- Data inizio
- Durata
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- Lingua
- 31 gen 2025
- 40 ore
- Online
- Italiano
Fornire gli strumenti per (ri)disegnare la roadmap di adozione e sviluppo dell’AI in azienda bilanciando strategia, elementi tecnologici, organizzativi e di contesto.
Sono già passati dieci anni da quando la copertina di Wired annunciava che “I dati sono la nuova benzina dell’economia digitale”. Nella masterclass Dati, servizio al cliente e privacy: un equilibrio possibile? condotta da Paola Cillo, Associate Dean for Research, Claudio Demattè Research Division ed Emanuele Borgonovo, Professore di Decision Sciences & Business Analytics, Università Bocconi, si è discusso di come in questi anni le aziende hanno dovuto attrezzarsi per capire come generare dati, come analizzarli e come integrarli nei propri processi per poter prendere decisioni informate e costruire valore economico, e contemporaneamente valori sociali, grazie a essi.
Borgonovo e Cillo si sono confrontati con Giorgia Molajoni, Chief Technology Officer, Paolo Finardi, Head of Data Science, e Lavinia Guadagnolo, Data Scientist di Plenitude sulle sfide che le imprese devono affrontare per coniugare due paradigmi all’apparenza inconciliabili: da una parte l’utilizzo dei dati per produrre valore per l’impresa e per tutti gli stakeholder coinvolti, dall’altra la tutela della privacy.
Durante l’incontro Emanuele Borgonovo ha evidenziato che “se correttamente integrati nei processi di impresa, i dati offrono alle aziende una capacità senza precedenti di comprendere le tendenze di mercato, i comportamenti dei clienti e le inefficienze operative”. La governance dei dati apre dunque importanti opportunità non soltanto alle cosiddette native digitali, ma anche per quelle aziende più tradizionali - o anche semplicemente più piccole - che non possono esimersi dal comprendere come integrarli nei propri processi.
“Oggi queste aziende sono chiamate a fare delle scelte non più procrastinabili”, ha affermato Paola Cillo. “La prima scelta è legata a come sfruttare la data science per accrescere il valore del proprio modello di business. La seconda è come farlo in maniera inclusiva, ossia portando a bordo tutti gli stakeholder aziendali, e in maniera etica, ossia rispettosa della delicatezza dei dati”.
“È importante che le aziende mettano a punto un percorso che faccia leva sullo sviluppo di competenze interne e che parta dalla realizzazione di alcuni “use case” che possano aiutare a testare il nuovo approccio. Il nuovo approccio può anche richiedere un cambiamento nel business model e la costruzione di piattaforme integrate che seguano tutti i processi, non solo di relazione con il mercato, ma anche strettamente interni”, ha affermato Giorgia Molajoni. “A tale scopo”, aggiunge Paolo Finardi, “è stato utile sviluppare un data value model in modo da educare tutte le unità di business coinvolte a pensare quali siano i costi e i benefici associati a ciascun progetto che utilizzi dati e algoritmi sia di natura predittiva che generativa”. “La creazione di una cultura organizzativa” conclude Lavinia Guadagnolo “è stato il frutto di tante iniziative di formazione che hanno portato le persone maggiormente analitiche ad affiancare il business su specifici progetti per comprendere come affrontarli, mettendo al centro i dati”.
In chiusura è stato, dunque, evidenziato come il cambiamento di paradigma richieda uno sforzo collettivo e il coinvolgimento degli stakeholder per guidare le organizzazioni verso una nuova era dei dati.
SDA Bocconi School of Management
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