Anche l'IA osserva che le imprese trascurano il loro impatto sull'oceano

One Ocean Blue Economy Summit

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Utilizzando una metodologia pionieristica che utilizza l'Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI), un nuovo report afferma che la salute degli oceani sta guadagnando terreno negli sforzi di sostenibilità delle imprese, ma non è ancora una priorità, con significative lacune di consapevolezza e di risposta delle aziende alle sfide della sostenibilità oceanica. Il rapporto fornisce anche un benchmark con cui confrontarsi per le aziende che operano nei settori del trasporto marittimo, tessile e abbigliamento e materiali da costruzione.

 

Il report Ocean Disclosure Initiative — GenAI-powered. Business Awareness and Response to Ocean Challenges per il 2024 osserva che le imprese si concentrano principalmente sulle emissioni di gas serra e sulla gestione dei rifiuti, con una consapevolezza limitata del loro impatto negativo sulla salute degli oceani. La maggior parte delle aziende prevede una delega alla sostenibilità a livello di consiglio di amministrazione, in particolare nel trasporto marittimo. Le aziende dei settori tessile e abbigliamento e materiali da costruzione che affrontano esplicitamente le questioni legate all'oceano sono invece meno numerose.

 

Il settore marittimo evidenzia una performance migliore grazie alla sua connessione diretta con l'oceano, ma tutti i settori necessitano di una maggiore consapevolezza e una più decisa azione sulle questioni oceaniche.

 

Lo studio è stato condotto per la One Ocean Foundation (OOF) da ricercatori della stessa Fondazione, SDA Bocconi School of Management, McKinsey & Company e Consejo Superior de Investigaciones Científicas ed è stato presentato oggi all'Università Bocconi durante l’One Ocean Blue Economy Summit. Il rapporto sfrutta il framework dell'Ocean Disclosure Initiative (ODI), uno strumento per la divulgazione della sostenibilità oceanica, potenziato dal Retrieval-Augmented Generation (RAG), un sistema GenAI per l'analisi dei dati. RAG può gestire e processare grandi volumi di informazioni tratte dai rapporti sulla sostenibilità aziendale e dai bilanci ed è così in grado di estrarre in modo efficiente dati rilevanti e di analizzare in profondità le pratiche aziendali relative alle questioni oceaniche.

 

Valutando 48 aziende nel trasporto marittimo, 47 nel settore tessile e abbigliamento e 67 nei materiali da costruzione, il rapporto copre almeno l'85% della capitalizzazione di mercato globale in ciascun settore.

 

Le osservazioni specifiche per settore includono:

  • Trasporto Marittimo: Enfasi sulla riduzione delle emissioni e sulla prevenzione dell'inquinamento oceanico, con mancanza di pieno riconoscimento degli impatti sulla biodiversità marina.
  • Tessile e Abbigliamento: Forte attenzione alla riduzione delle emissioni di gas serra e al rispetto dei regolamenti sulle sostanze pericolose, ma scarsa attenzione alle questioni legate all'oceano e alla produzione di rifiuti.
  • Materiali da Costruzione: Enfasi sulle emissioni di gas serra e sulla gestione dei rifiuti a causa delle pressioni normative, con minore attenzione ai contaminanti e solo il 33% delle aziende che menziona le questioni oceaniche.

 

“L'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14, Vita sott'acqua, rimane sottoprioritizzato,” afferma Stefano Pogutz, Presidente del Comitato Scientifico dell'OOF e Professor of Practice di Sostenibilità presso SDA Bocconi. “Nonostante l'aumento dell'attenzione e delle azioni aziendali, esiste una significativa lacuna nella capacità delle imprese di raggiungere la piena consapevolezza e di rispondere alle sfide oceaniche. L'ODI mira a colmare questa lacuna promuovendo consapevolezza, trasparenza e azione strategica sulle questioni della sostenibilità oceanica.”

 

La metodologia dell'ODI integra competenze scientifiche e GenAI, fornendo una rapida e coerente valutazione delle pratiche aziendali e stabilendo parametri di riferimento per l’industria. Questo approccio supporta il processo decisionale strategico, promuove pratiche sostenibili e favorisce la collaborazione tra imprese, investitori e politici per salvaguardare gli ecosistemi marini.

 

“L'analisi completa e il benchmarking dell'ODI si estenderanno a tutti i settori coperti dal framework ODI, con l'obiettivo di proteggere gli ecosistemi marini e contribuire a una blue economy per le generazioni future. Promuovendo miglioramenti nelle pratiche aziendali, l'ODI vuole svolgere un ruolo nel mantenimento della stabilità dei sistemi terrestri e nel miglioramento del benessere delle popolazioni dipendenti dall'oceano,” conclude Pogutz.

 

 

SDA Bocconi School of Management 

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