- Data inizio
- Durata
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- Lingua
- 07 nov 2024
- 6 giorni
- Class
- Italiano
Rendere sempre più incisiva l’azione del direttore generale, definire gli obiettivi di performance, prendere decisioni efficaci e rafforzare la sua leadership.
Analizzando caratteristiche e percorsi di carriera degli amministratori delegati e dei loro primi riporti, la prima edizione dell'Osservatorio Donne Executive del Corporate Governance Lab di SDA Bocconi ed Eric Salmon evidenzia un gap di genere persistente nei ruoli aziendali chiave.
Nonostante i progressi registrati negli ultimi anni, soltanto una dirigente su sei è donna, e la loro presenza è concentrata in ruoli di staff piuttosto che in funzioni di business. Lo studio sottolinea che fattori strutturali e culturali continuano a rappresentare una barriera per l’ascesa delle donne verso le posizioni di vertice.
La ricerca affronta il tema dell’asimmetria di genere nelle posizioni esecutive in Italia. Se è ampliamente noto che le donne sono sottorappresentate nelle posizioni di leadership, mancava però ancora una fotografia dettagliata relativa ad amministratori delegati e loro primi riporti. Le domande principali alle quali la ricerca cercava di rispondere sono: qual è la reale presenza delle donne nelle posizioni executive? In quali funzioni si concentrano maggiormente e quali sono le barriere che ne limitano l'accesso ai vertici aziendali, in particolare al ruolo di amministratore delegato? Lo studio punta a fornire dati concreti per comprendere meglio le difficoltà sistemiche che impediscono alle donne di raggiungere i ruoli apicali, e suggerisce possibili strategie per superarle.
L’indagine ha analizzato i team executive di 320 grandi imprese italiane, di cui 169 quotate, e ha coinvolto 2.920 executive.
Le donne executive: una su sei
Solo un executive su sei (il 17%) è donna, con una maggiore concentrazione nei ruoli di staff, mentre i ruoli legati al core business delle imprese vedono una presenza femminile decisamente inferiore. Questo squilibrio è particolarmente evidente nelle aziende quotate, che, sorprendentemente, adottano pratiche meno inclusive rispetto alle non quotate. Le imprese non quotate, infatti, vedono una maggiore rappresentanza di donne nelle funzioni di business.
Settori e rotazione delle cariche
Contrariamente alle aspettative, il divario di genere è ampio in tutti i settori, compresi quelli bancario, assicurativo e dei servizi, dove si tende a credere che vi sia un migliore bilanciamento di genere. Inoltre, le donne executive cambiano ruolo più frequentemente rispetto ai loro colleghi uomini (ogni 7,35 anni contro gli 8,25 dei maschi), segnalando forse una maggiore difficoltà a trovare stabilità o avanzamento in posizioni di vertice.
Le nuove generazioni
Le nuove generazioni mostrano un gap di genere ridotto rispetto a quelle più anziane, anche se il problema persiste. Tra i baby boomers, le donne executive sono il 10%, una percentuale che sale al 25% tra i Millennials. L’età media delle donne executive è di 50 anni, quella degli uomini 54.
Le proiezioni evidenziano la necessità per le aziende di adottare misure concrete per accelerare i percorsi di sviluppo delle donne executive, favorendo la mobilità tra le aree funzionali e promuovendo esperienze internazionali.
L’indagine evidenzia, infatti, che permangono ostacoli significativi nell’accesso delle donne alle posizioni di amministratore delegato, specialmente nei settori operations, finanza e strategia. Uno dei principali fattori di questo divario è la scarsa presenza femminile nei percorsi formativi STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), che penalizza le donne nelle fasi di avanzamento professionale.
Alessandro Minichilli, Valentino D’Angelo, Giulia Corbella. Le donne executive in Italia: presenza, ruoli e percorsi di carriera. Ricerca dell’Osservatorio Donne Executive, Corporate Governance Lab.