- Data inizio
- Durata
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- 3 mar 2025
- 5 giorni
- Blended
- Italiano
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Un evento sui miti e sulle maggiori sfide del management sanitario: SDA Bocconi ha organizzato una tavola rotonda speciale con il Professor Henry Mintzberg, in collaborazione con il DASP (Direttrici e Direttori delle Aziende Sanitarie Pubbliche), per esplorare il panorama in evoluzione del management sanitario. Alla tavola rotonda hanno partecipato 80 Direttori e Direttrici di aziende sanitarie provenienti da tutta Italia.
Henry Mintzberg è un grande esperto di management, autore e Professore presso la McGill University di Montréal, in Canada; è stato descritto dal Financial Times come "uno dei pensatori di management più influenti del nostro tempo". Dalle sue riflessioni, sono emerse idee lungimiranti capaci di rivitalizzare la dimensione professionale di coloro che sono impegnati nel settore sanitario, sottolineando l’importanza di integrare management e pratica clinica, valorizzando la centralità della prospettiva manageriale per il buon funzionamento delle organizzazioni.
Amelia Compagni, Direttrice del CERGAS (Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale) e Professoressa Associata presso l’Università Bocconi, ha sottolineato l’importanza dell’”introspezione” nel management delle aziende sanitarie, specialmente dopo le pressioni dovute alla pandemia di COVID-19. Occorre rimotivare i professionisti e anche i manager delle aziende sanitarie pubbliche in Italia che affrontano sfide importanti, come quelle promosse dalla tecnologia, e vincoli pesanti, come quelli relativi alla riduzione della spesa sanitaria pubblica.
Successivamente, Paola Adinolfi dell’Università degli Studi di Salerno ha fornito una panoramica delle opere più influenti di Mintzberg, evidenziando il suo impegno nell’esplorare e comprendere il settore della sanità che si caratterizza per due elementi distintivi: la centralità della salute delle popolazioni che ha un impatto per più settori economici e ambiti della vita delle persone. In secondo luogo, le dinamiche di “mercato” sono influenzate dalla configurazione del sistema sanitario in ogni Paese. L’autore, giunto alla maturità del suo pensiero, ha affrontato le complessità del settore sanitario inquadrandole in maniera singolare.
A seguire, durante una vivace sessione di Q&A moderata da Francesco Longo e Valeria Tozzi del CERGAS, i membri dei DASP hanno avuto l’opportunità di interagire direttamente con Mintzberg. I temi affrontati sono stati molteplici: “non esiste il profilo di manager che vada bene per tutte le stagioni”, ma esistono orientamenti personali che meglio si adattano alle stagioni di mantenimento di alcuni specifici equilibri che le aziende vivono nell’ambiente in cui operano oppure internamente. Altra cosa è guidare una trasformazione dell’azienda che, come è accaduto spesso in Italia, spinge all’unificazione di pregresse realtà. Uno dei dilemmi delle aziende pubbliche è proprio questa: criteri presunti oggettivi nella valutazione delle persone che si candidano alla guida delle aziende e situazioni aziendali molto eterogenee.
Altro passaggio cruciale è stato quello in cui Mintzberg ha riletto la sofferenza economico finanziaria del settore sanitario in generale. "La sanità non sta soffrendo di insuccesso, sta soffrendo di successo", ha dichiarato, riconoscendo sì l’esistenza di inefficienze, comuni a tutti i settori dell’economia, ma identificando un problema più profondo: mentre i progressi medici offrono potenzialità senza precedenti per salvaguardare la salute, la società esita ancora a investire in questi servizi. Come evidenziato nello scambio con una Direttrice Generale, il progresso sociale che i sistemi sanitari hanno conseguito motiva qualsiasi forma di investimento poiché non esiste in nessun altro settore un investimento che vada a beneficio di fasce di popolazione così ampie e con ritorni sulla vita delle persone come quelli fatti nei Paesi sulla tutela della salute. Eppure, quello che è cambiato è la propensione al cittadino a sostenerne i costi. Questo è il paradosso che però non deve demotivare quanti vi operano. Anzi, bisogna riprendere in mano la motivazione all’azione in un sistema come quello sanitario proprio per i successi che riesce a raggiungere.
Sempre all’interno del ricco dibattito con i manager della sanità, Mintzberg ha sottolineato che al di là delle posizioni ideologiche tutti i soggetti che operano nel settore sanitario devono puntare a obiettivi di lungo periodo. Un soggetto pubblico “forte” è capace di bilanciare le spinte dei soggetti privati verso obiettivi specifici della comunità così come quelli privati sono consapevoli che il soggetto pubblico è garanzia di equilibrio sociale ed economico. Questo è quello che è stato etichetatto come communityship.
A seguito di una domanda sulle priorità startegiche aziendali in un contesto come quello italiano, Mintzberg ha toccato il tema del difficile equilibrio tra la standardizzazione dei processi e la necessità di interventi personalizzati sul paziente. Questo è lo spazio d’azione del "bottom management", un livello manageriale spesso ignorato (ci si ferma alla riflessione sul middle management) che però è quello che meglio degli altri rappresenta l’azienda nei confronti del paziente perché è quello che con esso ha maggiori scambi. Valorizzare il patrimonio di competenze e pratiche che esiste nelle catene operative delle aziende sanitarie è una via per contribuire a questo difficile equilibrio.
L’evento si è concluso con alcune riflessioni di Elio Borgonovi, Presidente del CERGAS, che è partito dalle riflessioni di Mintzberg per incoraggiare un cambio di paradigma verso un modello più incentrato sulla comunità, sostenendo che le organizzazioni sanitarie efficaci funzionano come comunità coese piuttosto che come gerarchie rigide. Le aziende sanitarie stanno vivendo un grande momento di trasformazione in questa fase storica e una riflessione profonda sul loro funzionamento è cruciale per produrre orizzonti di senso che adesso è più complesso identificare che in passato.
SDA Bocconi School of Management
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