Secondo alcuni, come Lionel Barber, ex direttore del Financial Times, quella di Zuckerberg sarebbe una scelta di allineamento al sentiment del nuovo corso politico. Se così fosse, altre corporation potrebbero seguire la stessa direzione su temi come le politiche DEI (Diversity, Equity, and Inclusion). In effetti, alcune grandi aziende avevano già cominciato, prima della più recente congiuntura politica, a ridimensionare i dipartimenti e i budget dedicati al tema, giustificando tali decisioni con più generali politiche di austerità, come nel caso di Google e del suo indotto tech da metà 2023. Ma certo il nuovo vento sembra non soffiare da questa parte.
Similmente, il voto in Europa dello scorso anno è stato letto come una manifestazione – tra le altre cose – di una crescente insofferenza verso le politiche di sostenibilità o i loro costi sociali ed economici. Questo risultato è stato collegato alla riduzione dell’interesse per temi ambientali da parte di alcuni grandi investitori.
Questi casi sollevano diverse questioni, ma due sembrano più coerenti col tema di questo blog: