Monti: una sfida che può far rinascere l’Europa

MBA Leadership Series

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Milano, 15 aprile 2019
L’Europa? Mai così indispensabile e mai così difficile
. Un giudizio asciutto e ad alto peso specifico, se viene da chi l’Europa l’ha osservata a lungo e da diverse prospettive: quella di Commissario europeo per due mandati e di Presidente del Consiglio chiamato in soccorso, oltre che dei conti pubblici italiani, anche di un rapporto con la UE in pericoloso affanno. Con l’aplomb e l’ironia che lo contraddistinguono, Mario Monti ha offerto agli studenti dell’MBA di SDA Bocconi, riuniti per un incontro delle Leadership Series, il punto di vista di un leader “europeo” per storia, cultura e convinzione. Uno sguardo “preoccupato ma non disperato”, come lui stesso lo ha definito.

 

“Dire che tutto cambierà in Europa probabilmente è un’esagerazione”, sostiene Monti, convinto che le spinte anti-europeiste presenti in misura diversa in tutti gli Stati membri non prevarranno a Strasburgo. “Però sicuramente la vita e la gestione dell’Unione Europea diventeranno più difficili”. Ma la si può vedere anche in un altro modo.

 

La competizione rinforza e migliora: è una regola che vale anche in politica. “L’europeismo è rimasto piuttosto indiscusso per diversi decenni e forse ha esaurito la spinta iniziale, quella dei padri fondatori. Avere antagonisti forti e sempre più numerosi lo costringerà a trovare nuova energia. Non potrà più procedere per inerzia ma dovrà trovare argomenti nuovi a favore dell’Unione, più rigorosi e attuali”. È l’economista politico a parlare: “È quello che è successo, di converso, all’evoluzione del capitalismo: quando è saltato il sistema di ‘checks and balances’ rappresentato dal confronto con le economie socialiste è degenerato in un capitalismo sempre più finanziario e ‘short-termist’ e sempre meno attento alla redistribuzione della ricchezza”.

 

Ma da dove si parte per cambiare l’Europa? La domanda di Francesco Daveri, MBA Director, fa appello al realismo di chi i meccanismi della UE li ha conosciuti dall’interno: “Le riforme delle istituzioni europee sono importanti ma terribilmente difficili perché la maggior parte di esse richiede l’unanimità dei paesi membri”. E Monti non ha dubbi nell’indicare la madre di tutte le riforme, “quella per cui non sia più necessaria l’unanimità per decidere in materia fiscale. Ma non sarà affatto facile, perché la materia è delicata e gli Stati tenderanno sempre a proteggersi dal rischio di finire in minoranza” preferendo lasciare a Bruxelles la parte del “bad guy”. E conclude in perfetto Monti-style: “La cosa più importante per rivitalizzare l’Europa? Un comportamento più serio dei politici”.

 

SDA Bocconi School of Management

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