- Data inizio
- Durata
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- Lingua
- 27 nov 2024
- 3 giorni
- Class
- Italiano
Gestire in modo integrato progetti di trasformazione dell’organizzazione e della gestione della funzione vendite per perseguire l'eccellenza in ambito commerciale.
Secondo business-case del 2022 e seconda evidenza, tutta italiana.
Spesso “prendiamo” e “apprendiamo” dai casi internazionali, espressivi di una evoluzione e di cambiamenti in atto o in divenire, per spiegare i fenomeni, gli accadimenti che ci circondano o pensiamo ci avvolgeranno; ma altrettanto spesso, ci rendiamo conto che sono sotto i nostri occhi.
Qualche anno fa ero alla ricerca di dati e analisi su Facebook e sui social network, in generale. Una collega, con cui condivido idee, studi e conoscenze di marketing, mi cita Vincos. Non sapevo cosa fosse; ma fidandomi, mi sono “collegata” alla ricerca di qualcosa che mi potesse spiegare e descrivere cosa stesse accadendo all’interno di una platea enorme di persone e consumatori, che assistevano con interesse e coinvolgimento ad uno spettacolo sempre più ampio e dirompente a disposizione.
Da allora seguo il blog Vincos, che vorrei raccontarvi e, per farlo, ho anche chiesto a Vincenzo Cosenza – autore, scrittore, studioso e persona quanto mai curiosa, analitica, schiva e umile – di fornirmi alcune indicazioni e informazioni attraverso un’intervista di cui vi riporterò alcuni stralci.
Facendo riferimento ad un blog, difficile non partire dal “blogger”.
Vincenzo Cosenza, classe ’73, laureato in Economia e Commercio e con un Master in “Management dell’Innovazione” alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, inizia a lavorare in Microsoft Italia nel marketing competitivo e nelle pubbliche relazioni; passa poi ad occuparsi di digital PR (2007-2012) a Roma per Hill+Knowlton Strategies. Nel marzo 2012 diviene strategist e responsabile della sede romana di BlogMeter, società leader in Italia nell’analisi delle conversazioni in rete e delle interazioni sui social media e da aprile 2018 è Chief Marketing Officer in Buzzoole, azienda di Influencer Marketing.
Come si suol dire: una vita dedicata alla “cultura digitale”. Sì, cultura perché oltre ad occuparsi professionalmente di digital, ne diffonde sviluppi e significati attraverso formazione, consulenze, articoli e libri (Social Media ROI, La società dei dati e Marketing Aumentato, l’ultimo testo lanciato nel 2021)
Ho chiesto a Vincenzo di trasferirci un po’ della sua esperienza…circoscrivendola al blog! Quindi, gli ho chiesto “cosa fosse necessario per scrivere un blog”. La sua risposta ci riporta a quanto abbiamo accennato nel pezzo precedente, cioè all’ “approccio” o allo “spirito” necessario per un blog.
Ho cercato di “distillare” queste pillole!
“E’ necessaria la passione e la tensione a condividere conoscenza senza chiedere nulla in cambio.
Per far ciò ci vuole competenza per essere credibili e quindi studio dei nuovi fenomeni per essere sempre aggiornati.
Poi, ovviamente ci vuole tempo per approfondire e poi per cesellare le frasi.
Quando si sceglie di cimentarsi con la scrittura è difficile mascherare le lacune.
Non da ultimo, ci vuole costanza per preparare (sono abituato a scrivere e appuntare per fissare le idee!) e allenare la scrittura.
La costanza serve anche per abituare il lettore ad una presenza continuativa.”
Parole d’ordine: condivisione, non “do ut des”; credibilità, strettamente connessa a conoscenza e studio; aggiornamento continuo; tempo per approfondire e colmare le inevitabili lacune conoscitive; costanza (tanta); allenamento (tanto); presenza continuativa e affidabile!
Gli albori
Il primo blog risale al 2005, in Microsoft, quando iniziò ad utilizzare Microsoft Live Spaces, una piattaforma di blogging molto primordiale che cercava di fare concorrenza a Blogger di Google e Movable Type, che erano anche le piattaforme più popolari e più avanzate.
Oltre alla fascinazione tecnologica, dettata dalla necessaria conoscenza del software e inevitabile se lavori in Microsoft, anche l’approccio alle opportunità di conversare, comunicare, dibattere pubblicamente, apprendere dallo scambio e dalla collaborazione, condividere esperienze professionali e archiviare conoscenze collettive divengono il modo per scambiare e “dare voce” a conoscenza su argomenti di interesse e di lavoro
La nascita di un blog
Con l’uscita da Microsoft e l’impiego della piattaforma proprietaria, nel 2006 (ben sedici anni fa!) Vincenzo Cosenza acquista un dominio e lancia Vincos.it (crasi del mio nome e cognome); passa a Wordpress, lo standard per il blogging. In realtà, la scelta si indirizza verso la versione di Wordpress da installare su uno spazio server personale, così da poter integrare contenuti, strumenti e mezzi multimediali al fine di personalizzare il blog.
Nel 2008 Vincos ospita il primo Osservatorio Facebook, fenomeno non ancora così conosciuto e diffuso in Italia e, soprattutto, di cui nessuno ne parlava in termini analitici. L’obiettivo dell’osservatorio era proprio di tener traccia del numero degli utenti in Italia e nel mondo.
Nel 2009 Vincos pubblica la prima mappa dei social network nel mondo, che si diffonde proprio nel mondo!, e viene pubblicata dai maggiori quotidiani italiani e internazionali (New York Times, Newsweek, Le Monde, Techcrunch).
Questo “passaggio” è molto interessante perché evidenzia come la diffusione dei blog e dei contenuti “scientifici” dei blog divengano una fonte rilevante all’interno delle “source strategy” applicabili e applicate da aziende e brand nei diversi mercati.
Oggi Vincos, è un luogo in cui si raccolgono le idee sulle novità del marketing incrociandole con la tecnologia, ciò che va sotto l’ampia denominazione di Martech.
I risultati
Studio, conoscenza, diffusione, specializzazione, multimedialità, tecnologia in divenire, “reward” economici e non possono essere annoverati in termini di risultati.
Vincenzo Cosenza ha sintetizzato tutto ciò in:
“Il blog mi ha dato modo di farmi conoscere per la mia attenzione alla ricerca e all’analisi dei nuovi fenomeni del web. Senza il blog l’editore Apogeo non mi avrebbe chiesto di scrivere il mio primo libro e la RAI non mi avrebbe scelto come consulente per la trasmissione Virus di Nicola Porro (e per una di Minoli, girata in parte ma mai andata in onda).
Forse senza il blog non avrei avuto un lavoro ben pagato.”
Ruolo e tempo per il blog
Osservando l’evoluzione di blog e comunicazione dei blog, è possibile affermare che in questi anni la funzione dei blog è cambiata. Inizialmente si usavano anche per pubblicare pensieri brevi, poi con l’arrivo dei social media si è preferito destinarli ad approfondimenti “più corposi”. A ciò si accompagna lo sviluppo dei social, che divengono il mezzo per “opinioni rapide” e per rilanciare e diffondere i contenuti del blog.
Il blog ha assunto il ruolo di “casa dei pensieri”.
I social media divengono “luoghi in affitto temporaneo” con regole stringenti e mutevoli.
Il blog per accogliere pensieri e riflessioni richiedono approfondimenti che vengono “ragionati” e poi inseriti un paio di volte a settimana; e la newsletter è tipicamente impiegata per rilanciare i blog e, eventualmente, aggiungere anche qualche altro pensiero su “fatti-caldi” e accadimenti della settimana.
Il blog rientra quindi all’interno di un vero e proprio sistema di comunicazione digitale.
Il tempo dedicato a scrivere un articolo è di circa tre o quattro ore. Certo, dipende dalla precisione o dalla “pignoleria” adottata. La scelta di parole e/o immagini, di infografiche realizzate ad-hoc, divengono le modalità fondamentali per esprimere pensieri e contenuti nonché per sviluppare il necessario “trattamento creativo”.
Ma il lavoro maggiore (e il tempo da dedicarci!) è quello di ricerca e di approfondimento dell’argomento da trattare, che può durare diversi giorni, quando non è frutto di anni di studio sull’argomento! Del resto, la credibilità nell’essere una fonte, non è così automatica e scontata.
Quando poi i temi sono nuovi e non esiste “letteratura”, la ricerca si allunga e diviene financo spasmodica! Come, ad esempio,
“… lo studio sulle traiettorie di sviluppo della rete, il web3 e il metaverso, soprattutto dal punto di vista della loro struttura economica e delle opportunità di marketing per le aziende”
Argomenti indubbiamente “sfidanti” e che richiedono tanto studio e “applicazione”!
Differenze tra blogger, influencer e creator
Non potevamo non trattare questi argomenti in questo periodo! L’obiettivo era comprendere chi fossero i blogger, gli influencer e i creator e, soprattutto, che differenza esistesse tra essi.
I blogger sono creator che usano una specifica piattaforma di pubblicazione che può accogliere diversi formati di contenuto (il testo, l’audio, il video).
L’influencer è chiunque abbia una audience, anche piccola, che può “condizionare”.
Ultimamente si usa il termine creator per etichettare quegli influencer che non si limitano a “ripetere” un messaggio (come dei semplici trasmettitori), ma che lo plasmano secondo il proprio stile e la propria creatività, aggiungendo originalità.
Va da sé che il blogger può essere considerato un influencer e un creator, anzi i blogger possono essere identificati come i primi influencer.
Vincenzo ai tempi di Microsoft aveva organizzato il primo incontro italiano tra manager di Microsoft e blogger appassionati di tecnologia per discutere - in maniera informale durante un aperitivo - di temi scottanti per l’azienda, “senza filtri”. Egli era (ed è) un esperto-blogger e un creator antesignano.
Esistono numerosi esempi che si potrebbero citare, ma credo che il business-case Vincos ci abbia aiutato a capire più a fondo il “mondo” dei blog. E, in particolare, evidenziare come, che siano blogger, influencer o creator, al di là delle denominazioni più o meno “di moda”, risulta quanto mai necessario un confronto “senza filtri” tra questi nuovi ruoli della rete e aziende e brand e, ancor più, tra i manager al loro interno.
Perdere questa occasione sarebbe un peccato! Open minded …