Il coraggio delle scelte difficili e lungimiranti. La leadership secondo Corrado Passera

EMF - Executive Master in Finance Leader Series

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Milano, 20 marzo 2020
L’impressione è che tra le molte peculiarità di un leader ce ne sia una che spicca sulle altre: il coraggio. Il coraggio di prendere decisioni con il gap informativo che ha sempre caratterizzato le decisioni difficili – e continuerà a farlo anche se i big data, l’intelligenza artificiale, il machine learning e tanti altri ausili tecnologici ridurranno questo gap. Corrado Passera, dalla sua posizione di banchiere “audace” – fondatore e CEO di Illimity Bank e già “creatore” e CEO del gruppo Intesa Sanpaolo – e precedentemente ai vertici di grandi aziende in diversi settori nonché ministro della Repubblica, coltiva sufficientemente l’understatement per non farne un “manifesto programmatico”. Ma la visione e il coraggio sono due punti centrali del suo intervento all’incontro per le Leader Series dell’Executive Master in Finance - EMF, diretto da Andrea Beltratti e Alessia Bezzecchi. D’altronde è la sua stessa storia professionale e il suo ruolo nell’economia italiana degli ultimi decenni a dichiarare una precisa concezione di leadership. Quella che sa vedere le opportunità anche nelle crisi ed è in grado di “mobilitare” le persone per coglierle.

 

La Executive Master in Finance Leader Series, a cui hanno partecipato anche Gianmario Verona, Rettore dell’Università Bocconi, e Andrea Beltratti, è stata un’occasione di confronto su due temi cruciali per la platea dei giovani manager partecipanti al Master: come cambia il mondo del banking e la leadership al suo interno (e non solo). Sull’evoluzione del sistema bancario nel recente passato e nell’immediato futuro Passera ha idee precise: “Il bello di questo mestiere è sempre stato quello di realizzare progetti insieme ad altri, rendere concrete delle possibilità. Ma molte banche hanno rinunciato a questo ruolo limitandosi a vendere prodotti che alla fine sono diventati delle commodity. Stanno facendo l’errore di alcune aziende delle telecomunicazioni, perdendo la possibilità di creare valore aggiunto”.

 

Ma il settore bancario italiano ha dimostrato una grande resilienza. “Ha saputo ‘digerire’ e superare tre crisi, quella degli asset tossici, quella del 2008 con gli attivi deteriorati e quella della cattiva gestione di singoli istituti che ha incrinato la fiducia verso tutto il sistema”. Ora – continua Passera – lo scenario è dominato da due elementi critici: i tassi a zero che riducono i margini operativi e l’ingresso nel mercato dei nuovi player tecnologici. Rappresentano grandi fattori di rischio, certo, ma anche grandi opportunità. “Verosimilmente tutto ciò che è ‘dato’ ed è gestibile con un algoritmo verrà preso della tech company e per le banche non ci saranno più margini. Ma la tecnologia non è solo una minaccia perché non significa solo automazione. La tecnologia migliora la capacità di prendere decisioni e ci consente di fare meglio il nostro mestiere di banchieri”.

 

Il business model di Illimity si fonda su questo presupposto: con l’aiuto della tecnologia e puntando su alte competenze si possono fare cose coraggiose e lungimiranti – come il credito alle aziende non facili – rispondendo a un bisogno non soddisfatto e generando valore per la banca, il cliente e tutti gli stakeholder. E non ultimo, con costi infinitamente più bassi. “Per risultare davvero utile alle comunità, la finanza deve essere considerata sempre come uno strumento e non come un fine: potrà sembrare ovvio, ma la storia anche recente dimostra che non è stato sempre così. La finanza deve imparare dai propri errori, deve liberarsi da quei dogmi del neoliberismo che si sono dimostrati fallaci: il mercato non è realmente capace di autoregolarsi e non tende sempre all’equilibrio; non è vero che i mercati sono sempre liquidi e, soprattutto, gli operatori di mercato non si comportano sempre in maniera razionale”.

 

Ed è proprio in queste decisioni difficili che la leadership fa la differenza. “È leader chi ha una visione di lungo periodo, non cede allo short-termism e sa portare la sua squadra dall’altra parte del fiume”, afferma Passera rispondendo alla domanda di Beltratti sulla sua definizione di leadership ed evidenziando subito l’importanza della dimensione “collettiva”: “La cosa più importante e più difficile è tenere insieme le persone. È fondamentale l’armonia della squadra di vertice. Serve una grande intelligenza emotiva per comunicare costantemente ‘perché’ e non solo ‘come’ lavorare insieme per un obiettivo comune”. E prosegue: “Non tutti nascono leader ma la formazione può fare molto in termini non solo di competenze, ma soprattutto di ispirazione e scambio di esperienze”. Inevitabile l’aggancio con un altro tema caldo: il purpose. “Sembra la scoperta del momento ma dovrebbe essere il ‘minimo sindacale’ di un capitalismo responsabile. Se oltre a fare utili ti senti utile per la comunità la tua motivazione è molto più alta. Un leader dovrebbe sempre tenerlo presente”.

 

Quali consigli si possono dare a coloro che hanno partecipato o stanno partecipando all’Executive Master in Finance? “Hanno un’incredibile opportunità: quella di essere dei leader di questo settore più saggi di coloro che li hanno preceduti”, sostiene Passera. “Un’opportunità tanto più grande perché arriva in un momento in cui la geografia della finanza sta cambiando profondamente: si pensi al peso crescente degli operatori asiatici a scapito dei loro colleghi nordamericani e soprattutto europei e al passaggio di testimone dai banchieri d’affari agli asset manager. I Paesi di maggior successo non sono quelli con le maggiori risorse naturali, né quelli con l’arsenale più fornito: sono quelli con la migliore classe dirigente. Una classe dirigente competente e con la più ampia visione d’insieme, capace di vedere oltre il proprio interesse personale, che dimostri coraggio nell’affrontare e abbracciare il cambiamento. Una classe dirigente saggia e responsabile che si assuma l’onere e l’onore di prendersi cura anche del bene comune nelle grandi scelte e in quelle di ogni giorno”.

 

 

SDA Bocconi School of Management

 

 

 

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