La blockchain per il Notariato: da ossimoro a connubio perfetto.

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La posizione ideologica alla base della tecnologia blockchain e delle sue principali applicazioni vede la scomparsa di soggetti intermediari che garantiscano la legittimità delle transazioni, garanzia lasciata a un sistema di consenso decentralizzato. Sembra dunque un ossimoro accostare la tanto citata blockchain a una figura come quella del notaio.

La gara di idee organizzata lo scorso 20 ottobre dal DEVO Lab di SDA Bocconi per il Consiglio Nazionale del Notariato è stata pensata proprio per andare oltre i luoghi comuni e comprendere come i servizi notarili possano risultare centrali nella diffusione di soluzioni basate su blockchain.

La gara d’idee, ad invito, ha visto coinvolte aziende con una consolidata esperienza nello sviluppo e nell’implementazione di blockchain, distributed ledgers e piattaforme ICT. I diversi team si sono sfidati su tre possibili ambiti di innovazione dei servizi notarili:

  • Gestione di servizi multisig per criptovalute
  • Servizi di identità digitali per blockchain pubbliche
  • Servizi di escrow per smart-contract

Nico Abbatemarco, ricercatore DEVO Lab, evidenzia come “la maggior parte dei progetti si è focalizzata sulla tracciabilità delle transazioni in ecosistemi blockchain pubblici e sull’utilizzo degli smart-contract. Tutti i gruppi hanno identificato con precisione il network di stakeholder interessati nelle varie soluzioni e l’importanza delle dinamiche che legherebbero i soggetti coinvolti alla figura del notaio”.

Il progetto vincitore, composto da Proofy e Craftain, si propone di risolvere una delle principali criticità di Bitcoin (e di altre blockchain pubbliche), ossia l’associazione di un’identità fisica ad un’identità digitale (un indirizzo blockchain). Per fare ciò, è stata ideata una piattaforma che offre servizi[1] basati su blockchain pubbliche per incentivare gli utenti ad associare la loro identità fisica ad un indirizzo blockchain. All’interno di quest’applicazione, il notaio avrebbe un duplice ruolo. Da un lato, diverrebbe l’attore incaricato di associare una persona fisica ad un indirizzo blockchain. Dall’altro, andrebbe a verificare la validità delle transazioni collegate a quell’indirizzo. Grazie a tale soluzione, l’identificazione degli utenti sarebbe una totale esclusiva del Notariato e i consumatori potrebbero utilizzare Bitcoin per qualsiasi tipologia di transazioni ufficiale.

“Tutta la giuria, composta da membri provenienti sia da DEVO Lab che dal Consiglio Nazionale del Notariato, ha concordato sulla validità dell’idea proposta dal gruppo composto da Proofy e Craftain”, dice Leonardo Maria De Rossi, responsabile scientifico dell’iniziativa. “Quello del forensic è un tema caldo nel mondo blockchain e un sistema del genere potrebbe aiutare a rendere Bitcoin e altre criptovalute più vicine all’utente comune, oggi intimorito dai falsi miti che associano queste monete al dark web.” 

Altri tre progetti particolarmente interessanti si sono focalizzati su diversi fronti, ossia:

  • Chainside ed Exprivia hanno presentato un innovativo sistema di compravendita di beni tramite Bitcoin;
  • Deloitte e BEN hanno ideato un servizio a multi-firma di custodia di crittovalute collegato ad un sistema di eredità digitali;
  • SyncLab ha invece proposto uno strumento di linguaggio naturale e giuridico per la stipula di contratti ed atti per la generazione di smart contract.

Ciò che emerge in modo chiaro dalle idee proposte è che il notaio ha oggi l’opportunità di assumere un ruolo cruciale, che fa leva sulla capacità di certificare le identità e la validità delle transazioni negli ecosistemi blockchain pubblici.

“Dopo aver ragionato a una struttura permissioned come la Notarchain, andiamo ora verso l’approfondimento delle strutture permissionless, con l’intento di superare alcuni limiti legati all’anonimato delle operazioni e all’effettiva impossibilità di identificare i beneficiari delle transazioni”, spiega Giampaolo Marcoz, consigliere nazionale del Notariato. “In questo senso, è come se i notai si proiettassero verso una meta-blockchain, che vada a coprire i punti “deboli” delle reti esistenti, guardando anche all’off-chain”.

Nel complesso, “ci siamo focalizzati sui temi che riguardano l’identità, perché questo è un punto focale che sta sempre più emergendo nel passaggio in rete: l’identità dei soggetti e le relazioni tra soggetti”, osserva il presidente di Notartel, Michele Nastri.

Come evidenzia Gianluca Salviotti, coordinatore del DEVO Lab “Siamo stati particolarmente entusiasti di ospitare questa gara di idee. Il Consiglio Nazionale del Notariato ha maturato un approccio molto concreto verso il mondo della blockchain e delle criptovalute, lontano dai luoghi comuni e finalizzato a creare valore attorno a una tecnologia ancora troppo spesso citata senza reale cognizione di causa. Questo approccio sposa quello che il DEVO Lab ha nel suo DNA dalla sua nascita. Abbiamo avuto una giornata di riflessioni pragmatiche e di idee sulle quali costruire un futuro concreto per la diffusione di applicazioni basate su blockchain.”

SDA Bocconi School of Management

 

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