Uno dei contributi più interessanti a riguardo è lo studio condotto da Moynihan (2009) volto ad analizzare l’applicazione del metodo ICS (Incident Command Systems) in cinque crisi di diversa natura (ambientali, sociali, criminali, etc…) negli Stati Uniti. (...) Lo studio dimostra che l’efficacia di tale metodo si basa essenzialmente sull’implementazione di logiche di collaborazione informali, dove l’autorità è nelle pratiche condivisa, anche laddove l’ICS prevede che sia accentrata, e la fiducia reciproca, più che la procedura codificata, assicurano l’integrazione tra le parti.
Coerente con gli esiti di questo studio è quello condotto da Hu Qjan (2014) sulla gestione della città di Boston a seguito degli attentati in occasione della maratona del 2013. L’efficacia della collaborazione tra le istituzioni cittadine, le forze di sicurezza, le strutture sanitarie e tutti i soggetti coinvolti nella gestione della crisi è da attribuirsi – secondo l’autore – non tanto alla qualità in sé dei piani di gestione di emergenze di natura terroristica, esito dell’esperienza di New York del 2011, quanto ai processi collaborativi che la scrittura di tali piani ha reso necessari e la reciproca conoscenza resa possibile dall’intensificarsi delle occasioni di incontro, quali ad esempio i momenti di addestramento alla gestione delle emergenze. (…)
A conclusioni convergenti perviene un recente studio condotto sulla gestione di emergenze locali in Germania (Berthod et al 2017): la ricerca mostra che una gestione efficace delle emergenze dipende dalla capacità degli attori coinvolti in un’emergenza di passare in tempi molto rapidi da modelli quasi gerarchici di organizzazione delle interdipendenze tra le agenzie o soggetti coinvolti, a modelli collaborativi di tipo reticolare, dove autorità, decisioni e informazioni sono condivise, a seconda del contesto e delle necessità sopraggiunte nel corso della crisi. Anche in questo caso, ciò che permette di passare continuamente da una modalità all’altra è il lavoro preparatorio e di addestramento che precede la gestione delle crisi, che permette ai membri non solo di acquisire fiducia reciproca, ma anche di fidarsi di modelli organizzativi meno gerarchici e di imparare a collaborare in setting complessi.