- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 20 Feb 2025
- 12 giorni
- Class
- Italiano
Fissare chiaramente i tuoi obiettivi e affrontare le problematiche specifiche delle PMI, per un migliore coordinamento della tua realtà imprenditoriale.
Player e mercati finanziari sono in continua evoluzione. La trasformazione del modello di business degli intermediari finanziari è necessaria per fare fronte alle continue sfide imposte da regolamentazione, tecnologia e scenario macroeconomico. In tale contesto si è svolto il primo “laboratorio” dell’Allfunds Education Lab, parte integrante di Allfunds Academy, dedicato all’esplorazione della “business transformation” dei player che operano nella catena del valore dell’asset/ wealth management diretto da Andrea Beltratti (Professore Ordinario del Dipartimento di Finanza Università Bocconi e co-Direttore Allfunds Academy) e Alessia Bezzecchi (Docente del Dipartimento di Finanza e co-Direttore Allfunds Academy).
“La business transformation nel settore dell’asset/ wealth management è di straordinaria importanza ed è necessario riflettere sui trend di fondo, per consentire alle aziende di gestire, invece che subire, il processo di cambiamento e allo stesso tempo mettere sempre di più il cliente al centro della propria attività” ha affermato Gianluca Renzini, Deputy CEO e Chief Commercial Officer di Allfunds Bank all’apertura dei lavori in occasione della prima roundtable del Lab in cui i principali top manager delle più importanti società finanziarie (Banche, Assicurazioni e SGR) si sono presentanti per l’avvio del dibattito. La discussione del Lab è partita proprio dalla customer-centricity: nei moderni approcci alla gestione aziendale, come ricordato da Antonella Carù (Professore ordinario del Dipartimento di Marketing Università Bocconi), “il cliente è al centro dell’attenzione del management, al punto tale che la strategia deve essere primariamente orientata a soddisfarne le esigenze e tutta l’organizzazione deve agire in modo coerente per conoscerne e comprenderne le dinamiche”. L’ascolto del cliente, l’analisi di profilazione e l’importante trasformazione del processo d’acquisto a esperienza di consumo sono i driver per l’incremento del valore percepito. Il Lab è proseguito nella seconda sessione con una roundtable volta a definire lo scenario di mercato, discutendo con i partecipanti in modo interattivo su trend di fondo, outlook, minacce e opportunità e strategie di investimento con focus particolare sul mercato domestico. Vittorio Ambrogi di Morgan Stanley Investment Management, Luca Tenani di Schroders e Sergio Trezzi di Invesco parlando dello scenario di mercato hanno posto l’attenzione sulla volatilità dell’equity mondiale osservata negli ultimi mesi nel contesto dei trend di lungo periodo ed evidenziando alcuni fattori di rischio per lo scenario internazionale, tra cui la lunghezza del ciclo azionario iniziato nel 2009, ma anche di opportunità, come l’assenza di squilibri macroeconomici che possono causare la fine del ciclo stesso. Secondo i panelist, occorre monitorare l’eventuale fine della politica monetaria non-convenzionale da parte della BCE, e prestare la massima attenzione all’evoluzione della situazione italiana che potrebbe diventare un elemento di rischio per i prezzi degli asset internazionali.
La terza sessione ha delineato l’identità dei Business Model dei player che operano in tutta la filiera dell’asset/ wealth management, definendo i driver di cambiamento e analizzando i principali KPI le trasformazioni in atto e le nuove “regole del gioco”. Andrea Beltratti ha descritto il ‘circolo virtuoso’ consistente nella relazione profitti operativi - stabilità – performance – flussi netti. La strategia deve mirare ad avere profitti operativi che remunerano il capitale impiegato ma che assicurano stabilità, elemento che richiama fattori come la governance, la scelta diversificata di prodotti e gestioni, i meccanismi di remunerazione. Il dibattito si è soffermato sulla descrizione degli investitori, alla luce della variabile razionalità dei loro comportamenti che ha un impatto sulla volatilità dei prezzi e sulla stabilità dei mercati. La consulenza che aiuta i clienti ad apprezzare l’investimento di lungo periodo e a ridurre le componenti irrazionali ha un effetto positivo sui mercati e sulla strategia delle singole aziende.
La prima giornata si è conclusa con l’Inno Dinner Lab (quarta sessione) dedicata a recepire suggestioni dal settore del lusso/ fashion tramite l’intervento di Giuseppe Abatista, del Gruppo Ferragamo . La sessione interattiva si è articolata in tre sub-sessioni di venti minuti ove i partecipanti, suddivisi in round-table di 8-10 unità, hanno discusso i topic proposti per cogliere le analogie e riflettere sulle possibili applicazioni delle best practice del lusso al settore di riferimento. “Nel settore del lusso l’attenzione del management è rivolta all’esperienza del cliente, nell’ambito di un processo circolare che connette gli acquisti effettuati in diversi momenti nel tempo, tramite la trasformazione anche dei luoghi fisici di vendita da “templi” a “case” in cui accogliere il cliente” ha spiegato il guest speaker della serata. “l’esperienza continua grazie alle innovazioni tecnologiche con un flusso informativo sistematico - oltre che circolare- nell’ambito di un “ecosistema” creato dal brand in cui il consumatore si identifica.” I gruppi di lavoro, richiamati a discutere tre topic durante la working dinner, rispondendo tramite la survey istantanea hanno evidenziato 1) una sovrapposizione di almeno l’80% delle fasi in cui si articola la customer journey nel mondo del lusso e quello seguito nell’attività di private banking/ wealth management. 2) in particolare l’ascolto del cliente, l’analisi dei bisogni e il servizio post-vendita sono le attività ritenute più simili, 3) solo tre fasi su nove della cerimonia di vendita possono essere certamente automatizzate, ma la tecnologia sempre di più potrà supportare le aziende nel far vivere al proprio cliente l’esperienza di consumo che nel caso del wealth management consiste in creazione di valore.
Il percorso continua nella seconda giornata con l’analisi dei principali driver del cambiamento (regolamentazione, tecnologia, educazione finanziaria) ponendo l’obiettivo per ogni sessione di rispondere a precise domande tramite la discussione e interazione al fine di fornire suggestioni e strumenti operativi per gestire la dinamica della business transformation.
Regolamentazione - Rosa Guida, della sede di Milano della Banca d’Italia, ha presentato un’ampia panoramica sia del settore dell’asset management, sia di quello del wealth management, evidenziando temi di costi di produzione, management fee, costi complessivi per il cliente finale e performance anche di varie categorie di prodotti. Un ampio dibattito con gli operatori e gli accademici presenti in aula ha approfondito i temi della struttura proprietaria delle società italiane di asset managemente e wealth management, che sono nella maggior parte dei casi, come accade a tanti altri paesi dell’Europa continentale, di natura bancaria. Il dibattito ampio e costruttivo è stato ritenuto da tutti come un momento importante di confronto tra l’industria e il regolatore, con la possibilità di scambio di impressioni ed opinioni che hanno consentito di arricchire i vari punti di vista e di comprendere meglio le esigenze di tutti.
Tecnologia - Kristian West di JP Morgan Asset Management ha evidenziato come l’applicazione di tecniche di intelligenza artificiale e machine learning (la prima rilevante per comprendere i dati storici, la seconda soprattutto per sviluppare capacità predittive) comporti un efficientamento dei processi produttivi che, nell’ambito dei team di gestione, ha aumentato il peso relativo di figure con competenze di data scientist e quant piuttosto che di trading in senso stretto. L’ulteriore evoluzione degli algoritmi potrà in futuro allargare ulteriormente l’ambito dell’operatività eseguita in modo automatico, in modo da consentire ai trader umani di dedicare più tempo alle operazioni che sono meno standardizzabili ad esempio per la necessità di operare in un mercato poco liquido o per l’ampia dimensione delle transazioni. “La rivoluzione tecnologica e la capacità di strutturazione delle migliori soluzioni per i propri clienti sono i pilastri su cui investire per supportare l’industry e creare valore per il cliente finale” ha affermato Licia Megliani Country Head Italy Allfunds Bank.
Educazione finanziaria - Giovanna Boggio Robutti di FEDUF ha parlato degli obiettivi dell’educazione finanziaria e ha presentato i risultati delle classifiche internazionali, che “vedono gli studenti italiani in recupero rispetto alle prime rilevazioni condotte alcuni anni fa, ma le famiglie soffrire di lacune di base che sono anche ritrovate in altre nazioni. Questo pone criticità particolari soprattutto per quanto riguarda alcune fasce sociali specifiche che si trovano in fase di debolezza”. L’Italia ha lavorato nella direzione di migliorare l’educazione finanziaria con una molteplicità di iniziative, spesso non ben coordinate tra di loro. Massimo Mazzini di Eurizon Capital ha mostrato un esempio di piattaforma dedicata alle reti di distribuzione tramite percorsi formativi per l’aggiornamento e la conoscenza dei prodotti finanziari nell’ottica B2B.
Andrea Beltratti ha chiuso i lavori ringraziando Allfunds bank per avere reso possibile l’Academy e notando che “non esistono soluzioni necessariamente migliori per quanto riguarda l’utilizzo della tecnologia nel wealth management: ogni azienda deve sperimentare in maniera originale la combinazione di elementi umani ed elementi tecnologici al fine di servire al meglio i propri clienti. L’educazione finanziaria può essere complementare alle attività di consulenza e rappresentare un importante elemento di crescita degli investitori, con effetti benefici sui mercati e sulla crescita economica”.
SDA Bocconi School of Management
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