#ValorePubblico

Dialogo sui nostri primi 10 anni, sullo sfondo di una PA che cambia.

Venerdì scorso si è chiusa – in modalità online – la 10° edizione di EMMAP, Master di Secondo Livello per i Manager della PA. Breve dialogo tra Silvia Rota (direttore dell’edizione EMMAP in partenza) e Raffaella Saporito (direttore uscente), su passato presente e futuro della PA.

Come sempre, EMMAP è un po’ il riflesso della migliore PA.

Gli ultimi 10 anni di PA, visti da EMMAP

Raffaella: “Silvia, ammetto che venerdì ero proprio emozionata. Non pensavo che la modalità online potesse lasciare inalterata l’intensità e la solennità del momento”

 

Silvia: “E’ stata una bella sorpresa anche per me. In questo periodo tutti quanti abbiamo bisogno di sapere che la PA non si ferma, un po’ come nel nostro piccolo è stato fatto con EMMAP. E i nostri diplomandi ce lo hanno dimostrato. Come sempre, EMMAP è un po’ il riflesso della migliore PA. Non trovi?"

 

Raffaella: “Sì, è molto vero. Ho lavorato nel team di direzione per le prime 5 edizioni e come Direttore per le successive 5: EMMAP è sempre stata una finestra privilegiata sulla PA. E, allo stesso tempo la sfida è stata quella di riorientare il programma in funzione di quanto succedeva fuori. Sono stati 10 anni difficili, in cui la PA ha giocato in difesa. La crisi economica del 2008 ha portato con sé l’esigenza di contrarre la spesa pubblica e le conseguenze sono note. In primo luogo il blocco del turnover: in questi 10 anni abbiamo visto contrarre il numero degli addetti e ridursi la spesa del personale, con le conseguenze che ben conosciamo. Sono stati gli anni della spinta inversa al ventennio di riforme precedenti: non più spinta alla sussidiarietà verticale ed orizzontale, ma riaccentramento di alcune funzioni, accorpamenti, aumento dei controlli (anche in conseguenza alla normativa anti-corruzione). Un esempio su tutti è la c.d. Riforma Brunetta: norme uguali per tutti per gestire uno strumento complicato come quello della valutazione, con scarsi margini di flessibilità a livello di singola amministrazione, aggiunti solo nelle riforme successive.”

 

Silvia: “Vedo lo stesso trend anche in altre ondate di riforma, come ad esempio quelle contabili. Nel caso specifico, peraltro, si tratta di riforme evidentemente ispirate dal patto di bilancio europeo, attorno alle quali il nostro Paese ha costruito un sistema di regole e vincoli che hanno avuto importanti impatti sugli enti territoriali e sul tessuto economico e sociale locale (penso ad esempio al rallentamento dell’investimento in infrastrutture). Le parole chiave dominanti nel dibattito sono state austerità, spending review, efficienza…mi pare che l’intera agenda di riforma della PA italiana dell’ultimo decennio sia stata ispirata da un unico obiettivo: il presidio della dimensione economico e finanziaria, a scapito delle altre. In questo contesto mi è capitato spesso di incontrare manager pubblici letteralmente spiazzati!”

Sono stati 10 anni difficili, in cui la PA ha giocato in difesa: non più spinta alla sussidiarietà verticale ed orizzontale, ma riaccentramento di alcune funzioni, accorpamenti, aumento dei controlli (anche in conseguenza alla normativa anti-corruzione).

Le sfide del presente: ripartire dalla crisi in corso

Raffaella: “Per questa ragione, l’agenda di lavoro del master è stata anno dopo anno sempre più focalizzata nell’allenare i nostri manager a dirigere il cambiamento, per non subirlo passivamente. E’ vero, però, che negli ultimi anni non sono mancati i segnali di inversione del trend: sblocco del turnover, superamento della pianta organica e maggiore flessibilità nella programmazione delle risorse umane. Certo, questa crisi segna un ulteriore elemento di discontinuità. Bisogna capire come questa fase storica presente inciderà anche sul funzionamento delle istituzioni pubbliche. Io sono convinta che sarà un’opportunità, se ben gestita. Come dicevo venerdì in chiusura EMMAPX, tutte le grandi crisi economiche e sociali, come quella che ci apprestiamo ad attraversare, portano con sé un rinnovato bisogno di istituzioni pubbliche. Ma è anche un momento critico: quando i bisogni si fanno più intensi e le risorse scarseggiano, il rischio delegittimazione è altissimo. Cosa ne pensi?”

 

Silvia: “Raffaella, se penso all’oggi certamente alcuni forti segnali di inversione di rotta sono arrivati, basti pensare alla sospensione del patto di stabilità e quindi all’allentamento di tutti i sistemi di vincoli sulla finanza pubblica. Forse il punto di partenza di questa crisi, che impatta in maniera così dirompente sulla salute e sulla vita delle persone, ha consentito e consentirà un cambio di prospettiva, di cui tante volte discutiamo a EMMAP: partire dagli outcome e non dagli input, dato che questi ultimi nella maggior parte dei casi sono dati e rigidi. In altre parole, la crisi offre l’incredibile opportunità di ripensare a che ruolo vogliono assumere le istituzioni pubbliche nel contesto sociale ed economico, entro quali perimetri e con quante e quali risorse, quali modelli di servizio siano più efficaci, e molto altro… Riconducendo la dimensione dell’economicità a condizione di funzionamento – certo necessaria – ma da con confondere col fine.”

La crisi offre l’incredibile opportunità di ripensare a che ruolo vogliono assumere le istituzioni pubbliche (…) riconducendo la dimensione dell’economicità a condizione di funzionamento – certo necessaria – ma da con confondere col fine.

Le competenze di public management ai tempi della crisi

Raffaella: “Sottoscrivo. Silvia, tra poche settimane parte online – per poi riprendere anche in aula – la XI edizione di EMMAP. Una sfida nella sfida! Quali competenze per i manager della PA in questa fase storica?”

 

Silvia “Innanzitutto per pensare al futuro dei manager della PA dobbiamo fare lo sforzo di immaginare come sarà la società e di conseguenza la PA del futuro. E per tornare al nostro piccolo già l’abbiamo toccato con mano in queste settimane: molte sono le sfide che i manager pubblici e le loro aziende e istituzioni stanno affrontando nella gestione dell’attuale emergenza, come l’introduzione improvvisa dello smart working, la necessità di assicurare continuità ai servizi pubblici ma anche presidio di nuovi servizi erogati per rispondere all’emergenza, il lavoro in stretto coordinamento con altri enti, aziende, attori, etc.. Ecco perché le competenze dei manager di una PA che non si ferma hanno a che vedere con la capacità di intercettare i segnali delle crisi e degli eventi inaspettati, la capacità di apprendere sul campo, attraverso l’esperienza diretta rielaborata, la capacità di immaginare che forma avranno i bisogni del domani, per riprogettare l’offerta di servizi on time, la capacità di connettere risorse, anche al di fuori dei propri confini organizzativi. Non vedo l’ora di iniziare!”

 

Raffaella: “Buon lavoro, Silvia!”

La capacità di intercettare i segnali delle crisi e degli eventi inaspettati, la capacità di apprendere sul campo, attraverso l’esperienza diretta rielaborata, la capacità di immaginare che forma avranno i bisogni del domani.

PS: A tutta la community EMMAP (fatta di tutti i diplomati, ma anche di tutti i docenti e delle persone che nelle aziende ed istituzioni pubbliche hanno creduto e credono nel progetto EMMAP): grazie! E' stato un viaggio bellissimo! Ci vediamo per la Cerimonia di Graduation quanto prima! 

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