Si è da poco concluso in SDA Bocconi l’Evento Annuale di AGRI Lab, quest’anno focalizzato su una ricerca settoriale dall’approccio innovativo, condotta in collaborazione con Credit Agricole Italia e che sarà oggetto di un White Book di prossima uscita.
L’Italia è il Paese con la più ricca agricoltura d’Europa, primo al mondo per prodotti DOP/IGP e specialità tradizionali, eppure il sistema agroindustriale italiano non riesce ad essere veramente competitivo con gli altri Paesi. È solo un problema di dimensioni? “Aumentare le superfici coltivate per aumentare la redditività è un mantra del settore” – Ricorda Vitaliano Fiorillo, Direttore Scientifico AGRI Lab – “ma è un messaggio incompleto. Per la prima volta abbiamo potuto ricostruire i bilanci di oltre 2000 aziende agricole italiane, soprattutto ditte individuali e società semplici, altrimenti invisibili da punto di vista della performance economico-finanziaria. Se i dati macro economici da anni evidenziano il problema, l’analisi dei singoli conti economici ci ha consentito di fare qualche ipotesi anche sulle cause.”
La peculiarità della ricerca AGRI Lab è data dall’accesso a un database di particolare valore, messo a disposizione da Credit Agricole. Come sottolinea Serena Morricone, Docente SDA Bocconi di Financial Accounting & Analysis, “sono dati primari, forniti direttamente dalle aziende, comprese le società di persone e le ditte individuali che non sono mai state tracciate prima, non avendo una documentazione obbligatoria da depositare. Inoltre, Credit Agricole ha raccolto variabili specifiche del comparto agricolo come la tipologia di coltivazione, lo stato patrimoniale o le fonti di finanziamento.”
Lo studio integrale sarà pubblicato a febbraio, ma l’evento è stata l’occasione per anticipare alcuni colpi di scena. Dall’analisi dei dati è emerso che non c’è alcun nesso causale tra l’aumento delle superfici coltivate e l’aumento della redditività. Paradossalmente, le piccole aziende riescono ad essere più redditizie. “Con la crescita” – afferma Fiorillo – “aumentano le competenze manageriali richieste. Bisogna saper fare analisi di bilancio, controllo delle performance, valutazione degli investimenti, marketing. I dati ci dicono che il problema più rilevante non è né la dimensione né la tecnologia, ma piuttosto l’assenza di strategia”.
Proprio come ricorda il nome dell’Evento, strategia oltre la tecnologia. L’agribusiness oggi è sotto i riflettori dell’opinione pubblica, vuoi per il cambiamento climatico, vuoi per l’aumento demografico o per le emissioni di CO2 del comparto e non possiamo pensare di affrontare queste sfide soltanto con l’adozione dei nuovi trend tecnologici. Marianna Lo Zoppo, Coordinatrice AGRI Lab, ci spiega che: “il primo passo per un reale cambiamento è accettare la complessità del sistema alimentare. La collaborazione tra aziende, politica e consumatori viene prima di qualsiasi investimento tecnologico.”
La collaborazione è anche il tema trasversale che lega le testimonianze portate in aula dagli ospiti. A partire da Patrick Paris, Direttore di Cattaneo Zanetto & Co, il quale ha illustrato le nuove piattaforme di aggregazione multistakeholder, come la neonata “Generazione Cibo" dedicata all’impronta ecologica dell’agribusiness italiano.
Diego Tomasi, Direttore del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, ha parlato di collaborazione come volano per un territorio così particolare, esclusivamente collinare e boschivo, in cui l’innovazione tecnologica è di difficile attuazione.
Massimo Monti ha invece portato la storia della realtà di cui è Amministratore Delegato: Alce Nero. Un gruppo di agricoltori, pionieri del biologico, che ha unito le forze e ha fondato un brand distintivo, mass market e di grande successo.
L’Evento si è infine concluso con gli applausi dedicati ai partecipanti del corso di formazione manageriale agribusiness e con la consegna dei diplomi per l’edizione 2022.
SDA Bocconi School of Management