- Data inizio
- Durata
- Formato
- Lingua
- 11 mar 2025
- 40 ore
- Online
- Italiano
Il corso intende fornire tutte le competenze necessarie a padroneggiare e applicare i principali strumenti e framework esistenti in materia di sustainability reporting.
Il ruolo del CFO va molto oltre la tecnica della corporate finance: deve essere un ruolo attivo nella gestione dell’azienda, interagendo con tutte le funzioni aziendali, comprendendone linguaggio, obiettivi ed esigenze ed avendo un approccio proattivo per l’ottimizzazione dei risultati aziendali. Il successo del CFO del nuovo millennio dipende certo dalle sollecitazioni e dalla disponibilità del CEO all’avvio e al mantenimento del dialogo, ma soprattutto dalla capacità del CFO di comprendere le dinamiche del business e di comunicare all’interno dell’azienda, ricordando che non tutti sono esperti di finanza. Questi alcuni dei messaggi importanti emersi dalla CFO Series di Antonio Picca Piccon, CFO del Gruppo Ferrari, che ha incontrato i partecipanti di EMF - Executive Master in Finance , diretto da Andrea Beltratti, EMF Academic Director e Alessia Bezzecchi, EMF Program Director in occasione della EMF CFO Series nella prestigiosa cornice del Museo di Maranello
Il background professionale. “Quali i punti salienti della tua carriera professionale” chiede l’Academic Director. “Ho iniziato a studiare Economia e Commercio a Torino non per vocazione ma per le possibilità che la laurea offre di trovare buone opportunità nel mondo del lavoro. Ma lo studio dell’economia mi appassionò a tal punto da farmi pensare alla carriera accademica, che già all’epoca poteva essere più facile, anche in Italia, dopo un periodo di studio all’estero. Dopo un MPhil in Economics a Cambridge ho iniziato a lavorare presso Sanpaolo IMI occupandomi di attività legate alla tesoreria ma anche a equity capital market, come quotazioni e fusioni societarie. Il Gruppo Fiat mi diede la possibilità, dopo qualche anno, di applicare ad un ambito corporate le tecniche finanziarie apprese in banca e durante gli studi, chiedendomi di creare il risk management dei servizi finanziari e di occuparmi di cartolarizzazioni. Quest’ultima attività in particolare è stata molto formativa per il resto della mia carriera, in quanto le cartolarizzazioni consentono un esame completo di molti processi fondamentali delle aziende sottostanti. Il resto della mia carriera è stato influenzato da Sergio Marchionne per un certo numero di anni, grazie alle posizioni di crescente responsabilità che ritenne via via di affidarmi, tra cui quella di CFO del Gruppo Iveco e poi di Responsabile Treasury e Servizi Finanziari del Gruppo Fiat Chrysler Automobiles. Alla fine del 2014, subito dopo la quotazione al NYSE di FCA, ho scelto con entusiasmo di mettermi alla prova all’interno del mondo imprenditoriale privato, come CFO del Gruppo Ariston (allora interamente di proprietà della famiglia Merloni), dove sono rimasto fino al 2018 quando sono approdato in Ferrari, ancora una volta per rispondere alla chiamata del Dottor Marchionne”.
La complessità e il contesto internazionale. “Hai appena parlato della macroeconomia. Quali sono gli elementi rilevanti dell’attuale contesto?”. “Dobbiamo partire in tutte le nostre analisi dalla consapevolezza relativa alla presenza di un enorme livello di complessità. Le politiche monetarie dal 2008 in poi hanno creato premesse per la fase inflazionistica vissuta nell’ultimo triennio, che abbiamo dovuto affrontare con il tradizionale rimedio del forte aumento dei tassi di interesse. La congiuntura relativamente debole però oggi si spiega soprattutto con le difficoltà di due colossi del commercio internazionale: la Cina e la Germania. La miglior risposta alla complessità consiste nella flessibilità, per individui aziende e paesi. Ci vuole sempre un piano B nel caso in cui lo scenario evolvesse in maniera diversa da quanto inizialmente atteso”.
Il Gruppo Ferrari. “Quali sono gli elementi distintivi del modello di business del Gruppo Ferrari?”. “Ferrari è considerata un’azienda appartenente al settore del lusso che è partita dalla produzione di auto per creare un brand noto in tutto il mondo. La gara non è mai finita però: il vero patrimonio aziendale sono i circa 80.000 clienti attivi nel mondo, che sono appena lo 0,3% degli high net worth individuals stimabili a livello globale. I clienti di Ferrari vivono la passione del brand e del prodotto così come i tifosi seguono con passione i nostri risultati sportivi. Diceva Enzo Ferrari che non possiamo descrivere la passione, possiamo soltanto viverla, e proprio questa è l’esperienza che diamo ai nostri clienti e alle community che ci circondano. Il 5% dei nostri clienti sono anche grandi collezionisti che hanno acquistato più modelli nel corso della loro vita. Ci impegniamo per non deludere nessuno, con prestazioni sorrette sempre dal massimo impegno che è alla base dei grandi risultati che abbiamo conseguito, cercando di coinvolgere anche le nuove generazioni di clienti. L’identificazione di clienti e fornitori con il mondo del lusso è testimoniata in maniera ormai stabili dai multipli di Borsa”.
Sostenibilità e stakeholder: “La sostenibilità è un elemento sempre più rilevante per qualsiasi azienda e quindi anche per Ferrari, che programma di presentare nel 2025 il primo modello con un motore elettrico, con l’ambizione di ampliare ulteriormente la gamma delle emozioni di guida che Ferrari può offrire, senza dimenticare il sound. La sostenibilità non è un costo ma è un’occasione di aumento dei ricavi. Parlando di sostenibilità dobbiamo ricordare il ruolo centrale svolto dal sistema che ci circonda, a livello territoriale e aziendale. Maranello e la Motor Valley per noi sono essenziali per gli stimoli, le idee, la qualità della vita, la passione che coinvolge tutti. Il nostro impegno sociale deve quindi anche essere visto nei termini di una responsabilità di restituire alle varie community tutto quello che continuano a fare per noi”.
La quotazione sul mercato azionario: “Il Gruppo Ferrari capitalizza quasi 75 miliardi di euro superando di poco persino ENEL. Dalla quotazione in Italia il rendimento complessivo è stato pari al 900%. Quale la tua privilegiata esperienza di CFO in termini di interazione con il mercato azionario?”. “La mia esperienza è molto positiva. È vero, come molti notano, che essere quotati aggiunge vincoli e aumenta in una certa misura i costi, ma è anche vero, come pochi ricordano, che questi vincoli aiutano a migliorare la gestione aziendale, ad esempio in termini di processi, di pianificazione e programmazione, che deve forzatamente essere allungata dal punto di vista temporale per poter meglio interagire con gli investitori istituzionali che hanno appunto ottica di lungo periodo. Il Gruppo Ferrari è andato in Borsa non alla ricerca di risorse finanziarie ma alla ricerca degli stimoli per il costante miglioramento che il mercato sino a questo momento ci ha infatti dato”.
Il ruolo del Chief Financial Officer: “Il CFO non è solo il tecnico della Finanza, che applica una serie di strumenti che fanno parte di discipline variegate come il financial reporting, la corporate finance, la macroeconomia. Il CFO deve interagire con tutti in azienda, anche grazie alla conoscenza del business, che consente di svolgere all’interno del management team un ruolo strategico nelle scelte di breve come di lungo periodo. Il CFO deve peraltro avere la capacità di comunicazione con le altre funzioni aziendali, che non parlano necessariamente lo stesso linguaggio della Finanza”.
I consigli per i partecipanti EMF: la EMF CFO Series si chiude con la domanda di rito, che pur essendo molto generale ha in questo caso una risposta piuttosto precisa: “Vorrei ricordare la curiosità e la responsabilità individuale. La curiosità per me è stata un importante driver di approfondimento dei compiti diversi che via via mi erano attribuiti, e mi ha portato talvolta a cambiare in maniera anche importante lavoro e azienda, proprio per la sfida associata all’apprendimento e per il desiderio di mettermi alla prova in contesti diversi. È importante valutare ogni possibilità di cambiamento con curiosità, ma anche avere la flessibilità di cercare i cambiamenti. La responsabilità individuale è altrettanto importante: ho sempre cercato di amministrare le risorse delle aziende per cui lavoravo come se fossero le mie: sono convinto che questa sia una linea guida preziosa. Infine, correi citare l’umiltà: le decisioni si prendono in team e inserisco nel mio team persone brillanti che sono in grado di contribuire a un clima positivo, collaborativo e propositivo”.
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