Nella sua rapida diffusione all’interno delle diverse funzioni aziendali, l’intelligenza artificiale bussa anche alla porta dell’Ufficio Acquisti. Ottimizzare e innovare i sistemi di procurement attraverso l’impiego dell’AI è la nuova sfida che si pone alle aziende e alle istituzioni. Una sfida raccolta dal Procurement Lab di SDA Bocconi che, con il supporto dei main sponsor SAP e Accenture, ha analizzato l’adozione, la diffusione, gli ambiti di impiego e i risultati conseguiti dall’AI nei processi di acquisto propri di realtà operanti sul mercato italiano.
Il Procurement LAB nasce con l’obiettivo di studiare i grandi cambiamenti in corso nei processi di approvvigionamento delle imprese dovuti alle dinamiche dei mercati e all’impiego delle nuove tecnologie digitali, supportando il management degli acquisti nelle scelte strategiche. Oltre la partecipazione dei main sponsor, il Lab coinvolge i Chief Procurement Officer (CPO) di grandi aziende italiane e multinazionali.
Il primo progetto di ricerca condotto nel 2021 si è focalizzato sull’implementazione delle tecnologie di Artificial Intelligence (AI) nelle varie fasi del processo di acquisto. La ricerca ha utilizzato una classificazione ampia di AI, includendo sia le metodologie più complesse, come Machine e Deep Learning, sia le applicazioni più deterministiche come Robotic Process Automation e Optical Character Recognition. Sono stati raccolti dati di oltre 130 realtà aziendali mediante una survey indirizzata ai CPO di imprese operanti in Italia.
“Il quadro dell’introduzione della AI sui processi di acquisto è chiaro. Un terzo del campione di imprese è già attivo sulle tecnologie di AI e ha collaborazioni con aziende di consulenza, software vendor e altri attori nella propria supply chain. I due terzi delle aziende, invece, non hanno ancora esplorato questo tipo di tecnologie”, evidenzia Giuseppe Stabilini, direttore scientifico del Procurement Lab e responsabile del progetto insieme al collega Luca Molteni.
La ricerca ha classificato i progetti di AI secondo l’obiettivo desiderato (efficienza/efficacia) e il grado di novità nel modello operativo (esistente/nuovo). I progetti si distribuiscono in larga parte nei cluster “optimize” (36%) – uso delle tecnologie di AI per recuperare efficienza e liberare le persone dalle attività a minor valore aggiunto – ed “expand” (31%) – ricerca di una maggiore efficacia delle decisioni di acquisto anche grazie a nuovi modelli operativi, ottenendo un miglioramento della velocità, del controllo dei rischi, della qualità, dei costi e della gestione dei processi amministrativi. Inoltre, nel 26% dei progetti l’AI è in grado di migliorare costantemente il proprio algoritmo grazie a circuiti di feedback autonomi integrati nella tecnologia. I CPO coinvolti nella ricerca hanno dichiarato risultati allineati alle aspettative, nel 51% dei casi, o superiori, nel 10%.
Per il futuro, il gruppo di ricerca ha individuato due direttrici di investimento: le aziende che non hanno ancora progetti di AI devono aprirsi a questa opportunità lavorando sulle strategie e sulla cultura aziendale, con una leadership proattiva e aperta a collaborazioni esterne; le aziende con progetti di AI in corso devono pensare a piani di formazione interna per rafforzare le competenze e attrarre nuove skill qualificate. I CPO evidenziano, infine, che nei prossimi anni l’attenzione della AI si sposterà su fasi del processo di acquisto complesse, come Budget Planning & Savings Tracking, Risk Management e Collaborative Planning & Forecasting. Gli algoritmi dovranno raccogliere ed elaborare informazioni provenienti sia da partner della supply chain che dall’ambiente esterno.
SDA Bocconi School of Management