La Giornata Mondiale dell’Oceano è stata l’occasione per stimolare la consapevolezza circa l’importanza di proteggere gli ecosistemi marini e costieri in tutto il mondo. Un tema fondamentale non solo per la prosperità degli ambienti oceanici, ma anche per quella di chi vive sulla terraferma.
Infatti, ben il 40% della popolazione mondiale dipende dalla biodiversità dell’oceano, che assorbe oltre il 30% di CO2 presente nell’atmosfera. Anche dal punto di vista economico, il futuro di molte aziende è strettamente connesso allo stato di salute dei mari. Basti pensare che il giro di affari legato all’oceano è stimato in oltre 5000 miliardi di dollari. Soprattutto, il valore complessivo delle risorse naturali presenti nei mari e nelle zone costiere è stato valutato nell’ordine di 24.000 miliardi di dollari. Si tratta di un patrimonio inestimabile che non possiamo permetterci di compromettere.
Purtroppo, alcuni dati ci dicono che finora è stato fatto troppo poco. Ad esempio, sappiamo che la temperatura superficiale degli oceani è cresciuta di quasi 0,88 °C tra il 2011 e il 2020; il livello di acidità è salito del 30% circa; nel 2021 sono state riversate in mare circa 17 milioni di tonnellate di plastica. Oggi più che mai, appare dunque evidente che dobbiamo intervenire rapidamente e trovare nuove soluzioni in grado di coniugare sostenibilità, ambiente e produttività.
In questo senso, anche le aziende possono giocare un ruolo di primo piano. La ricerca “Global Report Business for Ocean Sustainability”, realizzata da One Ocean Foundation in partnership con SDA Bocconi Sustainability Lab, McKinsey e Consejo Superior de Investigaciones Científicas, ha studiato i comportamenti di oltre 2400 imprese in 20 Paesi. Analizzando i 17 Sustainable Development Goals dell’ONU, emerge che la comunità industriale trascura, più di altri, proprio gli obiettivi relativi alla protezione degli oceani.
Ma la ricerca evidenzia anche che, all’aumentare del livello di attenzione da parte delle aziende su questo tema, cresce il numero di azioni messe in campo per accelerare il cambiamento: dalle policy per la protezione dei mari fino all’implementazione di prodotti a basso impatto ambientale. Come ha fatto notare durante il Blue Economy Summit 2023 Francesco Perrini, Associate Dean per la Sostenibilità di SDA Bocconi, “più le aziende imparano a conoscere la protezione degli oceani, più vedono questa sfida come un’opportunità per lo sviluppo di nuove soluzioni in grado di generare valore.”
Il report ha anche individuato alcuni ambiti in grado di guidare l’innovazione e lo sviluppo della comunità industriale e finanziaria: prevenire gli sversamenti di inquinanti, promuovere combustibili più green, sfruttare il mare come fonte di energia rinnovabile e deposito per lo stoccaggio di anidride carbonica, migliorare le tecnologie digitali per il monitoraggio della salute dell’oceano.
In conclusione, per vincere la sfida della protezione dell’oceano, è essenziale coinvolgere le imprese e la comunità finanziaria. Il cambiamento inizia da una piena consapevolezza, si concretizza con risposte lungimiranti da un punto di vista sia strategico che organizzativo e conduce alla creazione di nuove opportunità in grado di preservare il Pianeta e di generare benessere socioeconomico.
SDA Bocconi School of Management