Capire e guidare le nuove dinamiche del real estate

REInnovation Lab

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Entri convinto di assistere a un convegno sul mercato immobiliare ed esci avendo partecipato a una grande lezione di strategia industriale. È la considerazione che veniva spontanea a conclusione della “Opening Conference” del REInnovation Lab, la piattaforma di ricerca e formazione nel settore del real estate progettata da SDA Bocconi e Assoimmobiliare, comprendente Partner del calibro di BNP Paribas Real Estate, CBRE, Colliers International, Cushman & Wakefield, Deloitte, Duff & Phelps, Generali Real Estate, GVA Redilco, JLL, PWC, Sigest. E forse non poteva essere altrimenti dal momento che ad affrontare l’argomento c’erano personaggi di prima grandezza del settore e dell’intero panorama economico e industriale italiano come Silvia Rovere, Presidente di Assoimmobiliare, Salvatore Rossi, Direttore Generale della Banca d'Italia, e Corrado Passera, fondatore di Illimity, invitati e coordinati da Andrea Beltratti e Alessia Bezzecchi, promotori e “anime” del Lab, come ha ricordato Giuseppe Soda, Dean di SDA Bocconi, nel suo intervento introduttivo.

 

Che cosa significa parlare di innovazione nel real estate? Forse innanzitutto riconoscere che è in atto ormai da anni una “mutazione genetica” accelerata in un settore che è sempre stato a basso tasso di innovazione – come ha ricordato la Presidente Rovere – e che invece ora si trova ad affrontare scenari operativi e di mercato rivoluzionati dai big data, dalle possibilità della realtà virtuale e aumentata, dal building information modeling e così via. I dati sono diventati una materia prima del real estate del ventunesimo secolo, al pari dei mattoni – ha sottolineato Beltratti –, una materia prima sempre più abbondante (solo negli ultimi è stato prodotto il 90% dei dati della storia dell’umanità) e al tempo stesso sempre più preziosa, che sta trasformando il modo di fare business in tutti i settori.

 

Ma i dati diventano un’enorme fonte di valore solo se raccolti, aggregati ed elaborati in modo scientificamente corretto. E uno degli obiettivi primari del REInnovation Lab, ha spiegato Alessia Bezzecchi presentandone la struttura e le attività, è proprio quello di utilizzare i dati per valutare le 4 dimensioni del RE: social (addetti e utilizzatori), green (impatto ambientale), innovation & technology (digitalizzazione) e value added (prezzi, transazioni ecc.). Il Lab si rivolge a diversi target – dalle istituzioni finanziarie al mondo corporate, dai policy maker ai consumatori finali – e si fonda a sua volta su 4 pilastri progettuali: il Laboratorio di ricerca e sperimentazione; l’Inno Forum, gruppi di discussione su temi specifici; la REInnovation Academy, un progetto formativo per giovani talenti; e la Conference, l’evento di presentazione dei risultati dei lavori.

 

I riflettori sullo stato del settore immobiliare in Italia li ha accesi invece Salvatore Rossi. Un settore a due velocità, che vale il 20% della ricchezza nazionale, oltre il 30% degli impieghi bancari e il 60% del patrimonio delle famiglie, ma che sul versante degli investimenti pubblici è fermo al 2% del PIL, un livello giustificato solo in parte dai vincoli di bilancio. Il Lab – ha aggiunto il direttore generale di Bankitalia – rappresenta non solo un eccezionale punto di osservazione sul settore, ma può addirittura essere uno stimolo per i policy maker.

 

Un posto di tutto riguardo alla tavola del RE spetta naturalmente alle banche, che alla Conference hanno avuto un rappresentante di grosso calibro. Ma in sintonia col tema dell’incontro, Corrado Passera ha indossato, più che i panni del banchiere “classico”, quelli dell’imprenditore visionario e innovatore. Ciò che serve – ha detto – è un rinnovamento culturale, in stile Olivetti. Nel prossimo futuro delle banche, secondo l’ex CEO di Intesa Sanpaolo, ci saranno vinti e vincitori: tra i primi, le realtà medio-piccole che vogliono continuare a offrire servizi universali e anche chi punta su un unico fattore competitivo (ad esempio, il prezzo); tra i secondi, probabilmente i nuovi player (Amazon, Google ecc.), che investiranno su attività “facili” e standardizzate, e sicuramente le nuove banche specializzate, capaci di rispondere alle domande sempre più complesse del mercato con le migliori tecnologie e le migliori competenze. Perché se è vero che il digitale sta cambiando radicalmente il mondo delle banche e della finanza, è altrettanto vero che per dare il giusto orientamento e spessore a questa trasformazione servono le persone. Ed è necessario “far scendere” la leadership, cioè distribuire a diversi livelli la visione generale e la responsabilità dei risultati. Una strada – conclude Passera – sulla quale una formazione mirata e di alto profilo può dare una marcia in più.

 

SDA Bocconi School of Management

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