Un tempo chi voleva conoscere si metteva in viaggio. Per terra e per mare, o tra i libri di una biblioteca, andava verso il nuovo, verso ciò che accende la meraviglia e la passione per il sapere. Oggi che la pluralità è di casa e l’accesso virtuale sconfinato, l’esperienza dell’incontro vis-à-vis, della relazione diretta non ha perso il suo valore conoscitivo e anche formativo. Significa imparare a ospitare la pluralità dentro di sé, masticarla per farne nutrimento. È l’esperienza che stanno facendo gli studenti e le studentesse dell’EMILUX – Executive Master in Luxury Management di SDA Bocconi per testare dal vivo le conoscenze e gli strumenti manageriali acquisiti durante il Master, esperienziale e plurale per vocazione ma anche per struttura.
Per i partecipanti EMILUX è partito infatti un Grand Tour del lusso, iniziato a Parigi (dove sono stati ospiti di Cartier, partner del Programma) e approdato a Milano passando per Dubai, e che li porterà in seguito a Londra, Roma e in Svizzera. Anche il modulo milanese è stato itinerante: si è mosso tra il Campus SDA Bocconi, la Triennale di Milano e le cantine della Franciacorta; ha toccato anche l’Emilia Romagna, con la visita alle linee produttive, alla collezione storica e alla pista di collaudo della Ferrari e della Lamborghini, ospiti rispettivamente del responsabile Employer Branding Ferrari, Dennis de Munck, e del responsabile delle Risorse Umane Lamborghini, Umberto Tossini. Il modulo si è concluso con una navigazione sul lago d’Iseo a bordo di motoscafi Riva d’epoca (su invito di una partecipante e della sua famiglia, specializzata nel restauro di queste imbarcazioni). Una pluralità di location cui fa riscontro quella dei settori, degli approcci e dei progetti tra cui i candidati EMILUX si muovono. E naturalmente delle persone.
Un Executive Master come questo ha già al suo attivo le molteplici esperienze maturate da candidati che hanno in media 12 anni di lavoro alle spalle, e la forza di una faculty nella quale i partecipanti ritrovano con piacere gli autori dei testi su cui hanno studiato nel loro precedente percorso universitario, uno per tutti il sempre carismatico Robert Grant. Ad ampliare il dialogo si sono inseriti, on campus o nelle company visit, gli incontri sia con esperti Bain & C. e BCG, punti di riferimento per lo studio dell’andamento e dei trend della luxury industry, sia con rappresentanti di spicco del settore.
Se la partnership con Illycaffè è stata alla base dei progetti di Design Thinking, presentati proprio qui a Milano, in cui gli studenti hanno approfondito la progettazione del customer journey, per quanto riguarda il mondo della moda, non sono certo mancati gli interventi di figure di spicco della luxury industry a partire dal CEO di Bottega Veneta Bartolomeo Rongone, che ha posto l’accento sulla creazione artistica come capacità di reinventare la tradizione artigiana e di declinarla in una fluidità contemporanea che apre ampi spazi a nuovi apporti creativi capaci di parlare alla clientela. Alessandro Varisco, CEO di Twinset, ha invece presentato, con un riferimento al suo incarico precedente, il disegno strategico con il quale ha risollevato la maison Moschino dopo la crisi del 2008, soffermandosi poi, a partire dalla sua esperienza attuale, sul rapporto tra i brand del lusso e il private equity.
Il modulo EMILUX ha ospitato anche gli AD di altre due eccellenze, Panerai e Cartier, che si sono focalizzati rispettivamente su temi della total sustainability e della business ethics. Dimensione delicata e complessa, quest’ultima, come ha confermato la recente questione dei diamanti di estrazione russa, ricordata dal Presidente e CEO di Cartier, Cyrille Vigneron. Dal canto suo Panerai, memore delle sue radici di fornitore della Regia Marina, ha presentato il suo nuovo progetto di “Ocean Literacy”, ovvero la formazione degli studenti di cento università in tutto il mondo per la conoscenza e la tutela attiva degli oceani. Il progetto è stato illustrato alla platea EMILUX dal CEO Jean-Marc Pontroue, insieme alle azioni intraprese dalla sua azienda per ridurre la carbon footprint a vari livelli della filiera produttiva e commerciale. Una nuova visione del lusso che non crea valore solo per i lavoratori, l’indotto e la clientela, ma anche per il suo impegno diretto a favore del mondo in cui viviamo.
Il lusso italiano non è dunque solo fashion ma anche cosmesi, alta orologeria, food&wine, imbarcazioni, automobili che sono pezzi unici personalizzati fin nei minimi dettagli, come quelli presentati in Lamborghini dal CFO e Managing Director Paolo Poma. E cosmetici, come quelli prodotti per uso professionale – il lusso non è solo retail – dalla B-corp Davines, che ha accolto gli studenti EMILUX negli ampi spazi del suo village alle porte di Parma, con un’immersione nella natura da cui viene tratta la gran parte degli ingredienti utilizzati nella sua produzione.
“Al termine di questa terza tappa di un viaggio intenso posso dire”, afferma con un po’ di orgoglio Gabriella Lojacono, Direttore EMILUX, “che è stato estremamente stimolante vedere interagire i ‘nostri’ manager in crescita con persone al vertice di aziende del Pantheon del lusso in modo assolutamente aperto e dialogante. È stato bello condividere gli scambi in aula ma anche quelli più informali all’ora dell’aperitivo. E vederli muoversi insieme sul campo, nelle aziende. È in queste occasioni che emergono spunti per assumere nuove prospettive e fare le cose in altro modo, ma anche conferme che stai andando nella direzione giusta”.
SDA Bocconi School of Management