Perché la voce di Dematté risuona ancora

Nelle parole degli ultimi cinque Dean, l’eredità umana e strategica del fondatore di SDA Bocconi

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L’apertura alle sfide, l’aspirazione alla crescita e lo spirito di innovazione sono i tratti distintivi che Claudio Dematté ha voluto attribuire a SDA Bocconi School of Management fin da quando l’ha fondata, insieme a un piccolo gruppo di docenti coraggiosi, nel 1971, ma sono anche le caratteristiche che definiscono le imprese che scelgono di ricorrere al capitale di rischio. È per questo che “il tema del capitale di rischio è la chiave di lettura più importante e che meglio racchiude lo spirito di Claudio Dematté e la sua capacità di essere nello stesso tempo coraggioso e trasgressivo, audace e tenace, con lo sguardo rivolto sempre al lungo termine. Questo vale per le imprese e per la nostra scuola,” ha affermato Stefano Caselli, Dean di SDA Bocconi, aprendo ieri pomeriggio un convegno in onore di Dematté, nel ventennale della sua scomparsa.

È anche il motivo per cui il tributo è stato condiviso con AIFI, l’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt di cui Dematté era presidente e che a lui ha intitolato il Premio Claudio Dematté Private Equity of the Year. AIFI ha presentato nel corso dell’evento un libro che raccoglie le storie di tutti i vincitori del premio, giunto quest’anno alla ventesima edizione.

Dall’impostazione data da Dematté derivano, in linea diretta, le peculiarità e l’eccezionalità della Scuola di oggi. Dematté trasse ispirazione per SDA Bocconi dall’esperienza che aveva fatto frequentando l’MBA di Harvard, ma volle una scuola che non fosse un semplice calco di quelle anglosassoni, ma un modello originale, come SDA Bocconi continua ad essere. Non voleva chiamare SDA Bocconi una business school, ma una scuola di management, per sottolineare che il suo spettro di attività doveva estendersi anche alle organizzazioni pubbliche e non for profit. Voleva una Scuola che perseguisse la “ricerca di strutture economiche ed organizzative più giuste,” un’idea che oggi si traduce nel motto “Valore e valori.” 

Gli esponenti più recenti di questa linea diretta, ovvero i Past Dean degli ultimi 20 anni, hanno ricordato Dematté scegliendo la parola che, secondo loro, meglio lo distingue.

Maurizio Dallocchio, Dean dal 2003 al 2006, ha scelto la parola “tempo.” Una caratteristica leggendaria di Dematté, ha detto Dallocchio, “era la capacità di trovare sempre tempo per tutti. Era sempre presente. E spesso era facile vederlo impegnato in lunghi colloqui con persone anche umili, mentre magari era atteso per un importante simposio o per il conferimento di un premio. La sua gestione del tempo era un esempio clamoroso di presenza, di attenzione, e in fondo anche di rispetto verso tutti.”

Alberto Grando, Dean dal 2006 al 2012, ha scelto “una parola molto breve ma molto significativa: tu.” Negli anni ’70 e ’80, quando in Università vigeva un rigido formalismo, “Claudio ha diffuso in SDA Bocconi, con l’esempio, l’abitudine di farsi dare e di dare del tu a tutti – ma proprio a tutti, indipendentemente dal ruolo. Ha così condotto una rivoluzione gentile e ha inoculato uno spirito di comunità e un senso di appartenenza che si è rivelato funzionale alla crescita della Scuola e a quella personale di tutti noi, creando il senso identitario che, a mio avviso, rende ancora oggi la SDA un luogo unico in cui lavorare.”

Bruno Busacca, Dean dal 2012 al 2016, ha scelto un sostantivo, “visione,” e l’ha abbinato a un aggettivo, “illuminata,” giustificato da quattro particolarità. “La visione di Claudio andava sempre oltre le sfide di breve periodo, stimolando ampiezza e profondità di pensiero; promuoveva l’innovazione continua e l’esplorazione di nuovi orizzonti; prescindeva dai vincoli esistenti, dalle risorse, abitudini e convinzioni del momento; era trascinante ed emozionante, perché alimentata da una leadership carismatica, capace di appassionare e di porre in primo piano obiettivi alti, orientati al progresso collettivo.”

Giuseppe Soda, Dean dal 2016 al 2022, ha scelto la parola “anticipare.” L’immagine che gli resta di Dematté “è quella di un velista che sente in vento ‘prima’ che arrivi. Questa capacità di anticipazione non era solo plasmata nella strategia di sviluppo della scuola ma era calata, grazie al suo stile interpersonale molto empatico, sui singoli. Ciascuno di noi, credo, ha sperimentato nella propria esperienza personale questa straordinaria dote di leadership.” 

 

 SDA Bocconi School of Management

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