Immigrazione, una questione di (mis)perception

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I numeri di per sé servono a poco, l’informazione è meno potente del pregiudizio. Quando si parla di immigrazione vince la percezione e la percezione molto spesso è errata. È quello che emerge da uno studio su “Immigrazione e redistribuzione” presentato da Alberto Alesina della Harvard University al primo incontro della serie “Economic Scenarios - The Practice of Macro”, il corso di Francesco Giavazzi per l’MBA di SDA Bocconi.
Lo studio – condotto tramite survey su campioni di intervistati in diversi paesi e di diversa origine, genere, livello sociale e opinione politica – rivela una sostanziale differenza tra la situazione reale e la percezione diffusa sul fenomeno dei flussi migratori e delle politiche redistributive legate ad essi. In Italia la differenza tra la quota di immigrazione “percepita” è del 25% contro il 10% effettivo, negli USA addirittura del 35% contro il 10%. Tuttavia, Italia, Francia e Germania sembrano molto più preoccupati dell’immigrazione degli Stati Uniti, che, nonostante la retorica di Trump, risultano più aperti all’immigrazione rispetto all’Europa. Lo studio evidenzia inoltre un dato particolarmente “caldo” in diversi paesi: le opinioni dei “nativi” sugli immigrati possono essere strategicamente manipolate dalle politiche anti-immigrazione e anti-redistribuzione.

SDA Bocconi School of Management

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