EMF CampUS: opportunità e rischi per corporate e financial institutions discussi dalla community di EMF
Executive Master in Finance - EMF CampUS 2024
Executive Master in Finance - EMF CampUS 2024
Andrea Beltratti ha discusso il quadro macroeconomico complessivo e le sue implicazioni per le valutazioni sui mercati finanziari, offrendo un tipico scenario di analisi discusso nel track di Asset/ Wealth Management ma trasversalmente utile a tutti i track di EMF. Lo scenario complessivo per il 2024 comprende una crescita moderata ma superiore al 3%, con elementi di debolezza per l’economia europea dove anche la Germania ha subito un forte rallentamento negli ultimi anni a causa del forte aumento del prezzo dell’energia con il conseguente aumento dei costi di produzione nel settore manifatturiero. Le banche centrali sono state in grado di supportare l’economia mediante la politica monetaria non-convenzionale, che ha avuto un termine brusco nel 2022 a causa dello shock inflazionistico, che si sta gradualmente riassorbendo con una inflazione compresa tra 2,5% e 3%. Negli ultimi due anni le mutevoli aspettative sul tasso di inflazione e di crescita hanno determinato l’andamento del prezzo dei titoli azionari e obbligazionari ma nel complesso le valutazioni di mercato sono state straordinariamente resilienti a fronte degli shock pandemico, energetico, bellico, con una continua crescita del valore dell’equity dall’inizio del 2009 ad oggi. I livelli elevati di prezzo rispetto agli utili potranno essere associati ad episodi di storno e di volatilità, ma non c’è motivo di pensare che nel lungo periodo i mercati azionari produrranno un rendimento inferiore a quello del 1900-2024. In ottica di lungo periodo le minacce, dalla guerra all’aumento del livello dei mari dalla deforestazione alla perdita di bio-diversità, sono controbilanciate dalle opportunità legate alle possibilità della space economy e alla introduzione del computer quantistico, conferendo ancora maggiore credibilità ai dati di lungo periodo che indicano un rendimento medio reale nel mondo superiore al 5% medio annuo.
Gli Alumni del track di Asset/ Wealth management hanno organizzato un panel dal titolo “Silver gen: il futuro non invecchia”, con relatori Valentina Suriano, Client Relationship Manager, Invesco Asset Management, e Rodrigo Antonio Pecoraro, Vice-President Private Banking, Edmond de Rothschild, spiegando come nell’attuale contesto demografico (speranza di vita giunta a 81 anni per i maschi e 85 per le femmine assieme a una riduzione della natalità con la conseguenza di avere un indice di anzianità pari a 200 dal valore di 58 del 1980) e finanziario è interessante capire come il mondo dell’asset and wealth management possa migliorare lo scenario italiano, paese in cui la silver economy vale 5.600 miliardi di euro. Invesco AM, collaborando con BVA Doxa, ha condotto una ricerca generazionale per comprendere i cambiamenti sociali e il rapporto degli italiani con temi finanziari come gestione del denaro, risparmio e investimento. Questo studio ha rivelato importanti informazioni sulla “new silver generation” (over 60 anni), con l’obiettivo di migliorare l’interazione e l’assistenza finanziaria offerta a questa fascia di popolazione. L’accento è posto sulla dimensione soggettiva e comunicativa per ottimizzare l’intervento delle istituzioni e del settore finanziario. La new silver generation ha nuove esigenze e deve essere trattata diversamente dai consulenti, che inoltre devono avere caratteristiche ideali differenziate per le varie tipologie di clienti individuate dalla ricerca. Citando il Rettore dell’Università Bocconi, Prof. Francesco Billari, gli speaker hanno ricordato che “l’invecchiamento non è una tragedia…ma un esito della vittoria dell’umanità contro il destino. La longevità è una risorsa”.
Giampaolo Gabbi, Associate Dean & Professor of Practice Finance SDA Bocconi School of Management ha parlato di “Intermediazione finanziaria e innovazione tecnologica: quali scenari ci attendono?” partendo dalle teorie tradizionali che spiegano l’esistenza degli intermediari finanziari sulla base delle imperfezioni dei mercati, tra cui costi di transazione (un intermediario può concedere finanziamenti e monitorare il valore dei prestiti in modo più efficiente), incertezza (l’intermediario può meglio assorbire il rischio legato alla concessione del finanziamento), asimmetrie informative (l’informazione asimmetrica può ridurre la disponibilità a finanziare controparti poco conosciute). Il ruolo degli intermediari finanziari viene influenzato dalle innovazioni tecnologiche e in particolar modo dall’Intelligenza Artificiale (IA), che consente maggior diffusione delle informazioni e la creazione di piattaforme che favoriscono i contatti diretti di tipo peer-to-peer. L’IA presenta minacce ma anche grandi opportunità, che vengono colte dagli intermediari finanziari più innovativi per migliorare l’esperienza dei clienti e consentire operazioni di cross-selling su aree non tradizionalmente considerate nel settore di riferimento. Per accompagnare questo quadro evolutivo in modo efficiente ci vuole lo sforzo da parte dei player privati nel controllo dei rischi emergenti e anche di quelli tradizionali (usando le nuove possibilità offerte dalla tecnologia), ma anche da parte dei regolatori che devono adeguare il tipo di sorveglianza e di mappatura dei rischi rilevanti.
Per il track di Banking & Insurance, gli Alumni Edoardo Vittori, Vice President - CVA Management & AI Investments, Intesa Sanpaolo, e Michele Ricci, Imprenditore, hanno organizzato un panel dal titolo “Banking transformation with AI: optimizing processes, enhancing productivity and real-world applications” in cui hanno trattato il tema dell’intelligenza artificiale come una tecnologia che consente alle macchine di apprendere, ragionare e prendere decisioni. Questa tecnologia sta rivoluzionando il settore bancario, ottimizzando i processi e migliorando la produttività. Nei Capital Markets, l’AI ottimizza il trading algoritmico e assiste nella gestione dei portafogli. Nel Retail Banking, migliora l’esperienza del cliente con chatbot avanzati e assistenti virtuali. Nell’intervento, gli speaker hanno fornito alcuni esempi reali di utilizzi dell’AI nell’ambito finanziario, discutendo sia come le banche si stiano trasformando per integrare queste tecnologie sia come la value chain dei semiconduttori si sia ramificata e modificata per consentire le applicazioni dell’IA alle aziende di tutti i settori.
Maurizio Dallocchio Professore Ordinario presso il Dipartimento di Finanza dell’Università Bocconi e Docente EMF di Corporate Finance, Finanza Straordinaria, Advanced Corporate Finance & Valuation, fotografa le caratteristiche assolutamente peculiari dell’attuale situazione macroeconomica internazionale, caratterizzata da rischi sistemici associati a fattori slow-moving, sviluppatisi nel corso degli ultimi decenni, in un intervento dal titolo “Una visione macroeconomica dell’anno che ci ha appena lasciato e le prospettive 2024 tra tensioni finanziarie e crisi internazionali”, evidenziando quattro aspetti che caratterizzano il 2024. Il primo è il quadro economico internazionale, sospeso tra la persistente debolezza europea, anche evidente dalla continua erosione del valore della capitalizzazione delle borse europee relativamente alle altre piazze mondiali, e le tensioni cinesi in particolar modo legate al real estate. Il secondo è la persistenza italiana di un sistema finanziario largamente bancocentrico, nonostante la riduzione pluridecennale degli occupati e delle filiali delle banche sul territorio nazionale. Il terzo è la continua crescita delle valutazioni delle aziende legate al settore della tecnologia, che sta raggiungendo valori prossimi a una bolla speculativa quando notiamo che il valore di mercato di Nvidia, proprio ieri diventata l’azienda più capitalizzata al mondo, supera il valore dell’intero mercato azionario tedesco, nel contesto in cui la market cap delle 5 aziende più grandi negli USA ha raggiunto il 24% del valore dell’S&P500 e le prime 10 società tecnologiche americane quotano a livelli compresi tra 10 e 50 volte il fatturato. Il quarto è la riduzione dell’M&A mondiale (dovuto a elementi come la riduzione dei tassi di interesse, la riduzione del numero di potenziali acquisizioni e l’aumento dei prezzi delle aziende che rende meno convenienti alcuni deal potenziali) e la continua rilevanza degli operatori di private equity nel guidare le operazioni di acquisizione aziendale, con un focus sempre più rilevante su temi di ESG e sostenibilità.
Per il track di Corporate Finance & Control, il panel su “Finanza e luxury: un lungo match point per la creazione di valore” è stato organizzato da Giuseppe Abatista, Group Tax Consultant, Ferragamo e Vice Presidente, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Carmen Caserta, Group Planning Manager, Coca-Cola, Mario Ciunfrini, Director Private Equity e M&A, Deloitte e Jacopo Musa, Finance Manager Southern Europe, Cristian Dior Couture. Il panel ha analizzato il cambiamento dei rapporti fra finanza e lusso per capire come il rapporto dovrà cambiare in ottica di creazione di valore. Gli interventi hanno evidenziato in primo luogo come il caso italiano sia di particolare per la grande rilevanza dell’investimento delle famiglie italiane in asset liquidi, ma anche come il 2023 sia stato un anno record per il lusso con 1.500 miliardi di euro di vendite. I prodotti personali sono stati la categoria più rilevante con un business anticiclico con poche frenate anche grazie al mercato cinese, che ha consentito un raddoppio di fatturato dal 2009 al 2019. Il case study Loro Piana è esemplificativo di come creare valore tramite le fusioni aziendali e quindi mediante l’apporto della finanza. L’acquisizione è stata ottima per LVMH grazie al forte segmento uomo, alla qualità del cashmere e le competenze nell’intera catena del valore del lusso. L’afflusso di risorse e l’integrazione con il grande gruppo francese hanno consentito a Loro Piana di modificare l’approccio finanziario riducendo il ruolo delle banche, mettendo in atto il cash pooling, sfruttando finanziamenti a medio-lungo termine inter-company, concentrando i derivati di copertura sulla holding. Anche organizzazione e management sono migliorati: sono stati creati nuovi team e nuove funzione sfruttando in maniera più efficace le possibilità offerta dal digital e dall’e-commerce e i poteri contrattuali provenienti dalla maggiore scala in termini di procurement.
La finanza ha creato valore non solo mediante operazioni di fusione e acquisizione, ma anche grazie all’intervento dei fondi di private equity, che negli ultimi anni hanno creato piattaforme aggregando aziende ed aumentando il loro impatto economico e sociale, anche dal punto di vista per l’attenzione complessiva per la sostenibilità. Ma nuove sfide attendono il settore del lusso in Italia: se molti grandi marchi sono stati acquistati da aziende internazionali, la nuova sfida consiste nella tutela della supply chain. La supply chain italiana è geniale, diversificata, prima al mondo, con grande capacità di innovare. La filiera ha un valore legato dalla presenza di effetti di network, e la finanza deve permettere aggregazioni ma deve anche far fronte a limiti nella capacità di crescita e adeguamento dei nuovi modelli di business ad esempio per ridurre inquinamento, migliorare la sostenibilità e aumentare le spese in ricerca & sviluppo.
Cesare Ferrero, SDA Professor Università Bocconi, Docente EMF di Real Estate, è partito dall’osservazione delle peculiarità dell’industry del real estate, composta da beni inamovibili, durevoli, immodificabili legati a un luogo fisso che possono essere suddivisi in tre categorie: patrimonio fondiario, infrastrutture (da intendersi in senso ampio), e patrimonio immobiliare. L’Italia ha una conformazione peculiare che rende il suolo scarso, tenendo conto che su una superficie totale di circa 300.000 kmq, il 35% è formato da montagne, il 42% da aree collinari, e solo il 23% da pianure. L’Italia non sfrutta in maniera appropriata le opportunità offerte dal territorio e soprattutto non cerca di superare le sfide naturali mediante investimenti infrastrutturali. Un esempio recente è costituito dal programma pubblico infrastrutturale che nel 2022 era basato su ipotesi di costo di 279 miliardi di euro, diventato a giugno 2023 pari a 447, di cui purtroppo 315 inutilizzati a causa di inefficienze di spesa. Peraltro, la finanza si muove con velocità, logiche e dimensioni diverse da quelli tipici del real estate, dove i multipli sono molto inferiori a quelli della tecnologia e del lusso.
In conclusione, Emilio Colombo, RE Product Owner, Cerved S.p.A., e Leonardo Divincenzo, Senior asset manager, Covivio, hanno partecipato a un panel su “Evoluzione del real estate: dalla tradizione al mattone digitale” per il track di Real Estate, evidenziando come la rivoluzione digitale in corso, nell’attuale contesto socioeconomico, sta mettendo a dura prova il settore immobiliare tradizionale. Rinnovare e innovare sono alla base della resilienza e dell’evoluzione del settore. Nuovi paradigmi nel mercato dei servizi e degli investimenti stanno offrendo l’opportunità di ampliare la visione imprenditoriale e di gestione del risparmio. L’analisi degli interventi di Covivio nel settore degli uffici dimostra chiaramente l’evoluzione del real estate nell’ultimo decennio. Oggi ogni progetto deve rispettare caratteristiche specifiche in termini di location (zone centrali, con elevata accessibilità dalla rete di trasporto pubblico e presenza di infrastrutture e servizi e disponibilità di spazi pubblici e parchi), sostenibilità e standard ESG (certificazioni green, contenimento consumi energetici, comfort ambientale e wellness), flessibilità ed efficienza (pianta ampia e regolare, desk sharing, sistema di prenotazione e pianificazione IT, salotti privati, lockers), smart ofice e talent attraction (servizi complementari come caffè, ristorante e area fitness, ma anche sale comuni e spazi conviviali). Infine stiamo assistendo a una vera e propria trasformazione del concetto di real estate, che non è più solo identificato con il sistema fisico ma contiene ora anche una identità digitale immobiliare che permette di certificare immobile con dati identitari specificamente attribuiti. La tokenizzazione e blockchain possono aiutare ulteriormente rendendo le transazioni più veloci, più trasparenti e più rispondenti alle esigenze informative dei conferenti di capitale.