Teoria in pratica

Effetti della divulgazione della spesa pubblicitaria su investitori e analisti

Il contesto

La spesa pubblicitaria è un indicatore importante della performance dell’azienda e un elemento critico delle decisioni di marketing: innescando «la catena della produttività del marketing» aiuta le aziende a costruire asset a lungo termine come il marchio e il valore del cliente. Il National Investor Relations Institute identifica esplicitamente la funzione di marketing come un pilastro chiave della gestione delle relazioni con gli investitori. Inoltre, la partecipazione del Chief Marketing Officer (CMO) alle relazioni con gli investitori è fondamentale perché favorisce l’interazione e permette di esercitare una maggiore influenza sull’amministratore delegato (CEO) e sul direttore finanziario. 

 

Per le società quotate in borsa, la divulgazione della spesa pubblicitaria nei report annuali 10-K è a discrezione dei dirigenti, che le rivelano solo se ritengono che si tratti di informazioni di una certa rilevanza (il 10-K è il report che viene presentato entro 60 giorni dal termine dell’anno fiscale e include informazioni quali la storia dell’azienda, la struttura organizzativa, il patrimonio netto, le filiali, le holding, gli utili per azione, il bilancio certificato). Inoltre, poiché le stime della spesa pubblicitaria sono disponibili presso fornitori di dati secondari, la necessità di divulgare queste informazioni si riduce. E sebbene queste stime non offrano un quadro completo delle spese sostenute dall’azienda per sviluppare e produrre le sue campagne e i suoi messaggi pubblicitari, oggi la maggior parte delle organizzazioni quotate in borsa sceglie di non rivelare le proprie spese pubblicitarie, nonostante i budget considerevoli stanziati per le attività di advertising.  

 

D’altro canto, per gli investitori e gli analisti le informazioni sulla spesa pubblicitaria sono potenzialmente utili perché consentono di comprendere meglio la performance finanziaria dell’azienda: le aziende possono infatti sia ridurre la spesa pubblicitaria per raggiungere i loro obiettivi economici sia aumentarla, per far crescere gli utili trimestrali correnti a scapito degli utili successivi o migliorare la propria reputazione. 

 

Da un lato, la mancanza di informazioni sulla spesa pubblicitaria è sorprendente perché la Securities and Exchange Commission (SEC) e il Financial Accounting Standards Board (FASB) impongono alle aziende di fornire informazioni che riducano il rischio idiosincratico (il rischio idiosincratico è quella particolare tipologia di rischio che riflette l’incertezza degli investitori sui futuri flussi di cassa dell’impresa ed è dovuto a fattori specifici dell’impresa e non ai rendimenti complessivi del mercato azionario e ai fattori di rischio sistematici).  

 

Ridurre il rischio idiosincratico è vitale perché indica una maggiore trasparenza e un funzionamento efficiente dei mercati dei capitali. Il rischio idiosincratico è una preoccupazione critica anche per i chief marketing officer (CMO) perché incorpora il rischio delle loro azioni.

La ricerca

In questo articolo sosteniamo che la divulgazione delle spese pubblicitarie da parte delle aziende fornisce informazioni più complete e quindi riduce l’incertezza degli investitori sulla performance futura dell’azienda. 

 

Abbiamo raccolto dati finanziari sulle imprese e sui prezzi delle azioni da Compustat, dal Center for Research in Stock Prices e dalla biblioteca di Kenneth French. Abbiamo ottenuto le previsioni degli analisti sugli utili per azione dal sistema di stima dei broker istituzionali e le informazioni sulla proprietà istituzionale da Thomson Reuters. Ci siamo concentrati sui dati raccolti a partire dall’anno fiscale 1995 (FRR 44 è stato implementato nel 1994). Inoltre, abbiamo escluso le aziende dei settori finanziario, assicurativo e dei servizi pubblici perché il formato di rendicontazione finanziaria per tali aziende è significativamente diverso. Di conseguenza, il nostro campione finale risulta composto da 2.285 aziende e 15.297 osservazioni per anno aziendale nell’arco di 25 anni dal 1995 al 2019. 

 

I risultati ottenuti sono sostanzialmente due, entrambi di notevole rilevanza. 

 

  1. La divulgazione della spesa pubblicitaria nei report 10-K fornisce informazioni preziose sia agli investitori sia agli analisti, ben oltre le stime della spesa pubblicitaria fornite dai fornitori di dati. Nello specifico, un’analisi di 2.285 aziende quotate in borsa nell’arco di 25 anni mostra che la divulgazione delle spese pubblicitarie riduce il rischio idiosincratico di circa il 7 per cento. L’effetto negativo della divulgazione della spesa pubblicitaria sul rischio idiosincratico appare inoltre parzialmente mediato dal suo effetto sulla riduzione dell’incertezza degli analisti sulla futura performance finanziaria dell’azienda. I CMO sono dunque chiamati a svolgere un ruolo cruciale nelle relazioni con gli investitori, a cui viene chiesto con sempre maggiore forza di considerare le implicazioni di rischio delle loro azioni.  
  2. Coerentemente con le argomentazioni tratte dalla teoria dell’agenzia, la struttura finanziaria dell’impresa, la qualità complessiva della divulgazione e l’intensità competitiva moderano l’effetto negativo della divulgazione della spesa pubblicitaria sull’incertezza degli analisti. Questi effetti di moderazione sono statisticamente ed economicamente significativi. Nello specifico, gli effetti negativi della divulgazione della spesa pubblicitaria sull’incertezza degli analisti sono maggiori del 41 per cento per le aziende con liquidità elevata e maggiori del 34 per cento per le aziende in settori più competitivi. Inoltre, gli effetti negativi della divulgazione della spesa pubblicitaria sono maggiori del 28 per cento per le aziende con una qualità di divulgazione bassa e maggiori del 20 per cento per le aziende con una leva finanziaria bassa. 

Conclusioni e implicazioni

Il presente studio offre un contributo sotto diversi importanti aspetti.  

  • Il focus sulla divulgazione della spesa pubblicitaria consente di esaminare gli impatti della normativa specifica su investitori e analisti e fornisce insight ai regolatori. 
  • La ricerca rivela un importante meccanismo (la divulgazione delle spese pubblicitarie riduce l’incertezza degli analisti sui risultati futuri dell’impresa) attraverso il quale la divulgazione della spesa pubblicitaria riduce il rischio idiosincratico. 
  • Attingendo alla teoria dell’agenzia, è stato possibile identificare le contingenze per l’impatto negativo della divulgazione della spesa pubblicitaria sull’incertezza degli analisti. 
  • Identificando le criticità a livello aziendale e di settore, lo studio attuale fornisce un quadro più sfumato delle conseguenze prodotte dalla divulgazione della spesa pubblicitaria. 

 

Il forte impatto della divulgazione della spesa pubblicitaria sul rischio idiosincratico e l’incertezza degli analisti supporta le recenti richieste di una maggiore divulgazione di questo parametro da parte dei ricercatori e del Marketing Accountability Standards Board. Una potenziale preoccupazione, d’altra parte, è che la divulgazione possa rivelare informazioni proprietarie. Tuttavia, la nostra analisi mostra che la divulgazione della spesa pubblicitaria contribuisce ad accrescere il valore dell’azienda in settori come quello manifatturiero, dei servizi alle imprese, dell’alta tecnologia e della sanità. 

 

I risultati ottenuti, infine, suggeriscono che la Securities and Exchange Commission e il Financial Accounting Standards Board debbano adoperarsi per riconsiderare le attuali normative che regolano la divulgazione della spesa pubblicitaria. 

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