SDA Bocconi ha condotto un’analisi, con il contributo non condizionante di Sanofi, sulle politiche di gestione della campagna di vaccinazione antinfluenzale
Dalla ricerca a cura dei docenti di SDA Bocconi Francesca Lecci, Associate Professor of Practice e Direttore EMMAS, Niccolò Cusumano, Associate Professor of Practice e Osservatorio Masan e Laura Giudice, Junior Lecturer, sono emersi alcuni elementi chiave di grande interesse:
- In Italia si comprano meno vaccini di quelli che servirebbero a raggiungere i tassi di copertura raccomandati dall’OMS. Nella stagione 22-23 complessivamente sono state acquisite poco medo di 16 milioni di dosi a fronte di un fabbisogno (stimato per difetto) di popolazione target per la quale esiste una raccomandazione specifica (bambini tra 1 e 6 anni; individui affetti da almeno una patologia cronica; anziani over-65; donne in gravidanza o post-partum a inizio campagna vaccinale; personale sanitario a contatto con il pubblico) di oltre 24,5 milioni di individui, con delle differenze regionali macroscopiche:
- Nelle aree del Nord-Est del Paese gli acquisti non sono in grado di coprire neppure il 50% della popolazione target;
- Nelle regioni del Sud e Isole (cui si aggiungono Lombardia e Toscana) gli acquisti sarebbero in grado di coprire tra il 65% e il 91% della popolazione target;
- Considerando che a vaccinarsi non sono solo gli individui target, appare evidente che in nessun caso è possibile avvicinarsi al tasso di copertura del 75% quanto meno dei soggetti per cui esiste una raccomandazione (che è quanto fortemente suggerito da OMS).
- Se si osserva la composizione dei vaccini antinfluenzali acquistati, non solo il quantitativo è ridotto, ma il mix appare poco tarato sui reali fabbisogni della popolazione.
- In molti Paesi esistono indicazioni specifiche sulla tipologia di vaccini da erogare sugli over 65 (per i quali sarebbe preferibile somministrare vaccini potenziati rispetto al dosaggio standard).
- In Italia, il quantitativo acquistato di questi vaccini, è in grado di coprire poco meno del 44% di popolazione fragile over 65, con forti differenze regionali: si va da percentuali fino al 30% di Bz, VdA, PIE, Ven, Sar e Tos a percentuali tra il 60% e l’80% di Calabria, Lazio, Abruzzo, Umbria e Molise.
- Alla luce dei dati sugli acquisti non sorprende che dal 2013 ad oggi, il tasso di copertura vaccinale medio della popolazione generale si sia aggirato nel nostro Paese tra il 15% e il 20% circa della popolazione, ben distante dai target WHO (75%). Sebbene appaiano più positivi i risultati conseguiti nel corso delle ultime nove stagioni in termini di soggetti anziani coperti da vaccinazione antinfluenzale, con tassi che vanno dal 50% al 60% della coorte over-65 (con l’eccezione della stagione 20-21 che ha raggiunto un picco del 69%)
- Osservando la situazione anche a livello regionale, sono poche le regioni che si sono avvicinate al 30% di copertura della popolazione generale, risultato raggiunto peraltro solo nel corso della stagione 2020-2021 per poi registrare performance meno brillanti nell’ultima stagione 2021-2022 (tutte le regioni, senza eccezioni).
- Questo rende plausibile ritenere che i tassi di copertura raggiunti nelle precedenti stagioni abbiano influenzato (al ribasso) le quantità di vaccini messe a bando per l’acquisto.
- In Italia la programmazione delle campagne vaccinali parte in ritardo. Rispetto alla pubblicazione delle annuali raccomandazioni del WHO sulla composizione dei vaccini antinfluenzali per l’emisfero nord -che avviene tendenzialmente sempre entro febbraio per la stagione influenzale che ha inizio ad ottobre dello stesso anno- per le ultime 13 stagioni è stato necessario attendere in media 149 giorni (quasi 5 mesi) per la pubblicazione della Circolare contenente le raccomandazioni del Ministero della Salute. La stagione 2021-2022 costituisce un caso eccezionale, in quanto si è atteso solo poco più di un mese (41 giorni); per la stagione attualmente in corso (2022-2023) l’attesa è stata di ben 131 giorni (4 mesi circa).
SDA Bocconi School of Management