Per verificare l’impatto dei livelli del debito sul costo del capitale e sulla crescita economica, è stato condotto uno studio su circa 6000 imprese quotate negli Stati Uniti nel periodo 1975-2013. L’analisi si è concentrata anzitutto sul premio al rischio pagato agli investitori rispettivamente dalle imprese innovative e da quelle tradizionali. I dati dimostrano non solo che chi innova di più è costretto a garantire un maggior ritorno ai propri finanziatori (con un costo del capitale annuo in media del 7,5 per cento superiore alle imprese tradizionali), ma anche che il premio al rischio da corrispondere da parte delle imprese innovative aumenta nelle fasi di crescita del debito pubblico.
Alla radice di questa dinamica c’è l’incertezza che si associa a più elevati livelli di government spending. Un aumento dell’indebitamento alimenta infatti preoccupazioni riguardo alla pressione fiscale negli anni a venire e a possibili incrementi nei tassi di interesse, rendendo di conseguenza meno prevedibili i flussi di cassa futuri. Questo impatta particolarmente su imprese e progetti incentrati sull’innovazione, che fondano il proprio valore su rendite monopolistiche temporanee, volatili e intangibili, come quelle legate ai brevetti. In un contesto di incertezza, le preferenze tanto degli investitori quanto dei manager tenderanno quindi a riorientarsi verso iniziative più tradizionali incentrate su asset tangibili, percepiti come meno rischiosi.
L’analisi empirica consente inoltre di quantificare il costo di un incremento del debito pubblico per le imprese innovative e per l’economia nel suo complesso. Dallo studio risulta infatti che la variabile fiscale è di per sé sufficiente a spiegare ben un terzo del premio al rischio supplementare (pari a un 2,5 per cento in termini assoluti) che le imprese propense all’innovazione sono costrette a corrispondere in più rispetto a quelle tradizionali. A fronte di un incremento del debito pubblico dal 60 al 100 per cento, un progetto di innovazione o ricerca dovrà garantire un ritorno atteso superiore in media di 1,6 per cento su un orizzonte di cinque anni affinché sia giustificabile agli occhi di un manager.
Anche se potrebbe sembrare una differenza non poi così rilevante, in realtà l’impatto che un simile innalzamento dell’asticella per investire in innovazione comporta a livello aggregato è sostanziale: la perdita di crescita complessiva derivante dalla mancata innovazione è infatti stimabile in un 4 per cento del prodotto interno lordo, sempre su un orizzonte di cinque anni. Un accresciuto debito pubblico quindi non solo ha effettivamente delle ricadute negative sui livelli di innovazione, e sull’economia nazionale nel suo complesso, ma tali ricadute risultano ingenti da un punto di vista quantitativo.