Onori e oneri di un imprenditore: riflessioni da un testamento

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A cura di Daniela Montemerlo, SDA Professor di Strategic and Entrepreneurial Management

La pubblicazione del testamento del Dottor Caprotti, fondatore di Esselunga, ha segnato un capitolo fondamentale di una lunga e tormentata vicenda che, senza entrare nel merito, offre lo spunto per alcune riflessioni sul ruolo imprenditoriale  e le sue implicazioni.

La prima riflessione riguarda gli onori e gli oneri del ruolo imprenditoriale. Sono grandi gli onori, fatti di benessere, visibilità e potere; ma sono grandi anche gli oneri, fatti di decisioni in solitudine, in un ambiente turbolento e tra invidie e opportunismi. Emergono dal testamento l’orgoglio per i risultati raggiunti accanto alla fatica e alla sofferenza che l’assunzione delle relative responsabilità comporta.
La seconda riguarda la “magnitudo” di tali responsabilità data la rilevanza economica e sociale dell’impresa. Traspare forte dal testamento la preoccupazione per un “bene di tutti, in primis le persone i cui destini dipendono da noi”. La “magnitudo” si eleva poi a potenza per la tripla veste degli imprenditori in quanto capi azienda, soci e familiari: in questo intreccio si possono collocare decisioni molto difficili,  come  cambiare orientamento rispetto ai ruoli di vertice prefigurati sino ad un certo momento per gli eredi o differenziare le quote proprietarie tra essi.

Come affrontare tutto questo? Non esistono soluzioni predeterminate, ma l’esperienza suggerisce tre linee guida.

Anzitutto, occorre decidere nei tempi giusti. L’assenza di decisioni, o una loro scarsa o tardiva pianificazione o realizzazione possono danneggiare l’impresa e le persone coinvolte. 
Inoltre, è fondamentale compiere scelte che salvaguardino sia l’impresa che i diritti legittimi degli eredi che, il più possibile, le relazioni familiari con attenzione speciale a chi riceva qualcosa di diverso da quanto atteso.
A monte, occorre maturare valutazioni approfondite ascoltando tutti gli attori di rilievo; decidere poi senza “abdicare” anche ai professionisti più qualificati e sceglierli attentamente dal punto di vista tecnico e valoriale data la delicatezza dei temi; curare in prima persona la spiegazione delle scelte compiute agli interessati.

Tutto ciò non può purtroppo azzerare le difficoltà e le sofferenze, ma può contribuire a mitigarle e a trovare soluzioni win-win che gli imprenditori sono i primi a meritare.

Fonte: articolo completo tratto da IoMSE

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