- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 20 Feb 2025
- 12 giorni
- Class
- Italiano
Fissare chiaramente i tuoi obiettivi e affrontare le problematiche specifiche delle PMI, per un migliore coordinamento della tua realtà imprenditoriale.
In questo inizio d’autunno il cielo appare ancora nuvoloso per il timore, giustificato o meno non fa la differenza, di tornare indietro. L’Italia ora sta meglio ma in gran parte dell’Europa e in molti altri continenti la situazione legata alla pandemia sembra essere ancora piuttosto grave. In un contesto così incerto, per rassicurarsi e trovare qualche spunto, può essere utile guardare a quelli bravi davvero che hanno attraversato anche altre bufere dimostrando di uscirne ancor più forti. Per questo mi piace l’idea di parlarvi di Sportwear Company S.p.A., in arte Stone Island, e del suo “capitano” Carlo Rivetti, di come si è mosso e di come si sta attrezzando per fronteggiare la buriana.
Nella storia della famiglia del fondatore sono rintracciabili i passaggi chiave dell’industria della moda italiana, con i suoi alti e i suoi bassi.
I Rivetti erano originariamente imprenditori nel distretto biellese della lana. A partire dagli anni ’30 si trasformano in produttori di abbigliamento dando vita al Gruppo Finanziario Tessile (GFT). Negli anni ’60, il GFT, ispirandosi a modelli organizzativi americani, in pieno boom economico, sviluppa la confezione di abbigliamento di massa dando vita al celeberrimo marchio Facis diffuso in tutta la penisola. Dopo la durissima crisi petrolifera del 1973, il gruppo sceglie di riorientarsi su una produzione pret a porter griffata iniziando collaborazioni di grande successo con stilisti come Armani, Ungaro e Valentino. All’inizio degli anni ‘80, il GFT decide di espandersi anche nel mondo della moda informale e nell’‘83 acquista il 50%, e dopo qualche anno la totalità, della C.P. Company fondata da Massimo Osti, con sede a Ravarino, in provincia di Modena. Nasce così la Divisione Sportswear all’interno del Gruppo, guidata da Carlo Rivetti che ne diventa l’Amministratore Delegato. Da questo ramo di attività nascono progetti importanti e di grande successo, dal consolidamento del marchio C.P. Company, a Stone Island, marchio creato nel 1982. La crescita elefantiaca porterà il GFT (in concomitanza con un altro momento di crisi internazionale - la guerra del Golfo del 1992) ad avere gravi problemi finanziari e ad entrare in una spirale che porterà alla cessione. Rivetti esce dalla società nel 1993, quattro anni prima del fallimento definitivo del GFT, e rileva le attività di Ravarino. E’ un nuovo inizio: avendo visto fallire il sogno della grande impresa di stampo fordista, Rivetti riparte dalla piccola dimensione. Da allora il fatturato cresce con costanza fino a superare abbondantemente, nel 2019, i 200 milioni di euro. Siamo di fronte ad una storia di successo che attraversa il tempo, la geografia, il genere, le abitudini d’acquisto. E’ intergenerazionale: il marchio che piaceva a quelli che avevano vent’anni negli anni ’80, continua a piacere ai padri ed è stato scoperto dai figli. E’ internazionale: attira gli italiani ma anche i nostri vicini europei, gli americani, i cinesi. E’ un marchio per uomini ma è apprezzato dal pubblico femminile. Quella mostrina di ispirazione militare con il ricamo della rosa dei venti, segno distintivo di tutti i capi Stone, pensata per un pubblico maschile, attrae anche le fanciulle che amano indossare la felpa del fidanzato, del marito, del fratello maggiore. E’ comprato in tanti modi diversi: dai collezionisti che conservano capi vintage ai giovanissimi re-seller che acquistano e rivendono senza troppi romanticismi; si trova nei negozi di abbigliamento multimarca, in quelli di bandiera, nelle vetrine on-line globali ma non è dappertutto.
Così Stone Island attraversa un arco temporale di quasi quarant’anni superando indenne le crisi.
Qual è allora il segreto di questa azienda che sembra muoversi come una nave rompighiaccio nei mari artici?
Proviamo a capirlo distillando le mosse decisive per poi generalizzarle e renderle edibili anche a imprenditori che operano in settori completamente diversi da quello della moda. Le riassumerei in tre parole facili da scrivere o da dichiarare ma più difficili da attuare e mantenere: originalità, focalizzazione, controllo. Le stesse che ha usato “capitan” Rivetti nel raccontare la sua esperienza nel nostro corso per PMI in SDA Bocconi.
Ecco distillati i tratti distintivi da far propri per attraversare le perturbazioni sui mercati: originalità, focus e controllo, tratti rintracciabili anche in una eloquente affermazione di Rivetti.
“Non ho un ufficio, non ho una segretaria e rispondo sempre personalmente a tutte le mail che mi arrivano. Più efficiente di così…..”.