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Equilibrio digitale

In questa era dominata dalla tecnologia, la discussione sul benessere digitale sta diventando sempre più rilevante. Con il termine "benessere digitale" ci riferiamo all'uso consapevole della tecnologia, volto a supportare e non ostacolare la nostra salute mentale e fisica. Parallelamente, il concetto di "detox digitale" suggerisce un’intenzionale disconnessione dai dispositivi digitali per ridurre lo stress e arricchire la vita interpersonale. Queste pratiche non sono solo tendenze moderne; sono diventate essenziali per chi cerca di navigare con successo nel mare della digitalizzazione globale.

Il benessere digitale porta benefici tangibili: può diminuire problemi quali ansia e depressione e al contempo aumentare la produttività. Gestire il tempo che passiamo davanti agli schermi non solo migliora l'equilibrio tra lavoro e vita privata, ma può anche elevare le nostre prestazioni professionali e diminuire il rischio di burnout.

 

D'altra parte, il detox digitale ci offre preziose pause dall'incessante flusso di connettività. Questi momenti di disconnessione sono vitali per riacquistare la concentrazione e promuovere attività distensive, come trascorrere tempo all'aperto o dedicarsi a hobby non digitali. Un altro beneficio, spesso sottovalutato, del detox digitale è la riscoperta del valore della noia.

 

A dispetto della sua reputazione negativa, la noia può infatti fungere da potente catalizzatore per la creatività e l'auto-riflessione, spingendo a esplorare nuove idee e prospettive personali.

Spesso la noia viene evitata per non sperimentare il disagio che il più delle volte provoca: sensazione di perdita di tempo e affollamento non ordinato di pensieri. A questo proposito, la meditazione e la mindfulness sono diventate pratiche popolari per la loro capacità di domare i pensieri improduttivi che possono intensificarsi con il sovraccarico di informazioni. Queste però differiscono dal vagare della mente che spesso scaturisce dalla noia.

Mentre la meditazione mira a focalizzare e liberare la mente per aiutare le persone a sentirsi più positive, calme e capaci di regolare le emozioni., il cosiddetto "mind-wandering" può attivare le regioni cerebrali legate alla creatività, come evidenziato da studi come quello del dottor Judson Brewer di Yale (in uno studio con risonanza magnetica del 2011 scoprì che le regioni del nostro cervello appartenenti alla cosiddetta default mode network - quelle appunto responsabili della creatività - si attivano nei momenti di inattività mentre rimangono disattivate nei meditatori esperti). Questi due approcci, quindi, benché diversi, possono essere complementari, offrendo un equilibrio tra controllo mentale e libertà creativa.

 

Mentre ci avventuriamo ulteriormente nell'era digitale, non possiamo dunque sottovalutare l’importanza di queste pratiche, non solo come strumenti di sopravvivenza ma come baluardi essenziali che ci permettono di navigare con intenzionalità e creatività nel nostro mondo iperconnesso. Attraverso queste, possiamo infatti trasformare i potenziali ostacoli della vita digitale in trampolini di lancio per un'esistenza più ricca e soddisfacente.

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