PNRR: lo stato dell’arte

Il PNRR Lab di SDA Bocconi ha presentato a Roma un aggiornamento sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

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Presso la sede di Roma di SDA Bocconi, Il team di ricerca PNRR Lab di SDA Bocconi guidato da Carlo Altomonte ha avuto l’occasione di presentare e discutere lo status quo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in un incontro con Riccardo Ercoli, capo della segreteria tecnica del MEF, Massimiliano Atelli, Presidente della Commissione VIA, Giuseppe Busia, Presidente dell’ANAC, Valerio Iossa, dell’Unità di Missione PNRR del Ministero della Funzione Pubblica, Paolo Casalino, Unità di Missione Ministero delle Imprese e del Made in Italy e Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, Coordinatore della Struttura di Missione del PNRR.

 

Il lavoro svolto dal PNRR Lab si basa sui dati riguardanti i progetti del PNRR disponibili all’interno delle piattaforme: ReGiS e OpenCUP. ReGiS fornisce dettagli sulla natura dei progetti, le entità che li implementano e le fonti di finanziamento. OpenCUP, invece, offre una panoramica di tutti i progetti di investimento pubblico in Italia, inclusi quelli del PNRR. Ad oggi circa 80.000 progetti risultano validati e in fase di gara per un totale di 86,3 miliardi di finanziamento, di cui 61,7 miliardi direttamente riconducibili al PNRR.

 

La fotografia che emerge dallo studio di SDA Bocconi evidenzia come tra i potenziali problemi relativi al PNRR vi siano i progetti di grandi dimensioni in capo ai Comuni che risultano ancora fermi. Dallo studio emerge che le aree del Paese con istituzioni più deboli potrebbero avere problemi amministrativi che impediscono di spendere i fondi ottenuti. Si osserva infatti una correlazione positiva e significativa tra la qualità delle istituzioni e la percentuale di fondi validati rispetto a quelli allocati.

 

Per quanto riguarda il capitale umano, il Lab rileva come il 16,5% circa delle persone che lavorano nel settore pubblico risulterà essere in età pensionabile entro i prossimi 5 anni. Questa quota supera il 20% (uno su cinque) per il personale degli Enti Locali. Si solleva quindi il tema della programmazione del turnover e del trasferimento di competenze per i profili più qualificati, anche perché il fabbisogno in termini di personale per la pubblica amministrazione nel quinquennio 2022-2026 si attesta a 770.000 nuove unità, il 60% delle quali in ruoli dirigenziali o a elevata specializzazione.

 

Buone notizie arrivano invece dalla riduzione della durata media dei procedimenti. Un trend decrescente sia a livello nazionale sia regionale, che suggerisce una maggiore efficienza del permitting a fronte delle innovazioni normative. L’aumento del numero di procedimenti conclusi sia a livello nazionale che regionale si traduce in migliori indici di ricambio, smaltimento dei procedimenti e di variazione della percentuale delle pendenze. Ancora una volta, i dati segnalano potenzialmente un risultato positivo derivante dall’introduzione delle norme in tema di permitting: un aumento dell’efficienza dell’iter autorizzativo.

 

Attenzione però ai potenziali effetti avversi legati all’introduzione di norme che si focalizzano sulla riduzione dei tempi. In particolare, post 2020, è aumentato più o meno trasversalmente il numero dei procedimenti conclusi con prescrizioni. Se ciò in parte deriva dalla «qualità» dei progetti, potrebbe indurre a una tendenza di allungamento dei tempi a valle del procedimento, per la necessità di apportare modifiche progettuali. In altre parole, sembra emergere un possibile trade-off tra efficienza ed efficacia.

 

SDA Bocconi School of Management

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