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- 5 Mag 2025
- 9 giorni
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- Italiano
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La dimensione economica delle trasformazioni in corso sul mercato del lavoro non deve entrare in conflitto con la dimensione sociale. “Dobbiamo fare in modo che ci sia una crescita giusta, sia per le imprese che per i lavoratori,” ha detto Rossella Cappetta, Associate Dean per gli Open Programs di SDA Bocconi School of Management nel corso dell’ultimo incontro di Idee per la Crescita, l’iniziativa di Repubblica e SDA Bocconi School of Management.
“Dobbiamo sfuggire alle tentazioni antagonistiche o decresciste che, teorizzando un’arcadica fuga dal lavoro, autoassolvono chi non fa nessuno sforzo per cambiare la qualità dei cattivi lavori, progettandone di migliori.”
Su stimolo del Vicedirettore di Repubblica, Walter Galbiati, Cappetta ha discusso di trasformazione del lavoro con Marco Perrone, Partner di KPMG, e Francesco Quattrone, Direttore Area Lavoro e Relazioni Sindacali di Federdistribuzione.
“Il miglioramento dei lavori deve avvenire nelle imprese e deve essere guidato dal management,” ha detto Cappetta, una studiosa di progettazione delle strutture organizzative. “Le imprese sono il luogo in cui il lavoro si riqualifica. I lavori di qualità sono quelli che generano senso e sono caratterizzati da varietà dei compiti, discrezionalità rispetto al risultato finale, sicurezza fisica e psicologica. Devono rispondere ai bisogni di socialità dell’essere umano anche quando sono svolti in remoto una modalità ad ancora maggiore rischio di banalizzazione.”
Gli effetti dirompenti delle tecnologie e la necessità di una formazione continua, diffusa e di massa sono i temi su cui si è creato accordo tra i partecipanti.
Perrone, esponendo i risultati di alcune survey, ha mostrato un mondo in cui un terzo dei CEO è preoccupato per i cambiamenti del mercato del lavoro, l’80% concorda sulla necessità della formazione continua e l’83% prevede un rientro in presenza negli uffici a tempo pieno entro i prossimi tre anni. “La tecnologia è un fattore positivo,” ha detto, “se migliora il lavoro delle persone, non se le sostituisce.”
Quattrone ha calato l’impatto delle trasformazioni nel settore della distribuzione, che conta 450.000 occupati in Italia e un turnover piuttosto basso, che si traduce in un progressivo invecchiamento degli impiegati. Già oggi, il 24% ha più di 50 anni e questo può significare una certa resistenza alla trasformazione tecnologica. Il settore ha reagito aumentando la formazione del 10% nel periodo post-Covid. “I giovani fanno sempre più spesso domande sulla formazione già in sede di colloquio e la formazione può perciò diventare uno strumento di retention,” ha detto.
Cappetta ha concluso con una nota ottimistica, condizionata però da un richiamo alla responsabilità. “L’impatto dell’intelligenza artificiale sarà simile a quello di altre rivoluzioni tecnologiche, come il carbone nel XIX secolo: distruggerà posti di lavoro, ma poi ne creerà altri e diversi. Nel tempo di mezzo, però, dobbiamo essere capaci di attivare politiche e sistemi di formazione diffusa, di massa, per creare le competenze necessarie a muoversi nel nuovo ambiente, ma che non esistevano prima.”
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