Riparte con testimonianze d’eccellenza il viaggio di formazione dei manager globali

Opening GEMBA 2021-23

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Se questo è il momento della ripartenza globale, quella di GEMBA - Global Executive MBA di SDA Bocconi in partnership con la Rotman School of Management di Toronto è una ripartenza con un valore simbolico particolare. Dopo un anno di interruzione dovuto all’emergenza sanitaria, il più internazionale, per definizione, degli MBA ritrova infatti il suo respiro mondiale e la sua vocazione “itinerante” – con i suoi 10 moduli tra Milano, Toronto, Mumbai, San Francisco, Copenaghen, Shanghai, San Paolo. È per questo che all’Opening dell’edizione 2021-23, con un gran numero di partecipanti in presenza e gli altri collegati in streaming, si percepiva l’energia e l’entusiasmo delle sfide che iniziano.

Se la diversità è ormai riconosciuta come asset strategico in tutti i contesti, il GEMBA ha i numeri giusti: 50 partecipanti, più di un terzo dei quali donne, provenienti da 18 paesi e da settori industriali differenti, con diverse formazioni alle spalle, a cui si aggiunge un’esperienza professionale media di 14 anni. La squadra giusta per affrontare la complessità, cifra distintiva della contemporaneità, come ha ricordato il Dean Giuseppe Soda nel suo saluto di benvenuto: “la complessità non è solo un rischio ma anche una grande opportunità”.

E proprio con un esempio concreto di come scalare con successo la complessità si è aperta questa edizione del GEMBA. All’incontro inaugurale con i partecipanti erano presenti Franco Stevanato, Presidente Esecutivo del Consiglio d’Amministrazione, e Mauro Stocchi, Chief Business Officer (nonché Alumnus GEMBA) di Stevanato Group S.p.A., multinazionale italiana leader mondiale nella produzione di carpule per insulina e presente con le proprie soluzioni approssimativamente nel 90% dei programmi vaccinali COVID-19*, approdata nel luglio scorso alla Borsa di New York con una IPO da 672 milioni di dollari, “la più grande offerta pubblica per un’azienda italiana negli USA dopo la quotazione della Ferrari nel 2015”, come ha ricordato Forbes.

Stevanato è un caso di studio emblematico della capacità di allargare il proprio orizzonte e avviare un percorso di globalizzazione senza perdere di vista i valori fondanti. Il viaggio inizia con il fondatore Giovanni Stevanato nel 1949 a Zelarino (VE) per poi spostarsi dieci anni dopo a Piombino Dese in provincia di Padova, nel solco della lunga tradizione vetraia locale, ma presto acquista dimensioni industriali e prosegue al di fuori della sua “comfort zone”, espandendosi prima in Italia, con acquisizioni e nuovi stabilimenti, e poi oltre frontiera. Franco e Marco Stevanato, nipoti del fondatore, sotto la guida del padre Sergio capiscono l’importanza di diventare un’azienda globale per affrontare i mercati internazionali, in particolare le grandi aziende farmaceutiche che hanno bisogno di contenitori in vetro di alta qualità per i loro prodotti. Nel 2005 la prima acquisizione all’estero – la slovacca Medical Glass – a cui seguono acquisizioni in Italia, Danimarca, Germania e Stati Uniti, e la creazione di stabilimenti greenfield in Messico, Cina, Brasile e Stati Uniti. E in ultimo, solo in ordine di tempo, l’ingresso nel “club esclusivo” delle 17 aziende italiane quotate al NYSE.

“Un’esperienza emozionante e sfidante nella quale è importante non perdere di vista i valori sui quali il gruppo è cresciuto”, ha sottolineato Stevanato, “che sono i nostri 5 pilastri: fiducia e rispetto, senso di responsabilità, comportamento etico, trasparenza, tensione al risultato”. Gli fa eco Stocchi: “Per declinare questi valori nella nostra mission quotidiana – che è creare prodotti e servizi di alta qualità per preservare l’integrità dei farmaci – abbiamo dei chiari principi guida: cercare sempre di essere i primi senza perdere l’umiltà, puntare su competenza, esperienza e preparazione, non essere standard, avere costanza e capacità decisionale ed esecutiva”. Chi voleva una sintesi introduttiva delle caratteristiche di un manager internazionale di successo è servito.

Ma questo è solo l’inizio del lungo viaggio che aspetta i partecipanti al GEMBA. Ferdinando Pennarola, GEMBA Director, sostiene efficacemente che la dimensione ideale di una classe GEMBA “non può superare il numero di persone che possono stare in un pullman”. Il che, oltre ad assicurare il corretto rapporto tra classe e faculty, permette di realizzare per ogni modulo del programma i cosiddetti “learning safari”, una formula didattica che prevede visite (fisiche) a grandi aziende e incontri con i loro top executive, tappe qualificanti del percorso di apprendimento esperienziale. Due di questi learning safari sono stati compiuti nei giorni immediatamente successivi all’Opening: il primo ad Arese con visita al Museo Storico Alfa Romeo per parlare di  marketing e rebranding; il secondo a Modena in Maserati Plant, per la visita alla linea di produzione della MC20 e una discussione sui temi dell’Operations Management e della Luxury Industry.

Tutto questo contribuisce a “essere preparati, professionali, open-minded e capaci di networking”, conclude Pennarola. “È il nostro modo per rendere il GEMBA un’esperienza davvero globale e indimenticabile”.

*Stime a luglio 2021 sulla base di informazioni allora pubbliche (WHO, EMA, FDA)





SDA Bocconi School of Management

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