SDA Bocconi School of Management, su commessa della Camera Arbitrale di Milano (CAM), ha realizzato una ricerca sulla convenienza economica dell’arbitrato rispetto al procedimento civile ordinario che si è conclusa con la presentazione dello studio dal titolo “Arbitrato e giustizia ordinaria: convenienza economica comparata”.
La ricerca, che è stata realizzata da studiosi di statistica, economia aziendale e diritto, si è articolata in tre fasi:
1) analisi statistica del valore, dei tempi e dei costi di 345 procedimenti arbitrali amministrati da CAM in un triennio;
2) elaborazione e trasmissione di questionari al fine di ottenere informazioni più dettagliate, in particolare sui costi e tempi dei procedimenti sia arbitrali, sia del processo civile ordinario. In assenza di dati relativi ai procedimenti civili ordinari comparabili ai dati estratti dagli archivi di CAM, sono stati inviati questionari a tre differenti tipologie di destinatari: avvocati difensori in procedimenti arbitrali CAM, consulenti tecnici d’ufficio con esperienza in arbitrati e nel processo civile ordinario e legali d’impresa. In totale hanno risposto oltre 250 destinatari che hanno fornito indicazioni utili alla comparazione;
3) comparazione impiegando un approccio di natura economico-finanziaria: le informazioni sui valori, costi, tempi delle controversie di entrambe le procedure (arbitrale e giudiziaria) sono state analizzate nella prospettiva dell’approccio economico-finanziario, che ha permesso di rilevare la convenienza dell’una e dell’altra procedura.
La ricerca offre per la prima volta un’analisi di tipo quantitativo sull’arbitrato commerciale CAM in sé e nel confronto con il processo civile ordinario. Dalla ricerca emerge che gli arbitrati CAM hanno una durata media inferiore a un anno (307 giorni). Nei casi di elevato valore della controversia, la durata media è comunque inferiore a due anni (585 giorni medi). Nel maggior numero di casi, il valore delle controversie si concentra attorno all’intervallo 52.000 e 260.000 euro, per quanto emergano degli outlier, ovvero procedimenti per i quali il valore della controversia supera, ad esempio, le decine di milioni di euro.
Gli arbitrati amministrati da CAM hanno un costo complessivo medio del procedimento (che include gli onorari della Camera, gli onorari del Tribunale arbitrale, gli onorari del consulente tecnico d’ufficio e il rimborso spese da essi sostenute) di 38 mila euro. Il costo complessivo del procedimento medio sale a 61 mila euro in caso di esito con lodo definitivo. L’onorario CAM medio è pari a 8 mila euro e a 10.500 euro in caso di deposito di lodo definitivo.
Per quanto riguarda le spese di difesa liquidate, escludendo la compensazione (quando il Tribunale arbitrale decide che ciascuna parte sostiene le proprie spese di difesa), i casi di liquidazione delle spese a carico della parte soccombente e di compensazione con maggior onere coprono il 64% dei procedimenti analizzati. Il valore medio delle spese di difesa è pari a circa 19.000 euro.
Pur in presenza di eterogeneità nelle caratteristiche dei procedimenti svolti, è stato possibile pervenire ad una loro clusterizzazione, da cui emerge che oltre il 74% (152 su 206) si caratterizza per costo totale (costi del procedimento e costi di difesa liquidati dal Tribunale) medio compreso tra 4.000 e 16.000 euro e durata media compresa tra 5 mesi e 1 anno. Con riferimento ai procedimenti conclusisi con lodo definitivo si osservano valori medi di durata e costo del procedimento sostanzialmente proporzionali ai valori medi della controversia.
L’arbitrato è percepito dai legali che hanno risposto ai questionari somministrati come una soluzione più celere, seppur più onerosa rispetto al primo grado di giudizio di una causa ordinaria. In realtà, non essendo il lodo arbitrale appellabile (come è invece una sentenza di primo grado), ma solo impugnabile (per limitati e tassativi motivi previsti dalla legge), esso può essere equiparato – in termini di definitività – a una sentenza di secondo grado in appello. Le spese di difesa in caso di appello della sentenza emessa dal Tribunale superano le spese di difesa nei procedimenti arbitrali.
Nello studio, infine, si sottolinea che Il confronto tra il procedimento arbitrale e quello ordinario deve tener conto del concetto di valore finanziario del tempo. Il mero confronto tra i costi dei due procedimenti e il valore del contendere a euro costanti è limitativo e non considera la possibilità di liberare e di impiegare in anticipo in investimenti alternativi redditizi - come possibile attraverso il procedimento arbitrale - somme, altrimenti non disponibili per tempi più lunghi.
Alla ricerca hanno partecipato Massimo Aielli, Alberto Grando, Paola Mariani, Michele Russo, Renata Trinca Colonel.
SDA Bocconi School of Management