscano sulle performance aziendali e sull’economia locale. Nel primo caso, il 59% delle aziende ha osservato un impatto molto positivo sull’economia locale; nel secondo, il 52% delle imprese ha registrato un aumento significativo delle assunzioni nel 2023 e il 54% ha riportato una crescita del fatturato superiore al 10%.

Da un lato, politiche di mobilità, parità di genere ed engagement (incentivi, flessibilità oraria, programmi di team building e work-life balance) migliorano la qualità della vita e promuovono il benessere delle comunità. Dall’altro, benefit personalizzati e programmi di risparmio pensionistico si sono rivelati strumenti efficaci per attrarre e fidelizzare il capitale umano (soprattutto under 30), riducendo il turnover e migliorando le performance economiche aziendali.

 

Lo stato dell’arte del welfare aziendale in italia: quali i trend?

“Oggi solo il 42% delle aziende italiane dispone di un piano di welfare strutturato, mentre il 56% delle PMI non ha ancora implementato soluzioni in questo ambito” evidenzia Giulio Siniscalco, Commercial Director Benefit & Engagement, Edenred. Dati in forte contrasto rispetto a un’importanza sempre crescente dell’engagement dei dipendenti in impresa, con il 70% di loro disposto a cambiare azienda per un piano di welfare più vantaggioso.

Secondo Siniscalco, il welfare aziendale è uno strumento che crea valore non solo per i dipendenti, ma anche per l'intera comunità, contribuendo a un ambiente di lavoro più sano e produttivo.

La previdenza complementare come risorsa strategica per il welfare aziendale

Antonio Barbieri Ripamonti, Head of Institutional Sales, Arca Fondi SGR, pone inoltre l'accento sul ruolo cruciale della previdenza complementare per garantire il benessere a lungo termine dei dipendenti, considerando la previsione dell'innalzamento dell’età pensionabile per i giovani oltre i 70 anni, con solo il 50% dell'ultima retribuzione.

“È necessario valorizzare il contributo aziendale al fondo pensione e promuovere una maggiore educazione finanziaria tra i dipendenti” prosegue Ripamonti, sottolineando il potenziale della previdenza complementare di contribuire all’economia locale e nazionale attraverso investimenti nell’economia reale.

Politiche di welfare aziendale: effetti sistemici e microeconomici. quali le motivazioni?

Giulio Siniscalco, Antonio Barbieri Ripamonti e Francesco Pasquale De Mutiis, Director People Transformation, PWC, chiudono la discussione esplorando le evoluzioni e la traiettoria del welfare aziendale in Italia.

“Le aziende italiane saranno chiamate a compensare le carenze del welfare statale con soluzioni più flessibili e mirate” prosegue De Mutiis. Ed è in questa prospettiva che Siniscalco evidenzia la necessità di far conoscere meglio i vantaggi del welfare, soprattutto tra le PMI, con l’auspicio di Ripamonti di “una maggiore stabilità normativa per facilitare l'adozione di piani di welfare complementare”.

Proprio su questo tema si è concluso l'incontro: politiche di welfare aziendale flessibili e coerenti con gli obiettivi aziendali possono massimizzare i benefici per i dipendenti, generando valore condiviso per l’impresa e per la comunità locale a lungo termine.

SDA Bocconi School of Management

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