Cantieri di ricerca

Verso l’accrual accounting nel settore pubblico: riformare la formazione per facilitare il cambiamento

In tema di contabilità pubblica, in Italia, l’offerta universitaria, postuniversitaria ed executive è ancora limitata e probabilmente insufficiente a soddisfare il fabbisogno di conoscenze per diventare e consolidarsi come professionisti pubblici. Questa lacuna, tra le altre implicazioni, rischia di rallentare il passaggio al sistema di contabilità economico-patrimoniale richiesto entro il 2026 dal PNRR.

 

Eppure, il capitale umano, in termini di percorsi di carriera e di competenze, rappresenta uno degli assi portanti della riforma in corso nel settore pubblico. La riprogettazione delle modalità di accesso e avanzamento nella Pubblica Amministrazione riguarda anche l’inflazionata e spesso inutilizzata formazione, evidenziando la necessità di allineare i contenuti e gli approcci alle tendenze evolutive in atto.

Le domande

Una delle riforme abilitanti del PNRR, “Dotare le Pubbliche amministrazioni di un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale accrual”, prevede che, entro il 2026, gli enti pubblici adottino un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale in grado di ridurre il gap di maturità rispetto agli standard europei.

 

Il passaggio dall’attuale contabilità finanziaria, che pone particolare enfasi sulla registrazione dei flussi di cassa, a quella economico-patrimoniale, che si basa sul principio della competenza economica e rileva anche le variazioni patrimoniali, è sfidante ma necessaria. Permetterà, infatti, di fornire un quadro completo e complessivo della performance degli enti e migliorerà la trasparenza e l’accountability delle e tra amministrazioni. La previsione di un sistema contabile basato sul principio accrual è ampiamente considerata funzionale anche al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

 

Alla luce di questa premessa, ci siamo chieste se l’offerta formativa attuale sia in grado di preparare i professionisti attuali e futuri agli scenari incombenti e prospettici. Nello specifico, il lavoro intende rispondere a tre principali quesiti:

 

1. Quali Università erogano corsi di contabilità pubblica nell’ambito dell’offerta formativa universitaria, postuniversitaria ed executive di stampo economico-aziendale?

2. Quanto vengono affrontati i temi chiave del dibattito internazionale in materia di contabilità pubblica?

3. Come si legano le attività di formazione e ricerca da parte dei docenti coinvolti nei corsi di contabilità pubblica?

Lavoro sul campo

A partire dal 2021, nell’ambito di una ricerca promossa dall’Area Government, Health and No Profit della SDA Bocconi, abbiamo mappato l’offerta formativa in materia di contabilità pubblica da parte delle Università, pubbliche e private, italiane. L’obiettivo è stato quello di

comprendere quanto i corsi di laurea magistrale e i percorsi di formazioni postuniversitaria ed executive nelle discipline economico-aziendali siano evidence-based rispetto alla letteratura di riferimento e practice-oriented rispetto alle sfide a venire.

 

Per valutare la corrispondenza degli insegnamenti con l’evoluzione del dibattito accademico e con le nuove esigenze delle Pubbliche Amministrazioni, abbiamo utilizzato l’analisi di Jens Heiling, il quale nell’articolo “Time to rethink public sector accounting education? A practitioner’s perspective” pubblicato nel 2020, individua i sette temi chiave per ripensare l’offerta formativa in materia di contabilità pubblica. Adottando la prospettiva dei professionisti pubblici, Heiling ritiene che questi siano i temi sui quali ci sia maggiore necessità di aggiornamento per affrontare i processi di riforma in corso:

 

1. Principi contabili per il settore pubblico

2. Sistemi di programmazione e controllo

3. Statistiche di finanza pubblica

4. Bilancio consolidato

5. Rendicontazione non finanziaria

6. Collaborazione pubblico-privato

7. Digitalizzazione e open government

 

Il quadro che emerge è deludente, quantitativamente e qualitativamente. A livello di laurea magistrale sono disponibili 42 insegnamenti. Sono, invece, 44 i corsi di contabilità pubblica a livello postuniversitario ed executive. In media, gli atenei che hanno insegnamenti sul tema ne offrono 1,4 a livello universitario e 1,6 a livello postuniversitario ed executive, concedendo poca possibilità di scelta e di approfondimento agli studenti.

 

La mappatura evidenzia anche un divario a livello geografico, soprattutto a livello universitario, tra le tre principali aree del Paese, con una maggiore offerta da parte degli Atenei del nord. Nell’ambito della formazione, la contabilità pubblica rappresenta, inoltre, un tema “nazionale”, dove gli insegnamenti erogati in lingua inglese – pertanto, accessibili anche a studenti non italiani – sono rari a livello universitario (solo 8 su 42) e inesistenti a livello postuniversitario ed executive.

L'analisi dei contenuti dei corsi in relazione al dibattito internazionale e, in particolari, ai temi chiave emergenti dalla letteratura evidenzia la forte attenzione sui principi contabili per il settore pubblico e sui sistemi di programmazione e controllo, da lungo tempo oggetto di discussione accademica e non, e in grado di combinare principi e approcci tradizionali con l’evoluzione normativa.

 

Rimangono ancora piuttosto scoperti, in particolare a livello universitario, i temi di statistica di finanza pubblica e quelli, di bruciante attualità, delle collaborazioni pubblico-privato. A livello postuniversitario ed executive, la lacuna più evidente nell’ambito delle discipline economico-aziendali e di accounting riguarda i temi relativi alla digitalizzazione e open government.

 

La ricerca ha anche evidenziato un forte scostamento tra l’avanzamento delle ricerche condotte dai docenti coinvolti nell’offerta formativa di contabilità pubblica e la basicità dei temi coperti dai corsi. Analizzando le pubblicazioni degli ultimi cinque anni, abbiamo, infatti,

rilevato che i docenti coinvolti nei vari corsi sono altamente attivi su tematiche emergenti, tra cui la digitalizzazione e l'open government, dimostrando un impegno costante nell'analisi del cambiamento in corso e nella definizione delle potenziali traiettorie evolutive. Questa attenzione non si traduce, però, in contenuti didattici altrettanto avanzati.

Guardando avanti

La fotografia scattata da questo studio, da un lato, evidenzia le criticità dell’offerta formativa attuale e e il gap nel trasferimento di conoscenze dei ricercatori in materia di contabilità pubblica. Dall’altro, implica un ragionamento anche in merito alla direzionalità del legame tra teoria e pratica e all’impatto della formazione e della ricerca.

 

La lettura teorica dell’evoluzione del settore pubblico risulta, infatti, inadeguata a guidare la definizione dei fabbisogni conoscitivi delle Pubbliche Amministrazioni. Un approccio totalmente basato sulla pratica rischia, invece, di favorire approcci contingenti e minare la visione olistica necessaria a cogliere le diverse sfumature e implicazioni dei processi di riforma in atto.

 

Tra questi dubbi amletici, il dato certo è che sono ancora numerosi i concorsi per responsabili di bilancio degli enti pubblici che vanno deserti o non producono vincitori con competenze adeguate.

Pertanto, una possibile direzione di sviluppo della nostra ricerca è l’analisi della relazione tra domanda e offerta di formazione di contabilità pubblica a livello universitario e postuniversitario. A tal fine, riteniamo necessario coinvolgere tutti gli attori chiave di questa catena del valore per tracciare, da un lato, competenze e fabbisogni formativi puntuali in linea con le traiettorie di riforma in corso e future. Dall’altro lato, per individuare il giusto equilibrio tra la formazione più teorica e “generalista” volta a far conoscere e comprendere le dinamiche contabili nel settore pubblico e quella più pratica e “customizzata” sulle esigenze delle singole amministrazioni.

 

Silvia Rota, Camilla Falivena, Elisabetta Notarnicola, Mapping Public Sector Accounting Education in Italy: Current Landscape and Future Perspective, SDA Bocconi funded research.

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