Anziani e famiglie sono rimasti a lungo senza risposta, gestori dei servizi lasciati soli a gestire la crisi sanitaria con picchi di mortalità in RSA incrementata in alcuni territori del +120% rispetto alla media dello stesso periodo dei 4 anni precedenti. Ma a sorpresa non crolla la fiducia delle persone nei confronti delle strutture assistenziali.
Revisione dei modelli di finanziamento, delle tipologie di servizi e gestione e valorizzazione del personale sono le sfide per il futuro.
È un’immagine a luci e ombre quella che emerge dal 3° Rapporto Osservatorio Long Term Care del CERGAS SDA Bocconi-Essity, che ha analizzato lo status dell’assistenza agli anziani in Italia con un focus anche sul periodo della pandemia da Covid-19, arrivando a suggerire le aree di riforma che con urgenza dovranno essere fronteggiate nel prossimo futuro.
Nel nostro Paese emergono alcuni trend ben definiti: da un lato la mancata assistenza agli anziani non autosufficienti, con il 63% dei 2.907.438 individui che rientrano in questa categoria che non è seguito da alcun servizio socio-assistenziale e dall’altro, il boom dei caregiver familiari e delle badanti: di quest’ultime in Italia, nel 2019, se ne contavano 1.018.555.
Le Residenze per Anziani sono state tra i soggetti più colpiti dal Covid-19: si stima che nella prima fase della pandemia il tasso di mortalità in un campione di queste strutture censite dall’Istituto Superiore di Sanità si sia attestato al 3,1%, mentre ATS Milano Città Metropolitana ha registrato un aumento tra marzo e aprile 2020 del + 120% nei decessi tra gli ospiti delle strutture rispetto alla media dello stesso periodo dei 4 anni precedenti. Guardando invece al rapporto tra servizi e le famiglie, stando ai dati del Rapporto, la fiducia degli utenti nei confronti delle RSA è solida e confermata.
Con i trend di invecchiamento della popolazione sempre in crescita – i dati indicano che entro il 2050 gli anziani raddoppieranno, passando dal 23% al 32% della popolazione totale - il settore dell’assistenza è chiamato a riflettere e – secondo il Rapporto CERGAS SDA Bocconi – Essity – anche a porsi nuove sfide.
I soggetti dell’assistenza. In Italia l’assistenza agli anziani è una realtà multi sfaccettata con soggetti diversi deputati alla gestione della non autosufficienza. Nel nostro Paese, la famiglia e le badanti sono al primo posto in questa attività, mentre le residenze per anziani sono viste come scelta “estrema”. “Le famiglie hanno una visione molto clinica delle strutture per anziani, in quanto le considerano la soluzione a cui ricorrere generalmente dopo anni di faticosa permanenza al domicilio e solo quando le condizioni di salute dell’anziano si aggravano” commenta Elisabetta Notarnicola, Associate Professor of Practice, Divisione Government, Health e Not for Profit presso SDA Bocconi School of Management e coordinatrice del Rapporto “La nostra survey, condotta in collaborazione con il portale LaCasadiRiposo.it su quasi 1.000 nuclei familiari, conferma che le famiglie organizzano la cura intorno al loro ruolo di caregiver e all’intervento di badanti. Due terzi dei rispondenti al questionario ci dicono che non sono mai entrati in contatto con soggetti pubblici in grado di aiutarli nell’identificare i servizi più adeguati e non sanno come organizzarsi”.
Il punto di vista delle RSA. Il Covid-19 ha investito in pieno le Residenze per Anziani e i gestori - oltre che con l’emergenza sanitaria - hanno dovuto fare i conti con il mantenimento della sostenibilità economico-finanziaria delle strutture (come indicato dal 100% dei rispondenti della survey presentata nel Rapporto) e con problematiche legate al personale (88%) sia in termini di formazione, sia di “fuga” degli operatori verso il comparto sanitario. Eppure, la fiducia degli italiani nei confronti della categoria tiene, anche se quasi un quarto del campione intervistato ha dichiarato di aver tolto i propri cari dalle liste d’attesa alla luce di nuove possibilità di assistenza rese possibili grazie allo smartworking, o per diffidenza data dalla situazione.
Le sfide future. Il Covid-19 ha portato il settore dell’assistenza a riflettere sulla propria offerta e sulle proprie strategie, con i provider di servizi assistenziali che ammettono la necessità di avviare una riflessione sul rinnovamento e adattamento della propria attività. “Questa pandemia, con i suoi effetti drammatici, ci offre spunti di riflessione importanti per ripensare la Long Term Care in maniera più efficace. Le sfide sono molte e riguardano diversi aspetti: dal lato umano, a quello dell’integrazione con i servizi, passando per la sostenibilità economica” dichiara Massimo Minaudo, Amministratore Delegato Essity Italia “Il Rapporto realizzato da Cergas Bocconi che abbiamo sostenuto ha, infatti, individuato una serie di sfide di policy su cui i soggetti coinvolti nella gestione degli anziani sono chiamati a collaborare così da mettere a punto un’assistenza ottimale in grado di rispondere ai bisogni degli anziani, dei loro familiari e degli operatori sanitari e socio-assistenziali”.
Tra le sfide messe in luce dal 3° Rapporto Osservatorio Long Term Care del CERGAS SDA Bocconi-Essity ci sono la sostenibilità economica delle aziende operanti nel settore Long-Term Care, la mission della rete socio-sanitaria; la revisione degli standard assistenziali dei servizi e delle tariffe riconosciute, il raccordo rispettivamente tra la rete residenziale e gli altri servizi per anziani, tra la rete socio-sanitaria e quella sanitaria e tra la rete pubblica e il mercato privato, la gestione e valorizzazione del personale e la revisione dei sistemi informativi e di conoscenza delle dinamiche di bisogno, domanda e offerta.
SDA Bocconi School of Management