
- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 5 Mag 2025
- 9 giorni
- Class
- Italiano
Affrontare le sfide attuali della funzione HR a 360 gradi, grazie a strumenti metodologici per attrarre, scegliere e trattenere in azienda i migliori talenti.
La piccola impresa forte - non quella fragile - considera l’organizzazione aziendale e la gestione del personale come fonti di vantaggio competitivo al pari del sistema di prodotto o di mercato. Molti anni fa questa attenzione, con particolare riferimento alla gestione del personale, era patrimonio di imprenditori illuminati e ancorati a valori che, in situazioni di profondo disagio sociale e con collaboratori in condizioni economiche disastrate, esercitavano una sorta di sussidiarietà d’impresa intervenendo a migliorare con abitazioni, scuole, colonie ed altro la vita concreta di chi lavorava presso di loro e dei loro familiari. Oggi la situazione è molto migliorata, almeno da questo punto di vista, ma questa forma di intervento, sia pure secondo modalità molto differenti, non ha perso la sua importanza. Se prima il principio era quello di migliorare le condizioni di vita dei collaboratori anche per incrementare i risultati del lavoro, oggi si tende a migliorare la qualità del rapporto di lavoro per procrastinare nel tempo la sua durata. La costruzione e la valorizzazione di un legame con i collaboratori fondato sulla fiducia reciproca è tra le prime preoccupazioni di questi imprenditori: tale fiducia ha un valore economico in grado di rivalutarsi con il passare degli anni, l’incrementarsi delle competenze specialistiche e il ridursi delle alternative di sostituzione.
Tante sono le iniziative messe in campo dalle imprese più lungimiranti ai dipendenti anche e soprattutto in un periodo difficile come quello da poco superato. Tutto viene favorevolmente proposto o accettato dall’imprenditore con l’idea di fare squadra: quella squadra che è spesso alla base del processo di cambiamento vissuto e dell’innovazione realizzata va, infatti, mantenuta, rinforzata e allargata. A queste azioni all’interno dell’azienda, cui si aggiungono le più tradizionali attività di gestione del personale in ordine a retribuzione e incentivazione, carriera e valutazione, si accompagnano iniziative riguardanti il territorio circostante. L’immediata conseguenza di questa attenzione è una spiccata sensibilità verso tutto ciò che possa contribuire a costruire una buona reputazione dell’azienda in quel territorio e a migliorarne l’immagine. Visite aziendali da parte degli studenti delle scuole della zona, partecipazione ad eventi di un certo rilievo locale, sponsorizzazione di manifestazioni sportive e culturali, disponibilità ad essere oggetto di studio nell’ambito di tesi e lavori di ricerca sono solo alcuni degli esempi di iniziative che venivano realizzate dalle aziende per stringere rapporti con il territorio di riferimento. Una particolare forma di concorrenza, sempre più strategica e al tempo stesso difficile, si giocherà tra le aziende in quell’arena: vincerà chi saprà acquisirvi le migliori competenze presenti, attraendo talenti e selezionando quel capitale umano senza del quale qualsiasi tipo di innovazione risulterà deficitario. Ciò è ancora più vero per le piccole e medie imprese che avendo sede in moltissimi casi, nei piccoli centri della provincia italiana hanno un’ulteriore difficoltà da superare: quella di essere lontane dalle aree più ricche del mercato del lavoro. Si può dunque argomentare che l’”imprenditore-pioniere”, che dell’innovazione, di ogni possibile forma di innovazione, fa una leva competitiva per garantire continuità alla propria impresa, deve anche essere colono del territorio in cui opera.
Molti imprenditori obiettano che investire sui propri collaboratori significa spesso esporsi al rischio di perdere i migliori tra loro per scelta personale o per impossibilità di offrire adeguate occasioni di crescita professionale. Così non è, né deve essere. Meglio avvalersi di contributi di valore, anche se per un tempo limitato, piuttosto che di un capitale umano povero e per questo statico.
Da un punto di vista più strettamente organizzativo l’Impresa Forte è quella che sa trovare risposte efficaci al problema dell’eccessiva personalizzazione della gestione aziendale attorno alla figura dell’imprenditore: tale problema, che oggettivamente diminuisce il valore dell’impresa, se non risolto genera molte conseguenze negative come l’ulteriore complicazione del già difficile processo di successione generazionale, il rallentamento dell’acquisizione da parte dell’azienda di collaboratori dall’elevata professionalità e la difficoltà a dotarsi di tecniche di gestione manageriali e tendenzialmente più oggettive. Oltre a incentivare la crescita professionale dei propri collaboratori a cui poter dunque poi delegare responsabilità sempre più elevate, l’altra via per trattare questo problema è quella di favorire l’introduzione in azienda delle tecniche di controllo di gestione. Ciò permette, infatti, di concretizzare il processo di delega decisionale identificando in termini oggettivi per ciascuno dei collaboratori, o almeno per i più importanti, gli obiettivi da raggiungere e le relative responsabilità. L’obiettivo è quello di costruire un gruppo dirigente aziendale composto da persone su cui l’azienda ha investito e che sappia, con gli opportuni strumenti manageriali adottati, coadiuvare l’imprenditore nella presa delle decisioni che servono a realizzare la strategia da lui messa a punto.