ANDREA RURALE, INTERVISTA I MANAGER DELLE MAGGIORI ISTITUZIONI CULTURALI ITALIANE E STRANIERE E IL MOOC E' IN GRAN PARTE GIRATO ALL'INTERNO DI MUSEI E SITI STORICI
Sei mesi di lavorazione con riprese all’interno delle più prestigiose istituzioni culturali, per una qualità video da documentario e una qualità didattica da università di primo livello. Il Massive open online course (Mooc) in Arts and heritage management testimonia, da una parte, l’impegno che la Bocconi dedica ai nuovi strumenti didattici e, dall’altro, l’avanzamento degli studi manageriali che riguardano il mondo dell’arte e della cultura.Il Mooc, realizzato dal Beta (Bocconi education and teaching alliance), e tenuto da Andrea Rurale, direttore del Master in Arts Management and Administration (Mama) di SDA Bocconi School of Management, è online sulla piattaforma Coursera e parte oggi secondo la formula cohort, che prevede la partenza di una nuova edizione ogni mese.La prospettiva secondo la quale è stato progettato il Mooc è quella della riusabilità. I materiali confluiti nel corso, tra i quali spiccano le interviste a importanti dirigenti di alcune delle più prestigiose istituzioni culturali italiane (il sito archeologico di Paestum, i Musei Civici di Venezia, il Fondo ambiente italiano, il Cenacolo vinciano e il Museo dell’Opera del Duomo) e internazionali (il National Trust), potranno essere utilizzati anche all’interno della normale attività didattica dell’Università e della SDA Bocconi. “Proprio le testimonianze”, spiega Rurale, “si prestano molto bene a essere mostrate anche in classe, perché presentano grandi spunti di riflessione sul dilemma tra approccio curatoriale e approccio manageriale nella gestione di un’istituzione culturale. Sono perciò particolarmente grato a tutte le persone che, in una logica di partnership, si sono prestate a farsi intervistare”.
Per Rurale è stata un’esperienza impegnativa ma stimolante. “Le due difficoltà maggiori, per un docente universitario che realizza un Mooc”, afferma, “sono la mancanza di interazione diretta e il fatto di non sapere con precisione chi sarà l’utente”. L’esperienza ormai pluriennale del Beta fa sì che la progettazione del Mooc preveda di ricreare, in forma virtuale, l’interazione. “Questa volta”, afferma Noemi Azzolina, che ha curato il Mooc per Beta, “abbiamo cercato di rendere ancora più serrato il ritmo, prevedendo un maggior numero di test su parti più brevi del programma. Abbiamo, inoltre, inserito una serie di assignment di ricerca facoltativi, valutati secondo la modalità peer-to-peer dai programmi di corso e abbiamo avviato un progetto di mappatura delle istituzioni culturali, per così dire, minori, ma di qualità, che chiediamo ai partecipanti di segnalare”.
In quanto all’identikit del partecipante, conformemente alle aspettative, il livello di istruzione è molto alto, con un 78% di partecipanti laureati.
A un mese dalla presentazione sulla piattaforma, il Mooc ha già raccolto 1.600 iscritti che, nell’edizione pilota partita a inizio dicembre, hanno già espresso un livello di gradimento superiore alla media della piattaforma. Rispetto agli altri Mooc della Bocconi, la composizione geografica degli iscritti è peculiare, con una presenza più rilevante degli europei (il 55%, rispetto al 30-35% usuale).Fonte: ViaSarfatti25