Finance for sustainable future(S): le sfide delle aziende e delle istituzioni finanziarie per un futuro sostenibile
EMF - Executive Master in Finance C-Suite Forum
EMF - Executive Master in Finance C-Suite Forum
La sostenibilità pone profonde sfide alle corporate e financial institution. Per trasformarle in opportunità è innanzitutto necessario comprenderle e individuare gli elementi fondamentali tra società, leggi, etica, tecnologia e management al fine di trovare le formule giuste per creare valore economico, ambientale e sociale. Il panel 1 del EMF C-Suite, riguardante le sfide delle aziende e delle istituzioni finanziarie per un futuro sostenibile, ha discusso questi temi riunendo Santo Borsellino Chairman of the Board Generali Insurance Asset Management, Manfredi Catella CEO e Founder Gruppo Coima, Guido Ottolenghi CEO Gruppo PIR e Cinzia Tagliabue CEO Amundi SGR e Vice-Presidente Assogestioni.
L’economia nasce dalla filosofia, e il management nasce dallo sforzo di rendere concreti e applicabili in azienda i principi dell’economia. Per quanto sorprendente, non è quindi strano che le sfide che sono state richiamate da tutti i Chief sono quelle dell’etica e della cultura aziendale. Questa sfida può però essere affrontata in due modi. Un primo approccio suggerisce che i manager devono prendere decisioni nell’interesse privato e collettivo, anche aldilà di quanto richiesto da leggi e regolamenti. Un secondo approccio sostiene invece che l’etica detti le leggi e i regolamenti, e che le aziende debbano competere liberamente sul mercato. Le diverse implicazioni pratiche tra questi due approcci emergono proprio in relazione alle preoccupazioni in merito alla sostenibilità dello sviluppo. In una fase tutto sommato sperimentale per il mondo nel suo complesso, che ancora non ha una definizione di sostenibilità in grado di specificare cosa si debba fare ed evitare (lo dimostra la vaghezza della definizione regolamentare di investimento sostenibile con le connesse incertezze su quali prodotti finanziari siano etichettabili come “articolo 8” o “articolo 9”), è difficile per i Governi e per le imprese capire cosa fare. Rinunciare a qualche profitto nel nome dell’interesse collettivo, ad esempio perseguendo una politica energetica che bandisca i prodotti legati al carbone nonostante il suo ruolo di rilevo e le scelte svolte da altri Paesi internazionali, oppure seguire Friedman sostenendo che “la responsabilità sociale dell’impresa è fare profitti” lasciando alle politiche pubbliche il compito di riparare gli eventuali danni? La soluzione può essere trovata nell’ottica di lungo periodo che può attenuare il trade-off tra attività economica e impatto ambientale e sociale? Non ci sono risposte condivise a queste domande, ma il dibattito è stato di fondamentale importanza per chiarire le reali sfide strutturali di corporate e financial institution.
“La rigenerazione urbana, la rinascita di aree e quartieri, la riqualificazione di spazi e immobili dismessi e in disuso sono aspetti la cui importanza viene direttamente riconosciuta dal PNRR, secondo modelli di sviluppo sostenibile delle città, chiamate a svolgere un ruolo chiave per raggiungere gli obiettivi dell’Unione Europea sia dal punto di vista delle emissioni di CO2 sia dell’inclusività sociale. Il ruolo degli investitori e degli operatori pubblici e privati può dare vita a una politica di investimento industriale di trasformazione basata sui fondamentali: capitali e risparmi italiani, investiti e gestiti in Italia, capaci di generare ritorni che valorizzino e contribuiscano all’economia nazionale, per rendere concreti i valori di italianità, scalabilità e partenariato, fortemente legati e connessi al nostro Paese”
Manfredi Catella, CEO e Founder, Gruppo Coima
“Il mercato genera benessere, il benessere genera diritti, i diritti garantiscono le sostenibilità”
Guido Ottolenghi, CEO, Gruppo PIR
“Le istituzioni finanziarie in generale, e fra queste gli asset manager che io oggi rappresento, hanno colto la chiamata della sostenibilità in tutta la sua urgenza attraverso un ampliamento della mission aziendale che oggi affianca agli obiettivi reddituali quelli relativi a performance non finanziarie a beneficio di tutti gli stakeholder e non solo degli azionisti. Sono convinta che siamo di fronte a un cambiamento reale e non di facciata perché i criteri ESG sono diventati parte integrante dei processi di finanziamento e di investimento di banche e asset manager. La sostenibilità è una scelta di non ritorno per la sussistenza delle aziende e della società più in generale e va abbracciata con convinzione e ottimismo”
Cinzia Tagliabue, CEO Amundi SGR e Vice-Presidente Assogestioni