Si impara che l’esercizio della funzione pubblica, piaccia o no, non passa più dalla buona amministrazione di risorse entro i confini formali delle proprie prerogative di governo, ma richiede di costruire convergenza tra attori che sono interni o esterni al perimetro pubblico. In alcuni casi esistono percorsi amministrativi che supportano il coordinamento inter-istituzionale e il partenariato con soggetti esterni. In altri, invece, mancano. E il lavoro di ricomposizione richiede una componente di informalità che può essere una minaccia alla trasparenza ed accountability dei processi, ma che forse è una parte incomprimibile del lavoro pubblico.
Il modulo sulla Public Governance è, prima di tutto, un’occasione per riflettere non sulle cose come dovrebbero essere idealmente (ma non solo). Quanto, piuttosto, su come le cose funzionano nella realtà e su come i manager possano collocarsi in modo più efficace e orientato al valore e ai valori pubblici.
Perché una sessione sulla governance multilivello?
La governance multilivello indica un sistema di gestione e decision-making in cui il potere è distribuito tra diversi livelli di governo: locale, regionale, nazionale e sovranazionale. Non si basa su una rigida gerarchia, ma su un approccio collaborativo, in cui le competenze si sovrappongono e le decisioni si costruiscono attraverso il dialogo e la negoziazione. Pertanto, le decisioni pubbliche sorgono e producono i loro effetti lungo la linea verticale del sistema istituzionale, grazie alla capacità di costruire progressive convergenze. Ma, per farlo, occorre un solido coordinamento orizzontale.