STEP 1 – Selezionare i migliori anche sulla base anche del profilo motivazionale
In primo luogo occorre attrarre persone col profilo motivazionale coerente, utilizzando in maniera adeguata la comunicazione e l’employer branding, ovvero la reputazione delle amministrazioni pubbliche come datori di lavoro. Ma occorre anche valutare la motivazione in fase di selezione, utilizzando gli strumenti di volta in volta più adatti: dai test, alle interviste di selezione, ai “critical incidents”. Queste misure sono volte a scoraggiare le candidature di persone con profili non coerenti «Candidates with high needs for security or money might be screened out if these are their primary needs in the absence of strong public service motivation». Domanda chiave 1: questo candidato cerca la sicurezza del posto fisso o è desideroso di portare il proprio contributo?
STEP 2 – Costruire un ambiente di lavoro stimolante
Una volta attratte e selezionate le persone giuste, occorre che il luogo di lavoro sappia sostenere la motivazione a servire il pubblico. Lo strumenti principe è la comunicazione costante e i sistemi di misurazione delle performance, sia individuali e sia organizzativi, non tanto orientati a distribuire i premi di risultato, quanto a dare conto del valore prodotto dall’azione amministrativa, per sostenere un clima di fiducia interna ed esterna. Un posto di lavoro motivante è un luogo dove l’autonomia e l’iniziativa dei singoli nell’identificare strade per soddisfare i bisogni collettivi sono incoraggiate e dove i dipendenti hanno lo spazio di potersi impegnare per quello in cui credono. A questo scopo, occorre sorvegliare che le attività più routinarie o più stressanti siano alternate con contenuti di lavoro più gratificanti. Domanda chiave 2: di cosa sono piene le giornate dei nostri collaboratori? Come imparano a migliorare?
STEP 3 – Disegnare posizioni di lavoro interessanti
La differenza la fa anche il disegno della singola posizione di lavoro (job design): per mantenere alta la motivazione, occorre assicurare che i dipendenti non perdano il contatto con l’utenza e la percezione dell’impatto generato. Si parla a riguardo di “relational job design”, ovvero disegnare contenuti di lavoro che permettano ai dipendenti di entrare in contatto con l’utenza e con chi ha tratto valore dalla loro azione, rompendo le rigide barriere tra back office e front office. Il disegno della posizione di lavoro incide e trasforma la percezione del dipendente su di sé (“self-persuasion”), sulla rappresentazione narrativa del valore generato dalla propria azione e sul significato del proprio lavoro. Domanda chiave 3: che storia si raccontano i miei dipendenti sul senso del loro lavoro?
STEP 4 – Investire sui neo-assunti
Se gli step 2 e 3 sono fondamentali per tutti, ancora di più lo sono nei confronti dei neo-assunti: la fase di ingresso in una nuova organizzazione è cruciale. Pertanto, i messaggi che sono veicolati in questo momento di imprinting organizzativo, sia con le dichiarazioni, sia nei fatti, hanno un effetto di lungo periodo. A questo scopo, disegnare percorsi di on-boarding e di mentoring per i più giovani, selezionando i mentor tra i dipendenti senior più motivati e competenti, assicura che anche le nuove leve entrino nello spirito del servizio pubblico. Domanda chiave 4: chi si occupa dell’accoglienza ed integrazione dei nuovi assunti?
STEP 5 – Capi credibili che sanno comunicare il senso della meta
Esiste un corpo crescente di letteratura che converge nel dire che la motivazione dei dipendenti è in larga misura il prodotto dello stile di leadership dei capi. Se la motivazione è motus ad ationem, tale movimento ha bisogno di una meta: saperla definire in maniera efficace, precisa, visionaria, ispirante è il principale compito dei capi. Ma se questo è vero anche nel privato, nel pubblico c’è un pezzo in più: ad impattare sulla motivazione a servire il pubblico vi è anche la coerenza che i capi dimostrano con le proprie dichiarazioni ed azioni concrete rispetto all’etica pubblica e alla difesa dei valori fondanti la stessa esistenza delle istituzioni pubbliche, come la difesa del bene comune al di sopra degli interessi particolari. Domanda chiave 5: in cosa credono i capi del nostro ente? Quali valori difendono col loro agire quotidiano?