Empowerment femminile e rappresentazione della donna di successo: traguardi raggiunti e prospettive future

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Soprattutto negli ultimi anni, sempre più aziende, istituzioni ed esperti si sono occupati dei temi dell’emancipazione femminile e della parità di genere. Un dibattito che però, a volte, è stato condotto seguendo la logica della retorica anziché quella della ricerca scientifica e delle evidenze accademiche. Per questo, SDA Bocconi si impegna nella promozione di un dibattito fondato su contenuti rigorosi e imparziali, individuati grazie al lavoro di docenti e manager di grande esperienza e autorevolezza.

Proprio per queste ragioni, accogliendo con entusiasmo la proposta di #EMBAWOMEN – un gruppo di Alumnae EMBA impegnate nella promozione della crescita professionale delle donne e della leadership femminile –, la Scuola ha ospitato l’evento “Towards Female Empowerment”. Un’iniziativa importante perché, come ha affermato il Dean di SDA Bocconi Stefano Caselli, “dimostra che fare formazione significa anche annullare le barriere. Infatti, chi ha partecipato alla vita della Scuola in qualità di studente ha l’occasione di entrare a far parte della Community degli Alumni e delle Alumnae, per lavorare oggi insieme ai docenti in una logica bottom-up verso la costruzione di una comunità sempre più aperta e collaborativa.” È questa la prospettiva con cui durante l’evento si è discusso di empowerment femminile, che, come ha sottolineato la Presidente di #EMBAWOMEN Stefania Bistoni, “rappresenta una leva essenziale per contribuire alla costruzione di modelli di aziende e organizzazioni sempre più giusti ed equi”.

Al centro dell’iniziativa moderata Laura Baruffaldi, SDA Lecturer, è stata posta una riflessione sui modelli educativi e valoriali che vengono trasmessi alle donne, analizzati a partire da una prospettiva molto particolare: quella dei giocattoli. Infatti, i giocattoli forniscono una rappresentazione della femminilità che ha la capacità di influenzare le giovani donne. L’obiettivo, in quest’ottica, è quello di assicurarsi che tale rappresentazione evolva nel tempo e fornisca leve efficaci per garantire alle donne la possibilità di realizzarsi dal punto di vista sia personale sia professionale.

Tra i molti esempi, la storia di Barbie indica già una prospettiva ben precisa attraverso cui il concetto di leadership femminile è cambiato nel corso degli ultimi 60 anni. Come ha raccontato Andrea Ziella, CEO di Mattel Italia, “Barbie è stata la prima donna ad andare nello spazio, a diventare una politica influente, a ispirare opere d’arte e di design: siamo passati da ciò che Barbie possiede (un’auto, una cucina ecc.) a ciò che Barbie è capace di fare e come possa ispirare le future generazioni. In questo senso, il suo compito è sempre stato quello di dare voce al potenziale senza limiti che è insito in ogni bambina.” Ecco che l’evoluzione di un giocattolo ha messo in scena un nuovo modello di empowerment femminile, aiutandoci a comprendere come si sia trasformato l’immaginario delle donne negli ultimi decenni.

Un altro caso è quello di Vanity Fair, la storica rivista che negli anni ha cambiato profondamente la propria prospettiva rispetto alle sue modalità di rivolgersi al pubblico femminile. Valeria Vantaggi, Caporedattrice di Condé Nast, ha sottolineato che “sull’ultima copertina del 2022 appare Samantha Cristoforetti, la quale partecipa al numero della rivista non tanto per parlare del suo essere donna, quanto piuttosto per raccontare le incredibili sfide legate al suo lavoro e alle missioni spaziali, indipendentemente dall’appartenenza di genere di chi vuole compierle”.

Da un punto di vista più strettamente organizzativo, inoltre, anche la “Certificazione della Parità di Genere delle Organizzazioni” entrata in vigore nel marzo 2022 e pubblicata da UNI con il codice UNI/PdR 125:2022 ha rappresentato un salto evolutivo notevole per creare aziende più inclusive ed eque. Per Sila Mochi, Co-Fondatrice di #InclusioneDonna, “è stato un risultato eccezionale, perché per cambiare la cultura all’interno della società civile bisogna anzitutto partire dalle organizzazioni e dalle aziende. È solo il primo passo: in futuro, dovremo compierne ancora molti altri per aumentare la consapevolezza di tutta la comunità e sensibilizzare tutti gli attori in campo.”

Infatti, anche da parte delle istituzioni e degli enti legislatori è necessario implementare la capacità di offrire soluzioni tempestive in termini di normativa, ridefinendo il sistema di incentivi che può portare una persona a prendere specifiche decisioni di carriera e di sviluppo professionale. Perché, come ha ricordato Roberto Degli Esposti, Executive Coach ed ex HR Director di Autogrill, “ancora oggi ci sono molti bias e pregiudizi inconsapevoli che influiscono sulle credenze e sui comportamenti delle persone. Il nostro compito è proprio questo: portare alla luce anche tutte le forme di discriminazione non esplicite, che vengono agite senza rendersene conto”.


SDA Bocconi School of Management

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